martedì 25 dicembre 2012

lost in translation - l'amore tradotto

costato sei mila lire ha incassato più di 100 milioni di dollari in giro per il mondo e chissà quanti altri ne ha incassati in questi 10 anni vendendo i dvd, ma ha fatto più danni della peste. ha contribuito a lanciare dalla finestra la carriera di sofia coppola perché da qui in poi le aspettative si sono alzate e le ha sempre disattese, ma soprattutto ha GETTATO al cesso l'intera carriera futura di bill murray* perché da qui in poi non fa altro che ripetere lo stesso ruolo del ricco e famoso stanco della fica e della vita. mi trombo scarlett johansson? mhm, sì, boh, non è che io abbia poi tanta voglia di farlo. in realtà non ho voglia di fare un cazzo. non ho voglia nemmeno di stare nel letto tutto il giorno, però. mi annoia anche solo l'idea di fare qualcosa, ma mi terrorizza la noia che provo nel non fare nulla tutto il giorno. che noia, la noia. olocausto.

* = ma ha permesso a ricky tognazzi di farsi vedere dagli italiani praticamente tutti i giorni.


 lost in translation l'amore tradotto

the great debaters

denzel alla regia si mette in scena come professorissimo super intelligente e con una mazza tanta, coatto de' coatti ed intento ad insegnare agli alunni negri la gara del "debating", ovvero dibattere tanto per il gusto di farlo contro le altre università, col fine di stabilire chi è più bravo a discutere. in teoria vorrebbe sottolineare come i negri e le scuole negre, nonostante l'ostracismo dell'epoca (è ambientato ad una sessantina d'anni fa), riuscissero ad essere superiori nel dibattito a qualsiasi prestigiosa università di bianchi. però dopo un po' (dopo che perdono) dici: E GRAZIE AL CAZZO, ogni volta che il dibattito si mette male ci sono questi negri sul palco con un gran muso intenti a dire che i negri hanno sofferto e che vengono picchiati, impalati e bruciati vivi nelle strade d'america; "ora tocca allo studente bianco"; scena muta del bianco di fronte alla commozione negra; applausi per i negri; vittoria. ma ricordare 47 volte nel film, ad ogni dibattito, che c'è stato questo o quel negro che è stato ammazzato mentre i ricchi bianchi dibattono all'università vuol dire TI PIACE VINCERE FACILE. è concorrenza sleale oh.


the great debaters

missing

lo segui e vai avanti per inerzia data la prevedibilità di ogni puntata, però ogni tanto PAMPAMPAM! ogni tanto CORRISCAPPA! ogni tanto BOOOOM! e allora alla fine dell'episodio ci arrivi. poi, ZAC!, la serie viene troncata circa a tre quarti di stagione (?) senza apparente motivo. comunque, a tutti quelli a cui piacciono gli intrighi della CIA, il terrorismo e soprattutto i rapimenti & riscatti & fuggitivi, nelle serate invernali in cui non si esce lo consiglio.



missing secondo episodio

missing terzo episodio

missing quarto e quinto episodio

vanilla sky

è brutto ed inutile. abre los ojos, apri gli occhi, è l'originale ed è bello ma non per quello. all'uscita de il sesto senso tutti gridavano al miracolo ed in quel periodo rispondevo dicendo che in realtà quello è un mezzo plagio di amenabar, cosa che a taluni suonava come minimo strana. la responsabilità era dello stesso amenabar: anni prima avevi diretto abre los ojos e va be', ma giusto un attimo dopo che l'indiano se ne era uscito con il sesto senso giravi the others... ovvio che l'attenzione l'attira l'indiano. naturalmente poi nel contratto di amenabar c'era scritto che tom cruise poteva sì fare il remake del suo abre los ojos per darsi arie, ma in cambio ad amenabar doveva essere prodotto un film hollywoodiano pronto a spalancargli le porte del cinema che conta (e come no...), con in aggiunta nicole kidman, all'epoca moglie di cruise, unica interprete del film ed intenta ad un assolo teatrale di 2 ore. oggi tutto questo è stato dimenticato, perché per fortuna questo filone è caduto nel dimenticatoio. e nel frattempo amenabar sta a palle all'aria in piscina nella mega villa. e cameron crowe, qui banale regista a comando, pure. 


apri gli occhi

vanilla sky

la mia vita è uno zoo

è a metà strada tra frank capra ed il giffoni film festival. probabilmente scalda il cuore nei momenti in cui ci si sente soli ed abbattuti dai problemi. poi cameron crowe (singles, jerry maguire, quasi famosi, vanilla sky, elizabethtown) è una garanzia. l'unica pecca però è questa:

e non è da poco, eh!

 la mia vita è uno zoo

le quattro volte

i pastori sardi ed il documentario di merda su di loro e sulla loro vita. la cosa più rumorosa in questo esempio di stupro anale nei confronti del cinema è il campanaccio legato a Capra Casuale o l'abbaiare di Quell'Altro Cane del pastore. ogni tanto dei pastori si accompagnano con i loro bastoni. sullo sfondo, a volte piove. e non finisce mai.


 le quattro volte

giovedì 20 dicembre 2012

venuto al mondo

"Stai rovinato, ma hai visto cosetta pure ieri? N te fa respirà, eh?" "No, ho fatto tardi a leggere. Prima ero con amici al cinema a vedere un film di merda" "VENUTO AR MONNO???" "No, perché?" "Me c'ha portato la mì regazza! Cci sua! Che firm demmerda. Me sò douto pijà 'n maaloz" "Asd. Ma perché, che aveva che non andava?" "Ma che cazzo ne so; c'era 'na guera a Sarajevo. Ma io me chiedo: a Castellì, ma a noi CHE CAZZO ce ne frega de Sarajevo? Sò poveri: cazzi loro. C'hanno fame: cazzi loro, nassero a lavorà. C'è la guera: cazzi loro. Ma io te dò più de 8 euri: me voj fà divertì??? CHE CAZZO me ne frega che ner monno soffrono?? Ma che nun ce lo so?? Sotto casa mia ce stanno ITALIANI che stanno sotto ar ponte. E du' anni fa lavoravano. E questo ronpe i cojoni co' Sarajevo. Co' li zingari... Ma vattelappijà..."

i primi della lista

c'avete fatto caso? quando il film è una piccola chicca indipendente, una di quelle piccole produzioni che nascono in silenzio nonostante siano (piccole) perle ma che dopo la visione tendiamo a ricordare con affetto anche se passa tempo tra il silenzio generale... la locandina è gialla. non so come mai, ma per la spensieratezza e la leggerezza con cognizione di causa al cinema si usa il giallo. se un prodotto del genere durante la fase embrionale venisse dato nelle mani di grandi registi come i fratelli cohen, tra i più abili in assoluto in tema di stupidi ed idioti, certe cose diverrebbero capolavori assoluti; date in mano a dei senza-nome finiscono tristemente nel dimenticatoio, come in questo caso, ed è un vero peccato. la storia per fare un film divertentissimo ed assolutamente slegato non solo dal sociale, ma da qualsiasi contesto umano e terreno foss'anche un briciolo "normale" (mi scuso per la parola) e sano di mente c'era, però il senza-nome ed il basso budget sono una coppia che non lascia scampo.

 i primi della lista

giovedì 13 dicembre 2012

habemus papam

è un "film" talmente esile ed inconsistente che al termine della visione quasi cadono le braccia nel constatare che vederlo o meno sarebbe stata la stessa cosa, come quando non è impellente bere un bicchiere d'acqua ma qualcuno te lo pone e tu bevi. gli "argomenti" messi in scena sono sfruttati male: che senso ha mettere in mezzo il papa se poi per due ore racconti una banale fuga dalle responsabilità? ciò vuol dire che avevi davvero poco da dire e l'hai detto pure male. la lezioncina, ammesso e non concesso l'attribuirgli l'ipotetico pulpito da cui insegnar qualcosa, è banale, leziosa e tediosa: nemmeno i fan allo stadio terminale (presente) possono trovarla interessante; anche perché lo stesso linguaggio usato è errato ed il cinema ha aspirazioni diverse. scrivi un saggio di 3 pagine (per quel che voleva dire bastavano e avanzava spazio per le didascalie) ed al limite metto "mi piace", ma poi stop.
non ci sono scene da tramandare ai posteri, scene che prese ed estrapolate dal contesto risultano comunque incisive e/o divertenti. esempio a caso: la scena della nutella, la scena della sacher a tavola con la famiglia, etc.
il personaggio di moretti non potrebbe non essere michele apicella e su questo nulla da obiettare, se non che michele se ogni tot. anni arriva al cinema dovrebbe avere qualcosa da dire, altrimenti è meglio che se ne stia zitto, perché se ormai dopo i 50 si avvia ai 60 e non ha più verve, inventiva, voglia di fare e idee, potrebbe andarsene a fanculo alle bahamas con uno stuolo di ventenni a consumarsi il cazzo vita natural durante. ne guadagnerebbe lui e ne guadagneremmo noi (che smetteremmo, quindi, di buttare nel cesso i nostri soldi). 
non mi lamento tanto del fatto che il personaggio della buy è sterile e poco abbozzato: non sta scritto da nessuna parte che doveva essere approfondito, coglioni (quelli che hanno sostenuto questa tesi), anzi: nel film su (contro) berlusconi nanni aveva messo quell'insulsa sotto-trama sulla precarietà (...) della famiglia italiana, con quel coleroso partenopeo con la faccia mezza storpia e la suddetta buy: be', non facevano altro che strillare senza soluzione di continuità e se tu prendi quella mezz'oretta di grida e la TOGLI completamente dal film, non cambia nulla: il risultato del film è identico, il senso non è cambiato, non vien tolto nulla, zero. dunque: parentesi e abbozzo superfluo di personaggi secondari. dunque, arrivo al nocciolo: se nanni ormai da un bel po' di anni non è più in grado (è questo il punto) di girare un film strutturato su più piani, tanto vale che concentri le sue (esigue) energie su una cosa soltanto, perché sviluppare pure i comprimari tanto ormai vorrebbe dire allungare il brodo con l'urina, dire nulla in mezz'ora in più e soprattutto annoiare tutti.
infatti, è ricorso al papa a puro scopo strumentale: al solo apprendere la notizia tutti gli afecionados son partiti a razzo con: "ihihih" e "oddio! chissà cosa dirà!!", ma da dire non aveva proprio nulla, voleva solo attirare l'attenzione. un uomo bollito, completamente alla frutta. anyway io il mio consiglio gliel'ho dato.

mercoledì 12 dicembre 2012

the wedding party

il genere è quello di una notte da leoni e non siamo troppo distanti da le amiche della sposa. a me è piaciuto più le amiche della sposa perché si vede anche solo dopo 10 minuti che i tempi comici delle attrici coinvolte sono migliori: e grazie al... quelle lì sono tutte attrici comiche di successo che lavorano al saturday night live da anni. qui, invece, per lo più ci sono attrici generaliste. comunque, kirsten è grandissima ed il discorso dell'amica nell'aereo sui pompini è qualcosa. 7 pieno che cresce in compagnia.

martedì 11 dicembre 2012

la bella gente

vorrebbe mettere in scena la borghesia di sinistra come la si metteva in scena negli anni '60, ovvero distruggendola e mettendola alla berlina sottolineando tutte le contraddizioni in essere, però all'epoca i registi avevano i controcoglioni e gli attori coinvolti ci facevano piangere dalla gioia. oggi i registi sono dei senza nome che vanno a prendere il caffè a chi decide spot televisivi, mentre gli "attori" coinvolti sono antonio catania e monica guerritore, cioè due che non spostano mai nulla in ogni loro prova attoriale di tutta la carriera né portano anche solo una persona al cinema. infatti, per lo più, si tratta di gente che campa in questo mestiere e fa la bella vita grazie a contributi statali, mentre loro si divertono a teatro per passare il tempo. sul "film": monica guerritore fa la sinistrorsa con i pruriti di coscienza quando passa in macchina sui viali di campagna con le puttane. ne vede una molto giovane e bella e la vuole aiutae. questa cerbiattina arriva in casa ma poi tutti quanti col passare dei giorni si trasformano (anche il figlio di guerritore e catania, elio germano). eh, sono dei poveri coglioni quelli che hanno scritto il film: le puttane non sono come le hanno dipinte in questo film, ovvero dei cerbiattini innocenti perennemente alla mercé di gente disincantata e senza scrupoli. la gente che aiuta il prossimo in questo modo è sallucchiona, ciocca, di solito sono proprio dei gaggi da competizione. invece le puttane sono scaltre, furbissime, ti plagiano mentalmente e si fanno sposare dal cliente, insomma: sono puttane. non in questo film da sociologi sinistrorsi del menga: la puttana è bamby. il figlio della coppia, germano, se la vuole battere e lei ha già la pancia piena ma non sfrutta la cosa a proprio vantaggio, cioè dicendo che il figlio è di germano quindi devono occuparsi di lei, no: lei si comporta proprio da cerbiattino indifeso e accusa il colpo. sempre. questa non è la realtà, la mistificano per esprimere un concetto. ma se tu per esprimere la tua idea di merda (che è proprio sbagliata concettualmente) inventi la realtà, allora per me non vali nulla, perché sei come i politicanti in tv che son disposti a dire le menzogne più indecenti conservando il loro sorrisino grazie alle facce di bronzo che tengono. amo, invece, chi esprime sì la propria idea, ma ammette che è di parte, ammette che è parziale, e cerca di trovare in sé i difetti, non li lascia elencare agli avversari, anziché sperticarsi sempre e solo lodandosi elencando i propri pregi. certo, chi sbaglia sono io: pretendere serietà e integrità da comunisti parassiti (perdonate la ripetizione) che campano grazie all'obolo dello stato e poi se ne lamentano (se governa silvio).

fright night - il vampiro della porta accanto

ammetto tranquillamente che sono di parte perché tra i primi 10 film horror che ho guardato in vita mia c'era ammazzavampiri, però questo rifacimento è proprio una merda. sembra high school musical un po' più emo e con gli effetti speciali digitali a rovinare il tutto. oddio, riassumo in due parole: sembra twilight.

i più grandi di tutti

non è niente di che; per le persone con almeno un po' di cerebro queste cose sono cinepanettoni discreti e nulla più, ma dato che nel mondo esistono i cinepanettoni tout court, allora questo diventa pure carino. manca totalmente la sceneggiatura (scritta in un lembo di carta igienica? bingo), si aprono parentesi senza curarsi minimamente di andarle a chiudere, il film è pieno di "attori" scalzacani e tolte poche battute scurrili, qualche rutto e qualche scorreggia c'è poco altro, però nel panorama italiano, che per lo più è fatto dal politically corret, delle sane e sguaiate scorregge al cinema sono una boccata d'ossigeno (pensa tu come stiamo messi). poi, sì, tutto il discorso "se dobbiamo consolarci con 'sta roba tanto vale chiudere tutto il cinema italiano" e forse sfondate un portone aperto, ma comunque un film sui rockettari/metallari al cinema latita, da qualunque ottica la vogliate vedere. 6 per la simpatia e l'aria cazzona. 

i più grandi di tutti

le belve

ATTENZIONE ATTENZIONE: la visione di tale film è da ritenersi obbligatorio-tassativa per chiunque legga questo messaggio. non esagero se affermo che raramente in vita mia ho visto un "film" (se così si può dire) più obbrobrioso di questo. proprio perché il film è a dir poco scandaloso senza se e senza ma, sconfina continuamente nel comico-involontario e lo fa talmente tanto da sfociare nel sublime, dunque ne consiglio la visione. domanda: la vorresti vedere o no la donna più orrenda dell'umanità? io sì, così come mi attira l'idea di un circo popolato da freaks, nani, guerci, zoppi, monchi e compagnia cantando. vi basti sapere questo: in teoria, stando al titolo, trame e trailer, dovremmo essere dalle parti di una vita al massimo o giù di lì, anche se forse il testosterone del trailer poteva far presagire vaccate/cafonate alla robert rodriguez (quindi più artigiani che artisti), invece siamo dalle parti dei teletubbies, dalle parti di chi non calpesta le aiuole. la faccio breve, la chiudo qui: in OGNI cinema romano è durato due giorni, tranne che in un cinema al pigneto, noto covo di zeccacce di merda e pieno zeppo di ristoranti vegani di zecche pacifiste. ho detto tutto, non credo sia necessario apporre ulteriori commenti.


le belve vegane

a cena con un cretino

sovente hollywood ha le antennine puntate sul cinema del resto del mondo per plagiarlo, copiarlo o "omaggiarlo". in questo caso, come capirete dal titolo anche senza aver visto questo film, trattasi del rifacimento americano del capolavoro francese la cena dei cretini, film che ho stra-consigliato in lungo e in largo a tutte le persone che conosco (e tutti, dico TUTTI, nessuno escluso s'è pentito della visione. "e grazie al..." direte voi). mettiamola così: non mi sento di fare la stessa cosa con la versione americana, che segnalo solo per far notare quando gli attori coinvolti siano caduti in basso bucando completamente un film non solo non facendo ridere mai nemmeno per sbaglio, ma andando a stuprare l'essenza dell'altro: ridere di chi è inferiore intellettualmente, di chi è un po' lento, di chi è tanticchia tardo. in questo accade il contrario: mettono il broncio e mostrano il ditino indice che fa "nununu" dinanzi il cattivismo. segnatevi i nomi di questi "comici".


a cena con un cretino

la cena dei cretini

candidato a sorpresa


w i paradossi e blablabla, ma c'è più politica in questo film che in uno dei tanti italiani random, con l'aggiunta che qui almeno non ci si annoia. il grande attore comico e batterista dei red hot, will ferrell, lo conosciamo tutti da tanto, per cui ormai si sa che i suoi film migliori son passati, si viaggia sul pilota automatico e quindi si parla sempre di variazioni in più o in meno del "6". stavolta in positivo, dato che il ciccione con la barba zach qualcosagreco (parto col folle), insomma quello famoso per una notte da leoni, gli dà una mano nell'allungare il brodo. se ve lo siete perso: guardatelo tranquillamente.


 candidato a sorpresa

domenica 9 dicembre 2012

lawless

Forse poteva esser fatto meglio, forse potevano inscenarle meglio quelle scene di lotta, accoltellamenti e sparatorie, ma è davvero un gran bel vedere. Tom Hardy che dopo pochissimi anni di carriera è già alla parodia con la mono-espressione: "mhm...."; il fratello maggiore perennemente ubriaco intento a fare il palo avvisando gli amici a colpi di ululati più rustici di un umbro (e ho detto tutto), fontanelle pubbliche con cartelli "white", etc. Mi mancano questi stati del Sud degli Stati Uniti. Devo tornarci e stabilirmici.