sabato 13 agosto 2011

ciriciao, gente!

con cinegiornale se ne riparla a ottembre. potevo andarmene lasciando la solita gragnuola di film, ma ho preferito centellinare: pochi, ma buoni. (ed alcuni penseranno: "...allora pensa il resto!).

antichrist


allora. chiariamo subito: lars trier e' uno spostato di testa, avere i genitori zecche gli ha fatto malissimo, soprattutto sua madre; "regista" spocchiosissimo come pochi, tendente con nonchalance al "nazismo" (lui lo sa e ci gioca, dunque quando lo palesa per lo meno ci fa ridere) quando non banalmente alla misoginia (anche qui: lo sa e ci gioca, ma qualche problema ce l'ha di sicuro, non e' che gigioneggia sempre), autore di infinite pellicole di merda. e questo? non e' un film, e' l'occasione per stare in una sala con altre 200 persone pluri-laureate, piu' o meno letterate, e mettersi a RIDERE selvaggiamente per tutto il tempo dinanzi questa porcata immonda. e' spazzatura, ma talmente spazzatura che consiglio caldissimamente la visione a chiunque. cio' nonostante, dei meriti indiscussi li ha e non riconoscerli solo perche' lars sta sul cazzo e' sciocco (parlare male a priori di qualcosa che senso ha? ma che avete 16 anni??): la fotografia e' letteralmente da brividi, pazzesca; la gainsbourg* e' attrice bravissima, dafoe anche qui egregio, alcune scene sono riuscitissime (lei agorafobica in montagna), alcune (la gamba di willem... non lo svelo!) sono pregne d'ilarita, ed altre, davvero, sono proprio agghiaccianti (lei che prende coscienza). il problema di questa stronzata, il problema di lars, e' che se avesse evitato certe cadute di stile da RITARDATO MENTALE (non fai ridere, se non per comico involontario come nei film con accorsi, eh) e si fosse limitato ad un "semplice" (perdonate la parola) terrore come in the kingdom, in questo caso il risultato sarebbe un capolavoro. praticamente sarebbe come la casa sarebbe dovuto essere, se l'avesse fatto un autore con le palle anziche' un ottimo mestierante (so che questa attirera' le ire di qualcuno, ma se non avete 14 anni dovreste esser cresciuti quel tanto che basta per accorgervi della differenza che intercorre tra gli autori, che magari annoiano pure, dai mestieranti, che il piu' delle volte amiamo alla follia, mica no). lars non e' che puo' restare sempre piantato nel piano del reale, dissertando con considerazioni psicologiche da seduta dal terapista (per altro sparando cazzate pazzesche che solo un matto che non conosce nulla dell'argomento avrebbe potuto scrivere, ma non mi stupisce per nulla il pressapochismo e la spocchiosita': un altro si sarebbe per lo meno informato un attimo, lui cazzeggia e crede di prendere in giro qualcuno, magari qualche coglione tardo-adolescente che non scopa mai e col trip dei film asiatici, cose cosi') e poi perdersi con le cagate immonde di questa scena qui:

ammettendo -sarebbe impossibile negarlo! impossibile!!!- che chiaramente in sala a forza di ridere, in quel momento, stavo rischiando un embolo. io e tutti gli altri spettatori. tranne 1/2 idioti e ricchioni con la scopa in culo col broncio perche' noi non eravamo abbastanza "alti" (...) per cogliere l'Arte di lars.


* = ma quant'e' bella charlotte?







antichrist by lars trier (DVDRIP ITA)

UGO TOGNAZZI 7a parte



qui la sesta parte della bio su UGO.


1969 il commissario pepe: voto 8. uno dei migliori di ettore scola. ugo il commissario s'imbatte negli scheletri negli armadi della societa' e svolge le indagini sino all'epilogo finale, che non rivelo (si sa mai: qualcuno di voi ancora potrebbe non averlo visto); ed e' proprio quello il bello del film: il finale a sorpresa, la decisione di ugo.
1969 nell'anno del signore: voto 7. il primo film della trilogia di luigi magni contro sulla chiesa riguarda QUESTO fatto storico. la parte migliore la svolge nino perche' il suo ruolo e' quello di V ne V for vendetta; alberto ed ugo per lo piu' svolgono il compitino; completa l'opera una stupenda claudia cardinale nel ruolo della pianta ornamentale giuditta l'ebrea. magni si servira' di nuovo di nino nel secondo film sulla trilogia della chiesa, in nome del papa re, ma non degli altri due mostri, mentre si servira' sia di nino che di alberto per il terzo e ultimo, in nome del popolo sovrano. questo e' carino, gli altri valgono poco. pero' c'e' un fatto da far notare: i film di tanti anni fa che valevano poco, pellicole "minori", se paragonati a quelli di oggi sono "da oscar". dunque, si tenga conto un attimo del contesto...
1970 splendori e miserie di madame royale: voto 8. di vittorio caprioli, con ugo mattatore assoluto. il miglior film italiano sull'omosessualita', dopo la patata bollente. ah, vittorio caprioli e' un fenomeno e semplicemente guardando la sua foto (cliccate, stronzi!) ve ne renderete conto: napoletano, attore di teatro, instancabile e prolificissimo attore di cinema, grandissima spalla; se ugo in quest'operetta puo' giganteggiare gigioneggiando (il suo sport preferito), meta' del merito e' sicuramente di vittorio. viene quasi da piangere nel pensare che certa gente non c'e' piu', constatando quanto ci manca, quanto non sia stata sostituita, quanto ci si sia impoveriti (nella scrittura e soprattutto nel coraggio, non tanto nei talenti recitativi), ma per fortuna basta "chiudersi", isolarsi un po' di ore con loro per tornare a respirare, a prendere quelle vitali boccate d'aria cinefila. in questo capolavoro la svolta drammatica del secondo tempo potrebbe non piacere, mentre tutta la parte iniziale e' veramente caricata a pallettoni, pero' consiglio a chiunque questo film, perche' tratta col sorriso un dramma che tutti gli omosessuali hanno vissuto per quasi 50 anni tra il silenzio generale: dovevano nascondersi, uscire sempre e solo di notte; la gente sapeva e faceva finta di nulla, ma quando si stufava di far finta di nulla, o semplicemente voleva smettere di annoiarsi e "giocare" con loro, allora li faceva sparire; la cronaca nera dell'epoca poi, con le mani legate, faceva il resto: "giovane debosciato ritrovato morto mediante sgozzamento vicino un canale", che' nemmeno potevano scrivere "omosessuale". di molti di loro non si e' piu' saputo nulla: dimenticati, se li e' portati via il vento. amo da matti questo film anche per questo, per la loro memoria, perche' ricorda senza piangersi addosso, non c'e' affatto pietismo.
1971 in nome del popolo italiano: voto 9. e' attuale piu' che mai perche' da una parte c'e' un magistrato, dall'altra l'imprenditore/palazzinaro ammanicato con la politica (...). e siccome e' sceneggiato da age e scarpelli (dante e petrarca), il film non e' banale come sarebbe se l'avesse girato qualche scorretto sinistrorso e inetto di merda come roberto faenza: e' un film onesto e non mette i buoni da una parte (magistrati) e cattivi dall'altra (berlusconi), anzi. su uno dei temi piu' cari al nostro cinema, io faccio fatica a trovare pellicole migliori di questa. rasenta veramente il capolavoro, mi stupirebbe sapere che qualcuno non l'ha visto (anche perche', oh, non e' mica un film "di nicchia" come madame royale), ma se non l'avete fatto: correte a vederlo. e dopo venite qui a ringraziarmi.

sei giorni sulla terra


ricordate il quarto tipo? questa e' la "risposta" italiana. abduzioni, alieni pronti a colonizzare la terra, la razza umana usata come contenitore globale alla merce' dei superpotenti*, etc. l'imberbe regista italiano fa un tonfo nell'acqua, anche se siccome e' un chiaro fan di x-files a lui va la mia simpatia e pongo il pollice verso anziche' il piu' consono dito medio; si', perche' dare al "film" (dopo ci torno) un contesto di "film verita'" sull'argomento (anziche' rimanere dalle parti fantastiche e cazzone alla indipendence day, etc), con tanto di dissertazioni scientifiche tra chimici, fisici, etc che se ne escono con concetti del tipo: "l'anima e' energia che gli alieni hanno "appiccicato" (...) al nostro DNA per governarci", "l'anima e' si' energia, ma e' anche una frequenza, quindi si puo' interagire con essa e/o misurarla con gli Hz", "dietro i codici dell'anima, espressi con il codice a barre... viene fuori il... NUMERO DELLA BESTIA! 666!" sono tutti concetti che fanno ridere. a me hanno ricordato le cazzate da adolescenti de il ritorno dei morti viventi; romero, che e' un autore, ha usato gli zombie come metafora; carpenter ha usato gli occhiali da sole come chiave di volta in un film affine a questo e con un mezzo banale ha reso perfettamente l'idea del concetto che andava ad esprimere; invece questo "regista" appare come il coglione/cazzone che poteva esserci dietro il ritorno dei morti viventi: tarantinismo puro, voyeurismo, bambini che mescolano exogini, i masters ed i pupazzetti "sofficini sportivi" dei sofficini findus semplicemente perche' in quel modo viene da ridere e va di farlo.
ma poi il regista e' un po' coglione anche perche' non ha fatto suo un concetto alquanto semplice: fox mulder piaceva poiche' SCONFITTO. era si' libero e ribelle, ma una volta toccato con mano i "poteri oscuri", dopo aver provato a fronteggiarli e sconfiggerli, non ne e' uscito che sconfitto, e questo proprio perche' sono ALIENI SUPERPOTENTI contro cui e' insulso lottare, dato che possono piu' di noi, specie se poi questi alieni -gia' di per se' piu' forti di noi- hanno l'appoggio di tuuutti i governi che fanno aumma aumma con loro per mettercela nel culo mentre fumano sigarette agli angoli delle stanze. amiamo fox perche', capita l'antifona, ad una certa manda tutti a quel paese, va in alaska ad ingrassare, ubriacarsi da solo, farsi crescere la barba a dismisura e passare il tempo lanciando matite sul controsoffitto in polistirolo, conficcandole. (poi il livello successivo dello stesso personaggio, fox mulder, lo si ritrova in un altro telefilm: appurato che non c'e' piu' motivo per lottare per nulla al mondo ne' tantomeno di arrabbiarsi per qualsiasi cosa e/o essere umano, tanto finirebbe male e l'avrebbero sempre vinta "loro", che sono si' marci e stronzi ma anche piu' ricchi e piu' forti di noi, cosa rimane da fare a noi poveri mortali oltre che bere e scopare e darsi alla piu' completa dissolutezza dilapidando piu' soldi possibile -ancora meglio se non guadagnati da noi- ? nulla, e infatti lo stadio successivo di fox e' californication -chi lo ha visto sa benissimo che, praticamente, alieni a parte, il personaggio e' identico a quello di x-files).
il fatto e' veramente semplice: quando sei alle prese con un prodotto "da zecche" in cui si ripete continuamente che "le banche, la massoneria, i governi occulti del mondo, i servizi segreti... sono in conbutta con gli alieni per renderci tutti "contenitori" (schiavi)..." allora l'unico esito finale ammissibile e' che alla fine tuuutto questo potere spropositato del male trionfi in barba ai pochi "liberi" e "ribelli", altrimenti il castello di carta cade con un semplice soffio se basta un innocuo coglione (il protagonista) a sconfiggere praticamente chiunque (sul serio, mancavano solo ric flair e jake "the snake" roberts tra i cattivi, poi c'erano tutti). tutte queste cose questo povero registucolo italiano non le ha capite ed ha fatto trionfare l'attore protagonista (il poveraccio de il compleanno) contro alieni superpotenti che controllano la mente che, come se non bastasse, erano pure coadiuvati dai servizi segreti di tutto il mondo (...) riuniti per perpetrare il male alla faccia della gente che vota nichi vendola e non va a mangiare da burger king. si', come no. lupo ululi', castello ulula'. CONOSCO HARD-CORE.

* = oddio... ad onor del vero i prophilax da 20 anni portano avanti lo stesso concetto, magari si riferiscono solo ad un contenitore femmineo ed usano il sinonimo "secchiello", ma siamo li'...


sei giorni sulla terra

magdalene


questa stronzata anni fa fece molto scalpore, ma e' una stronzatina innocua, mediocre, sciatta, girata male, con canidi al posto di attori, banalissima, letteralmente telefonata, molto poco cinematografica, etc. l'unica cosa positiva di questa stronzata e' che ha dato modo a corrado guzzanti di far sfoggio della sua arte:




e tu, lorenzo, non t'azzardare MAI piu'!!!

la donna della mia vita


luca lucini come regista ha iniziato con 3 metri sotto a un treno ed ha proseguito per un po' con quella paccottiglia per adolescenti; con amore, bugie e calcetto ed oggi sposi si e' dato alle commedie corali (come nei fantastici anni '60 italiani!) ed e' riuscito a creare delle buone cose, ideali per digerire una cena pesante rimanendo spensierati; purtroppo, quando ha cercato di darsi un tono posso dire a riguardo che, usando un francesismo, ha svirgolato sopra una merda e poi ci si e' tuffato col muso: solo un padre grida ancora vendetta. questa roba presenta ancora una volta il canide di quel film e qualche vago ricordo, ma per fortuna luca compie qualche passo a ritroso verso la commedia corale anni '60, stavolta con virata sulla commedia degli equivoci. ecco, trovo che quando luca lucini e' alle prese con lo svago, col puro intrattenimento spensierato e piu' o meno plagiaro degli anni '60 le sue robe abbiano un senso e mi sento di consigliarvele davvero, mentre come si spinge un attimo piu' in la' quasi a voler iniziare a farsi considerare "autore", be', pesta subito subito quella cosina di cui abbiamo parlato.



la donna della mia vita

gente comune

per i neofiti: il palazzo e' il cinema, il caterpillar sono io. l'ultima era HARDCORE, addirittura sette mesi fa. per cui mi pareva proprio il caso di demolire un po' di merda d'artista.


1980 gente comune
premi: una caterva: 4 premi oscar tra cui miglior film (!!!), regia (!!!), attore non protagonista e sceneggiatura (!!!!!); 5 golden globe; 2 board of review; piu' una gragnuola di nomination in festival prestigiosi/famosi e altrettanti premi in festival minori.

questa roba e' simile a ricordati di me, di muccino. film/fotografia sull'alta borghesia americana ed i suoi gravissimi problemi: pettinare le bambole, risolvere la tediosa questione delle doppie punte financo rispondere all'annosa domanda "e' nato prima l'uovo o la gallina?", il tutto diretto con i piedi da un robert redford piu' fulminato che mai. detesto la mafia di hollywood: redford e' ammanicatissimo, coglione di un democratico "impegnato", dunque ogni sua stronzata viene analizzata e discussa con spropositata enfasi ad ogni pie' sospinto. lo trattano da Grande Autore, ma non vale un'unghia incarnita di bob altman (invece, qui, non appena ho saputo della sua dipartita); e mi sto tenendo tra i mostri, si', ma comunque tra quegli autori comunque "umani", non e' che mi metto a scomodare indiscusse divinita', dato che il paragone non avrebbe senso. cio' nonostante, pur limitandosi ad autori piu' o meno della sua generazione, redford ne esce con le ossa rotte, pero' grazie all'aumma aumma dei cialtroni di hollywood e' ancora sulla cresta dell'onda, ancora riceve fondi, ancora ruba soldi, ancora gli fanno fare film.

ah, piccola nota di colore, per farsi due risate: questo film ha vinto il premio oscar come miglior film e miglior regia nel 1981 e la concorrenza di quell'anno era: the elephant man, stati di allucinazione, l'impero colpisce ancora, toro scatenato, stardust memories (d'accordo, niente di che se paragonato al woody di quegli anni, ma paragonato a gente comune??), tess. mi viene da ridere.
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the darwin awards - suicidi accindentali per menti poco evolute

hanno preso i suicidi piu' "strani" occorsi a dei (rivelatisi poi) veri handicappati pazzeschi e li hanno messi in scena. se li metti insieme, magari non tutti, in un film che abbia una sceneggiatura (il problema piu' grande dei film americani? bingo) forse esce fuori un capolavoro di nicchia, perche' alcuni suicidi sono davvero incredibili e finche' non lo vedi o non te lo raccontano non puoi credere che ci siano DAVVERO degli handicappati tanto handicappati da arrivare a TANTO. ma cosi' non e' e messi in sequenza uno appresso all'altro, come episodi di babbagine, dopo un po' stancano, vien voglia di spegnere. ma per una mezz'oretta fanno ridere e possono essere un buon argomento di conversazione in compagnia: anche solo raccontarli fa ridere un casino, quindi alla fine ve lo consiglio perche' per almeno mezz'ora, specie se in compagnia, riderete un bel po' (pensando che il tutto e' tratto da morti vere).


the darwin awards

il padre e lo straniero

tutto sommato quel miracolato di ricky tognazzi non lo butto a mare perche' ultra' e' un capolavoro e canone inverso un filmetto gradevole; certo, da ultra' ormai son passati 20 anni ed a livello di 'stima' non e' che dovrebbe continuare a campare su quel film, tuttavia se si e' romani non si puo' non essere legatissimi a quello (a parte il fatto che alla fine ricky, piu' che 'campar' su quello, sta campando sulla continua reiterazione di immondizia nelle fiction per rai e mediaset, tranne quando ogni tanto si diverte a proporre a teatro o al cinema le stronzate familiari, coinvolgendo tuuutti i suoi parenti ed annoiando tutta italia). alessandro gassman invece a me come attore piace molto (il bagno turco, i miei piu' cari amici, i banchieri di dio, il seme della discordia e basilicata coast to coast; ma purtroppo anche in caos calmo, il compleanno e non prendere impegni stasera) e qui continua a dimostrare la sua bravura, anche grazie all'ottimo apporto della sua spalla, la russa ksenia rappoport (ha esordito in italia con quell'incompetente di tornatore ne la sconosciuta, poi ha continuato con l'immondizia con l'uomo che ama e italians, ma -finalmente- al quarto/quinto film e' riuscita a farsi scritturare in qualcosa di pregevole: la doppia ora). dunque, in sostanza, tutto giusto. eh. tranne una cosa: il film. nel primo tempo il genere era drammatico ed il tutto consisteva nella difficolta' di alessandro gassman nell'accettare un figlio handicappato (suppongo autistico); non lo amava, quasi lo odiava, non lo poteva guardare, ma via via riesce non solo ad accettarlo bensi' ad amarlo. questo alla fine del primo tempo, ed infatti tu rimani "???" perche', letteralmente, alla fine del primo tempo il film "finisce", risolve tutti i conflitti dunque ti chiedi cosa caspita succedera' dopo. e qui sorge il problema. il genere del secondo tempo e' il thriller (...) alla john grisham e, mi si perdoni, ma ne' ricky tognazzi ne' l'autore del libro da cui il film e' tratto hanno mezza briciola del talento dell'americano. ah, il problema non e' tanto lo stupore nel considerare la cosa senza capo' ne coda perche' se un film inizia con l'essere drammatico deve andare avanti cosi' sino al termine (anche perche': chi l'ha detto? dove sta scritto?) quanto in questo: il thriller e' costruito malissimo, non si basa su nulla, nemmeno una sorta di 'equivoco' non chiarito o altro, si basa proprio sul nulla, poi non approfondisce minimamente i motivi del thrilling (perche' i servizi segreti cercano quella determinata persona? cosa ha fatto di male? mah), quindi nel secondo tempo ti annoi e speri che lo strazio termini al piu' presto.
ah, alla fine un pregio il film ce l'ha davvero: vien voglia di visitare la siria.

mercoledì 10 agosto 2011

team america


un capolavoro. non c'e' nient'altro da dire.

martedì 9 agosto 2011

la vita facile


reje un bel po' di anni fa in una recensione scrisse: "... e invece qui non siamo dalle parti della contaminazione di generi, come dicono loro, ma nella contaminazione DA generi" e quella frase e' perfetta per descrivere questa roba. il regista e' lucio pellegrini e dopo qualche anno di lavoro nell'assoluto anonimato come regista per i film di luca e paolo (solitamente i registi dei film dei comici son perfetti sconosciuti che stan li' perche' non son nessuno e costano poco, non per altro) e' arrivato ad un discreto prodotto di commedia all'italiana, figli delle stelle. qui il problema non e' tanto il fatto che di partenza venga scomodato riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in africa? (come detto mille volte: non ho alcun problema con chi scomoda il passato, con chi lo omaggia col cuore in mano, con chi fa remake, etc perche' alla fine conta il risultato ed io di quello parlo) per poi lasciarlo per strada e dedicarsi alle "pellicole progresso" (si', come le pubblicita') tipo amore senza confini (unicef) con clive owen e la jolie... per poi lasciarlo (...) e dedicarsi ad ocean's 11 (???) ed a tutto quel filone sulle truffe "brillanti"; come detto, il problema non e' questo, quanto il fatto che tutto questo sia stato fatto male, approssimativamente, non supportato da una sceneggiatura potente (gia' definirla tale e' abusare d'eufemismi...), tirato via velocemente, eccetera, eccetera. buco nell'acqua.


la vita facile

zucker! ... come diventare ebreo in 7 giorni


film da vedere. zucker, ebreo alcolizzato, scommettitore e giocatore, e' tedesco e vive una vita d'azzardo, prendendo continuamente a male parole la figlia lesbica, il figlio timido, introverso (e gay?), i parenti ebrei ortodossi, il rabbino, etc. da vedere.


zucker... come diventare ebreo in 7 giorni

brothers


come poteva essere il remake di non desiderare la donna d'altri (...), ovvero brothers, quel merdo-film danese di susanne bier? una merda. lars trier su susanne bier ha ragione.

sabato 6 agosto 2011

parnassus l'uomo che voleva ingannare il diavolo


a terry voglio bene e satana solo sa quanto mi e' piaciuto heath come joker, per non parlare di quanto sia stato carino vedere depp, colin e jude completare il lavoro di ledger, pero' questa roba e' noiosa, raffazzonata (va be', lo capisco eh, pero'...), poco graffiante. praticamente, tranne qualcosina, fa dormire piu' del barone. terry e' troppo bravo ed ha girato brazil, questa roba non puo' proprio piacere, dai. ah, l'acqua calda: ovviamente, a livello visivo il film e' fantastico.



parnassus voleva buggera' er diavolo

venerdì 5 agosto 2011

leoni per agnelli


indubbiamente, al contrario di quei cialtroni critici che sparano a zero su questo film perche' fa schifo, per onesta' bisogna dire che quando ce lo abbiamo davanti non si puo' non rimanere affascinati: t'aspetti qualcosa a meta' strada tra il drammone politicone ed il thriller (sempre politicone); poi sai che tom cruise ti garantisce azione, cinema brillante e leggero; ma per fortuna meryl streep "bilancia", quindi hai "garanzie" anche sullo script. immaginate: prima della visione, avete davanti davvero un regalo incartato bene; bella carta, cartonato rigido e di marca, fiocco luccicante e gonfio, eccetera.
il problema e' robert redford. e' evidentemente rimasto imprigionato nello spessore acquisto in quel decennio pazzesco e migliore della storia del cinema (come eravamo, il grande gatsby, i 3 giorni del condor, tutti gli uomini del presidente, quell'ultimo ponte, il cavaliere elettrico e brubaker: signori, inchinatevi alla storia del cinema), quindi da regista avverte tutto il peso e tutte le pressioni ma non riesce a gestirle in alcun modo e ne rimane schiacciato. per farvi capire: da anni ho anche la bozza pronta della cinedemolizione di gente comune, suo esordio alla regia e -in teoria- gran successo, ma in realta' gran tonfo nell'acqua (e basta). e tuutto il resto della sua produzione da regista e' stata sempre un disastro. con queste premesse, lions for lambs poteva essere da meno? la domanda e' retorica.
il disastro si compie perche' il flavour e' lo stesso insito ne la setta dei poeti estinti (si', quel film che da noi e' uscito col titolo stravolto: l'attimo fuggente): storie di formazione per i giovani per contribuire ad educarli. ed e' un disastro perche' se tu, in partenza, per i cavoli tuoi, hai in testa una storia, la svisceri e -toh!- alla fine ti accorgi che, tra le altre cose, e' anche un prodotto "di formazione" allora il risultato e' positivo, MA se tu ti siedi a tavolino con in testa il mantra: "devo creare una storia di formazione per guidare i giovani d'oggi, me li sento sulle spalle, li devo indirizzare verso la cultura! la ragione!!" allora il risultato, converrete anche voi, difficilmente puo' essere diverso dal disastro. (dov'e' l'ispirazione? quella e' solo maniera). ed i difetti son quelli che immaginate: la storia non c'e', non esiste proprio, il film e' un'interminabile tiritera senza capo ne' coda, un pallosissimo vaniloquio che si morde la coda, che ciurla nel manico evitando volutamente di "dare la soluzione" per lasciare alla coscienza dello spettatore (...) la decisione da prendere (oh madonna) sperando che sia quella saggia e giusta (ma vaffanculo? fregarsene e andarsene tutti al pub a ubriacarsi nel segno della dissolutezza e facendo le cornine a satana? invece di questa sfiga, non e' meglio scopare? redford, ma perche' non muori?). e quindi abbiamo DUE INTERMINABILI ORE con meryl streep, tom cruise e robert redford seduti tuuutto il tempo in un ufficio (al solito: ricolmo di libri ovunque) a parlare di politica, di guerra, di mass-media, di societa', del popolo, del culo e della merda. non riescono a togliere dal film neanche per 1 minuto l'aria "state in silenzio, voi plebei, che adesso noi vi spieghiamo come gira il mondo". che poi, per dire, se avessero interpellato gente come massimo fini (faccio il nome piu' popolare per noi italiani, ma quanti ne abbiamo negli usa? quanti ne potremmo fare? dai, oh) allora i dialoghi sarebbero stati diversi ma soprattutto il film avrebbe "quagliato" e ci sarebbero state delle conclusioni (che qui non ci son proprio).

dulcis in findus, qual e' il risultato? ironico nella sua crudelta': film flop, in america non l'ha visto nessuno, nel resto del mondo l'han visto in pochi: ed i suoi propositi vanno tutti a farsi benedire. robert redford e' il peggior regista del mondo, non ha mai girato nemmeno un film decente. ripeto la domanda di prima: robert, ma perche' non muori?


leoni per agnelli DVD-rip

giovedì 4 agosto 2011

angels in america


mike nichols nei suoi ultimi film (piume di struzzo, i colori della vittoria, closer, la guerra di charlie wilson) fa ribrezzo (ho troppa stima per i suoi capolavori), ma questo lavoro per la tv americana e' gradevole. prende gli stati uniti della meta' degli anni '80, con l'h.i.v. che avanza, la caduta del muro di berlino e la conseguente perdita di ideali della gente, i gay che in quegli anni cadono come mosche, la perdita della fede, etc. certo, non e' cinema, e' un prodotto per la tv, pero' grazie al cast pazzesco il prodotto risulta godibile. magari e' sconsigliato adesso che e' estate e si tende a stare piu' insieme, ma se lo mettete da parte per vederlo nel classico e noiosissimo "lunedi' sera" invernale particolarmente freddo e piovoso... fara' il suo effetto.

catwoman


questa e' una busta totale. a parte il fatto che non si rintraccia alcuna ragione plausibile per giustificare la scrittura di halle berry, ma poi per trovare una ragione a lei nel film hanno stravolto la storia, cambiando praticamente tutto. l'affetto nei confronti di ladyhawke non c'entra niente e men che meno che halle al suo cospetto sparisca, e' proprio una ciofeca di film; il peggiore tratto dai fumetti, anche peggio di daredevil.