sabato 30 luglio 2011

indovina chi


la figlia di luigi comencini (non merita d'esser chiamata in altro modo), per spacciare il suo aborto bianco e nero se ne e' uscita in questo modo vigliacco: "sono rimasta sbigottita quando mi sono accorta che dai tempi di indovina chi viene a cena? non c'era stato un film sull'integrazione negli intrecci amorosi, dunque ho pensato bene di pensarci io. questo era un film necessario*" ed io naturalmente non potevo non avere i conati. a parte la falsita' in se' (questo film non dice nulla? e' un blockbuster che ha incassato centinaia di milioni di dollari, ha ricevuto un battage pubblicitario pazzesco ed e' uscito circa 2 anni prima di quello della figlia di luigi comencini; quindi, in sostanza, la memoria era freschissima e, dato che le interviste son programmate prima -intendo sia domande che risposte- lei sapeva benissimo che stava spacciando una bugia a scopo "pubblicitario"), il fatto e' che anche solo la faccia di bronzo, l'arroganza e la spropositata considerazione che ha di se' son qualcosa di nauseabondo. poi siccome non nutro alcuna stima di queste merdacciuole non perdo nemmeno tempo nel fare il trito elenco di film sul tema di quel capolavoro con poitier, non per evitarmi l'aria da maestrina, bensi' perche' e' davvero insulso mettersi a spiegare qualcosa se si sta parlando di caccole: guarda e passa.
ah. e questo, invece? toglie tutto il "sociologico" del predecessore e lascia solo le risate (in teoria), pero' non fa ridere. fate voi.

* = certocerto, come no? guarda, meno male che ci pensa lei al cinema: era dai tempi di orson che aspettavamo trepidanti una boccata d'ossigeno del genere, in effetti.



indovina chi?

venerdì 29 luglio 2011

capitan america


capitan america non e' iron man, ma nemmeno daredevil. siccome e' ambientato durante la seconda guerra mondiale e l'impianto visivo non potrebbe essere piu' alla "anni '50", queste caratteristiche a priori devono piacere parecchio, o comunque non essere indigeste, altrimenti difficilmente vi divertireste (dato che, ovviamente, la storia in questi "film" non esiste). ah, una postilla del cavolo (nel senso: dato il prodotto, potremmo tranquillamente farne a meno, e' ovvio che tentino di spacciare fischi per fiaschi in questi prodotti) che piu' o meno tutti noi gia' conosciamo benissimo: in realta' nei primissimi anni '40 gli stati uniti ancora versavano nella depressione, se la passavano malissimo e l'ottimismo della ripresa, proprio nell'umore del popolo, non potevano essere piu' lontani: infatti, non erano gli anni '50; gli americani tra fine' 30 e inizio '40 non e' che non sognavano "il sogno americano": non sognavano punto e basta. poi, va be', c'e' la solita storia dei militari americani preparatissimi e bravissimi, quando noi romani e laziali sappiamo benissimo che cio' che ha da sempre contraddistinto i marines e' il pressapochismo, l'ignoranza e la scarsissima abilita' in guerra (hanno sempre avuto solamente le armi piu' potenti, non gli eserciti migliori). pero', ed e' questo il bello di questi prodotti, da CAPITAN AMERICA ci aspettiamo proprio quest'ignoranza volta al cazzeggio, quindi non avendo 13 anni certe cose fanno ridere e stop (poi se ci sono dei ritardati che anche nell'eta' adulta non fanno altro che cliccare "mi piace" su Marines o Apache, be', saranno pure cazzi loro).

mercoledì 27 luglio 2011

la solitudine dei numeri primi


il libro e' una caduta libera verso la noia, la superficialita' e banalita'. non che sia scritto malissimo (anche se presenta piu' di qualche imperdonabile errore ortografico: su carta, per giunta per un premio strega che ha addosso riflettori, io non li accetto, oh non e' mica un blog), anzi lo "scrittore" le scuole dell'obbligo le ha terminate e si vede, poi il tutto e' adolescenziale e per un pubblico di massa, quindi scorre parecchio. i problemi? parecchi: di partenza una storia, come detto, che a definirla banale s'abusa di eufemismi, poi la catarsi ( = stringi stringi vuoi dire che..?) lasciamola proprio stare; i personaggi hanno lo spessore di una patatina fritta (non e' che elencare i complessi, reiterandoli continuamente, dia un qualche spessore ai personaggi: se sono monodimensionali, tali restano); le scene e le "situazioni" sono prevedibili, per dire: una sera cazzeggiando con gli amici, complici vari bicchieri di bianchetto, chiunque di noi farebbe un affresco del 1984 esattamente in quel modo, ma nessuno ci darebbe il premio strega dato che trattasi di cazzeggio, per giunta da ubriachi (l'autore per scrivere dell'italia del 1984 ha preso spunto dal tempo delle mele e dai film con gerry cala': essendo un ragazzino, non ha altra memoria); reitera ancora e ancora e ancora le figure retoriche fino a sfrangiarti le ovaie (ma che era, un esame di scrittura? voleva esser sicuro di aver mandato a memoria la lezione sulle figure retoriche?).
il film invece migliora un pochino la situazione. chiarisco subito: se il punto di partenza e' cosi' basso, probabilmente solo mostri come cronenberg sarebbero in grado di uscire da quello stato, dunque di certo non il figlio di maurizio costanzo (conosco lui e i suoi film: sfrangia le ovaie). dal torpore generale dei personaggi DSM stereotipati e da una storia banalissima non s'esce quasi mai perche' saverio costanzo non sa fare cinema, ma due scene (2) decenti riesce a piazzarle: 1.quando lui lascia la sorella handicappata per strada per andarsene alla festa e l'altra si devasta la gamba sciando e 2.quando alba rottweiler si veste in fretta sotto un'abusatissima quanto efficace colonna sonora ottantiana: in quei pochi secondi, c'e' tutto il romanticismo e la frenesia degli innamorati.

infine, alcuni fegatelli: alba rottweiler siccome e' brutta si sta prendendo un fracco di elogi, questo perche' gli italiani sono razzisti, sessisti e parecchio ignoranti: sei bella, quindi stupida e antipatica; sei brutta, quindi sei intelligente e simpatica. in realta' alba e' molto brutta e quando recita non sprigiona alcun magnetismo (fondamentale per gli attori) ne' carisma; non so ancora se col tempo lo guadagnera', perche' siam pieni di esempi in tal senso, certo e' che al momento ne e' sprovvista. faccio un esempio per far capire. anna magnani era una cozza della madonna, non solo: nel pre e post guerra veniva parodiata da un famosO imitatore romano, che la faceva molto maschia, con la voce bassa, spalle larghe, modi da scaricatore di porto, etc.; anna magnani non e' che era brutta: era un cesso inverecondo, infatti oggi la imiterebbero alla "trans brasiliana", eppure? eppure era in possesso di un magnetismo animale pazzesco, per questo fa venire la pelle d'oca e si resta a bocca aperta ancora oggi, e pure nelle stronzate (la maggioranza delle cose a cui ha preso parte) risulta efficace: puro magnetismo, pura classe, puro talento, non altro (battute, importanza del testo, regista, sceneggiatura, etc). alba e' un cesso, ma non ha nemmeno una briciola di anna: ho visto tutti i film a cui ha preso parte, e per il momento e' cosi'.
ultimo fegatello sul premio strega: carlo verdone, qualcosa come 35 anni fa (ho scritto 35), dovendo andare in diretta con uno sketch al volo e non programmato, si mise a sedere con aria sufficiente, si mise un giornale "rosso" sotto l'ascella e prese a dire, parlando con l'evve moscia: "sai, ho vinto questo pvemio stvega, si pavla di alienazione, di incomunicabilita', di condizione umana; son concetti intellettuali, molto alti, pev nulla compvensibili al populino...". e niente, carlo era davvero un fenomeno: 40 anni dopo il premio strega continua ad essere assegnato a chi affronta (male) certi temi, sempre gli stessi... e continua pure ad avere quella comicissima evve moscia. in effetti, sarebbe bastato solamente questo capoverso per tagliare la testa al toro, lo so, lo so.



la solitudine dei numeri primi DVDRIP

lunedì 25 luglio 2011

bitch slap - le superdotate


questo e' faster pussycat! kill! kill! parte due, o il suo figlio ideale. se capite qualcosa di cinema, non serve aggiungere altro; per tutti gli altri: dura un'ora e mezza e per almeno 30 minuti ci sono carrellate su tette, gambe e culi, ralenty, stop-n-go, fermo-immagine preoccupanti, etc, mentre poi per il resto del tempo continuano a far vedere le tette ed i culi, pero' mentre si picchiano a sangue, rotolano nel fango e si danno al lesbo spinto. infine, c'e' anche un'illustrazione sul ruolo del femminismo nel terzo millennio. ecco le bravissime attrici coinvolte:




poscritto attoriale:
brevi cameo di hercules e del suo fido aiutante nanetto-roscio che si metteva sempre nei guai.

sabato 23 luglio 2011

dylan dog


non e' affatto male, anzi. invece di lamentarsi, come i soliti puristi, contro gli americani perche' prendono un fumetto italiano e lo rendono "un'americanata" non prendendo rupert, non girando nella piovosa terra d'albione, eccetera, eccetera, io me la prendo con gli italiani che hanno a disposizione un GRANDE fumetto ed una fonte RICCA di possibili grandi filmoni (quanti sono i grandissimi numeri di dylan dog che potrebbero essere i successi italiani dell'anno al botteghino? tanti. io ne ricordo tanti veramente pazzeschi...) e non fanno nulla, non se la sentono nemmeno di provare a correre il minimo rischio. ma veniamo agli ammerigani.
si comportano benissimo: non potendo usufruire di londra, vanno a new orleans, ovvero la citta' "gotica" americana per eccellenza, per altro pure woodoo, dunque, sulla location non si puo' dir nulla; gli ebrei con i diritti per groucho come si potevano comportare? da ebrei, che domande! dunque, non potendo usare il famoso assistente (perche' dare milioni di dollari per usare un nome sarebbe da stronzi), dylan si e' dovuto "accontentare" di tal markus, suo amico fraterno.
la storia non c'e' (i vampiri di new orleans vogliono risvegliare belial per governare il mondo rendendo schiavi tutti gli umani), pero' il film non e' minimamente pretenzioso, si prende in giro da solo, omaggia tiziano sclavi (uno dei massimi e aristocratici vampiri dormienti si chiama, appunto, "sclavi") e, soprattutto, offre una chicca niente male nell'asfittico panorama zombesco a me tanto caro, chicca che mi mancava da tempo e che mi rimanda al fantastico ritorno dei morti viventi di o'bannon: gli zombie parlano comunemente, hanno coscienza, sono depressi nel loro nuovo stato, vanno dallo psicologo, vanno in terapia di gruppo, prendono gli antidepressivi, vanno a prendere "i pezzi di ricambio" in truci macellerie tarantiniane, eccetera, eccetera.
vedete, magari vi sembrera' una stronzata, ma questa svolta nel tema zombesco non solo e' un'innovazione importante e di gran lunga migliore di quella stronzata degli zombie rabbiosi (la patologia) che corrono come forsennati, ma offre innumerevoli spunti (soprattutto comici, ma anche no) per nuovi film sul tema, per una new wave of the american zombie movie: speriamo che qualcuno segua lo spunto. a me, tanto per dire, sono venute 2-3 idee per dei film, apparentemente comici, con questi nuovi zombie, ma in realta' (ovviamente...) si tratterebbe di sferzanti film politici che meriterebbero d'avere come protagonista gian maria volonte': direttamente dalla tomba e come zombi, chiaramente...


dylan dog dead of night

carlos


il famigerato terrorista ilich ramirez sanchez, conosciuto da tutti come carlos, negli anni '70 s'e' distinto nelle solite vergognose azioni militari che ci fanno vergognare d'appartenere alla stessa razza (quella umana, in teoria) di questi marxisti che meritano d'esser decapitati per il fatto stesso d'esser nati. questo telefilm racconta e romanza le sue gesta.
nel leggere le informazioni riguardo questa roba, prima della visione, naturalmente mi stava venendo l'acquolina e gia' mi sfregavo le mani, poi pero' man mano che andavo avanti con gli episodi di questo telefilm, un pensiero si e' fatto sempre piu' strada: bolso, bolso, bolso...
l'azione ogni tanto c'e', gli intrighi politici pure (sono sempre interessanti 'sti argomenti: fantapolitica, la longa manus della CIA, servizi segreti, intrighi, terrorismo...), pero' ho avuto continuamente questa sensazione: rimestare il brodo ed allungarlo con acqua panna (la piu' insulsa acqua della terra? bingo). mi ha annoiato, tranne nell'assalto all'OPEC.
il regista francese, olivier assayas, e' lo stesso -tra gli altri- di clean, con nick nolte.

giovedì 21 luglio 2011

irreversible


gaspar noe' e' una bevanda per cialtroni che credono di abbeverarsi a chissa' quale fonte 'innovatrice', 'rivoluzionaria', 'visionaria' e 'geniale' (di solito mi vien voglia di prendere a schiaffi semplicemente sentendo questi lemmi. ma non vale solo per questo scemo). poco importa se questo imbecille gode di clamore come una britney spears qualsiasi, solo che a differenza di quest'ultima non e' trattato da 'contenitore vuoto' o da 'stupido entertainment', bensi' da 'autore brillante' ed 'innovatore'.
in realta' e' derivativo, non ha mai avuto anche solo mezza idea, ha sempre e solo copiato OGNI singola scena ed ogni modo di girare film, ogni concetto (quando ci sono. cosa assaj rara), eccetera. tutto quello che questo povero pezzente mette su pellicola io l'ho gia' visto (in maggior qualita') in molte altre pellicole girate prima.
l'unica cosa decente di questo film? l'interminabile e straziante violenza su monica.

mercoledì 20 luglio 2011

gianni e le donne


locandina ricopiata pari pari al grande capo di lars trier a parte, il pranzo di ferragosto era un piccolo capolavoro perche', con passo assopito e dinoccolato, riusciva nel far sorridere; gianni e le donne e' pessimo perche', con passo ancor piu' assopito -si sconfina nel ronf ronf- e dinoccolato, annoia parecchio e non fa mai ridere. quest'altro 'gianni' e' letteralmente perso, in balia degli eventi, senza nulla da fare, uno scopo per andare avanti, quindi il film e' triste; non malinconino e divertente come molti capolavori di carlo verdone, no: il film e' proprio triste perche' questo 'gianni' e' un pensionato di mezz'eta' inutile che sa di esserlo e va avanti per inerzia. e ti lascia cosi', come una perdita 20 minuti prima di un appuntamento importante. fallire in questo modo, con un tonfo del genere, al secondo film e' indice di totale assenza di idee e ispirazione: probabilmente gianni di gregorio e' il classico regista da buon esordio e nulla piu'.


gianni e le donne

martedì 19 luglio 2011

benvenuti a cedar rapids


questo e' uscito la settimana scorsa: ve ne siete accorti?? praticamente, nonostante una notte da leoni 2 sia ancora un titolo "caldo" e presente al cinema (il protagonista di cedar rapids e' "stu") e qui tra gli altri ci siano john c. reilly e sigourney weaver, sembra sia uscito in 1 o 2 copie. pazzesco. oddio, non e' un filmone ne' tantomeno e' troppo riuscito, ma sinceramente non e' per niente osceno ne' fa venir voglia di mandare a quel paese chi ha avuto la bella pensata di farlo uscire al cinema (come nel caso di the housemaid...), anzi: ricordate 40 anni vergine e tutto quel genere di pellicole? be', questo e' superiore a tutto quel genere di pellicole (l'amore secondo dan, notte folle a manhattan). riciclato, derivativo, eccetera, eccetera, ma se non avete un ciufolo da fare guardatelo, che' fa ridere e soprattutto fa venir voglia di vedere i propri amici.


cedar rapids

the italian job


certo, michael caine e' michael cane: noi non possiamo scordarlo; tuttavia questa versione si lascia apprezzare parecchio, ed ogni volta e' sempre un piacere. questo e' il classico film che all'uscita al cinema non incassa quanto i vari blockbuster alla pirati dei caraibi o transformers, pero', vuoi o non vuoi, alla fine lo hanno visto TUTTI; riguardo gio', mi fa venire in mente fight club, anche quello con edward norton, anche quello con edward norton prima che si rincoglionisse di brutto (oramai speriamo che spiri al piu' presto, come quando vediamo cavalli azzoppati).
la cosa piu' bella di questa versione e' l'amore per la FAMIGLIA. vien voglia di abbracciare i propri genitori, per chi ha la fortuna di averceli entrambi.

domenica 17 luglio 2011

la vita che vorrei


giuseppe piccioni (il grande blek, chiedi la luna, cuori al verde, fuori dal mondo, luce dei miei occhi, giulia non esce la sera) ha suscitato sempre il mio interesse e questo e' uno dei 2-3 casi in cui alla fine ne valeva la pena. speculare a luce dei miei occhi (stessi attori, problemi amorosi, etc), vi si differenzia nella struttura particolare (vita degli attori, film nel film, etc) e nel ruolo della ceccarelli (vorrebbe un'altra vita, invidia quella degli attori). carino.

sabato 16 luglio 2011

southland tales - cosi' finisce il mondo


che richard kelly sia un farsa (creata per ragazzini beoti) lo sanno anche i cani e ne ho scritto sia riguardo donnie darko sia riguardo the box. questo e' il suo peggiore in assoluto, tranne per qualche battuta sparsa di buffy l'ammazzavampiri (qui attrice porno). dura tantissimo, i dialoghi sono pietosi e riesce nell'impresa titanica di riuscire ad annoiare e far -letteralmente- addormentare con un plot che in mano ad un qualsiasi mestierante sarebbe assurto ad uno tra i primi 10 film di genere dell'anno. poveracci (quello che ammirano 'sto scemo).


southland tales cosi' finisce il mondo

i demoni di san pietroburgo


e' davvero un peccato veder (sprecato e) impiegato cosi' male miki manojlovic, che' in questi anni mi ha fatto ridere spesso e volentieri. la rensposabilita' e' tutta di giuliano montaldo, un vegliardo col cervello in pappa da anni, che sta lordando i giovani (e permeabili) cerebri cinematografici del futuro (come molti di voi sapranno, purtroppo questa cariatide insegna cinema) col propagarsi della sua infezione.
la cosa che risalta immediatamente durante la visione di questo "film" e' questa: hai una fonte di ispirazione pazzesca, a livello di contenuti e di azione pura puoi fare praticamente di tutto, quindi riuscire nella titanica impresa di annoiare, stancare ed infastidire e' davvero sorprendente. e' un vero scandalo che grazie alla mafia aumma aumma del cinema italiano questo fuggiasco dalle case di riposo usufruisca continuamente dei soldi pubblici: dovrebbero dar soldi a giovani che non lavorano ma che vorrebbero, giovani che altrimenti arriverebbero a 40 anni prima di rassegnarsi ad "un lavoro serio" o a "tapparsi il naso" scrivendo fiction merdose per la tv italiana; ed e' un vero scandalo che rubi i nostri soldi praticamente da tutta una vita*; ed e' uno scandalo che, invece di venir preso a sassate e poi esposto a testa in giu' non prima di aver castrato tutta la sua stirpe, questo fuggiasco insegni pure.

nota a margine per gli scemi che si lamentano sempre del cinema italiano (io invece scorgo continuamente piccoli capolavori e pellicole interessanti; basta cercare): e grazie al cazzo che produciamo merda, vi basti pensare questo scemo qui e roberto faenza insegnano cinema. con insegnanti del genere, cristo santo, ma cosa pretendete?


* = tutti in medicine. tutti in medicine.


i demoni di san pietroburgo riposano tra due guanciali

martedì 12 luglio 2011

libera uscita


i fratelli farrelly son quelli di scemo e + scemo, tutti pazzi per mary, eccetera. sapete a cosa andate incontro e adesso sapete che non hanno perso il guizzo. si ride egregiamente. potrei sfruttare l'assist di questo film sulle "vacanze" dal matrimonio quando il matrimonio inizia a diventare una noiosa routine, ma non ne ho alcuna voglia perche' il tempo di pavoneggiarsi e mostrare la propria verve su internet e' passato da un pezzo (ve ne sarete accorti che qui ormai mi limito a parlar di film e basta). ma se siete cosi' fortunati da frequentarmi, oh se sapete a cosa sto alludendo quando parlo di matrimoni sbilenchi. oh se lo sapete!


libera uscita

happy family


il citazionismo in se' non mi da' alcun fastidio (sempre per il solito discorso: non mi piacciono i talebani cinefili; non sono contro i remake, non son contro questo o quello a prescindere, etc), ma gli omaggi/citazioni ad 8 e 1/2, i soliti sospetti e l'autocitazionismo di salvatores mi sembrano delle scelte pleonastiche fatte solo per mero "abbellimento"; non e' che a margine di tale scelta c'e' un fil rouge da districare per comprendere e/o collegare la storia. mera estetica. a parte cio', gabriele l'ha girato come un qualsiasi esordiente zeccoide videoclipparo di 28 anni; non c'e' nulla di autoriale a livello registico e scenografico: certe scelte sceniche le avrebbero potute fare tranquillamente caparezza, i negramaro, silvio muccino alla regia di un'imperdibile video di carmen consoli. dunque, capirete da par vostro che chi ha passione per il cinema non possa fare altro che considerare questa roba come moscerini che "infastidiscono" mentre la nostra attenzione e' catturata da altro. tuttavia, qualcosa di buono qui c'e': fabio de luigi nelle scene romantiche e' ottimamente in parte nel ruolo del timido-sfigato, quindi riesce a rendere il tutto credibile e "carino".
ah, una cosa: l'italia e' popolata da migliaia di attori, molti dei quali bravi: mi piacerebbe vederli recitare nei film e non sempre e solo negli spot pubblicitari. per lo stesso motivo, preferirei evitare di veder comici, Vj (...) et similia nei film, quando al massimo dovrebbero poter recitare solo per degli spot pubblicitari. (ma si badi bene: non c'entra l'esser puristi, perche' il cinema e' pieno di modelle, cantanti, etc che hanno recitato splendidamente in molti film; e' che, davvero, i canidi sono canidi).


happy family

l'urlo dell'odio


alec baldwin qui ancora non era diventato il grassone abbrutito per l'allontamento forzato da kim basinger: era ancora un gran piacione. purtroppo, pero', la storia non l'ha scritta william friedkin, quindi il torbido triangolo amoroso (oltre ad alec, anthony hopkins nel ruolo del cervo a primavera e elle "the body" macpherson nel ruolo della moglie vivace) non e' uscito come in quel filmone di jade, e la parte "avventurosa" non e' uscita come quel capolavoro di the hunted la preda. si prevede non solo il film, ma anche ogni singola scena, ma siccome e' talmente banale e fatto col pilota automatico, siccome fa ridere per il comico involontario e siccome alla fine non annoia mi sento di consigliarlo.

l'urlo dell'odio

sabato 9 luglio 2011

the big kahuna


questo film e' l'esempio perfetto (rivendetevelo ogni qual volta si parla di cinema vacuo ma ricco di "effetti speciali" vs. cinema impegnato e ricco di contenuti) di quanto possano essere sbagliati certi film con velleita' autoriali e ricchissimi di contenuti. ed errori come questo film accadono per questo motivo: alcuni tendono a dimenticare che il CINEMA consiste nelle immagini in movimento che tenderebbero a raccontare delle storie, intrattenendo il pubblico e non facendolo annoiare. i contenuti? se ci sono e' meglio. tu puoi prendere i 2 filosofi piu' importanti della terra, li puoi mettere uno di fronte l'altro per 2 ore chiedendogli "ora, per favore, parlate dell'argomento piu' importante che conoscete: discutetene e confrontatevi". bene. al termine delle 2 ore potreste dire di aver assistito a qualcosa che ha a che fare col cinema? la domanda e' retorica. ed oltre a non esser cinema vi sareste anche fatti 2 ore di sonno in una poltroncina scomoda. the big kahuna, infatti, e' questo: kevin spacey che reitera il ruolo di american beauty, danny de vito vecchio saggio e stanco della vita, un giovane rampante pieno di ideali; per 2 interminabili ore stanno SEDUTI e chiusi sempre nella STESSA stanza a parlare dei grandi problemi della vita e BASTA. non accade altro, non c'e' trama, non c'e' film, non c'e' nulla. solo interminabili frasi ad effetto che mietono consenso per coglioni ed ingenui che trovano fondamentali gli aforismi del cazzo in libercoli per adolescenti dementi. la vita? da un'altra parte. il cinema? non ci si avvicinano nemmeno di striscio.
naturalmente il pubblico ha snobbato alla grande questa porcheria, passata alla storia (diciamo cosi') solo per il celebre articolo ad effetto (c'e' solo quello) tipico dei coglioni che ammiccano e strizzano l'occhio al pubblico cercando di farsi belli.

ah, nota a margine:
se conoscete qualcuno molto depresso, oppure se non siete in un bel periodo, be', ammetto che roba del genere forse potrebbe essere accolta come 'folgorante'; magari per voi sarebbe un imprescindibile capolavoro da lacrime.

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