giovedì 30 giugno 2011

fratellastri a 40 anni


ci son film demenziali e demenziali: zoolander e' demenziale, davvero stupidissimo, ma e' un capolavoro e praticamente fa ridere dall'inizio alla fine. questo e' stupidissimo e basta. john c. reilly non vale nulla, ma purtroppo da un po' sta anche rovinando la carriera di will ferrell.



fratellastri a 40 anni

mercoledì 29 giugno 2011

l'uomo nero


da un po' di tempo a questa parte sergio rubini non ha piu' argomenti, dunque torna con la coda tra le gambe all'ovile per girare film minori e noiosi, ma siccome si crede Autore (ahahahahah!!) e rosica moltissimo dei responsi della critica, nei suoi film non fa altro che reiterare la tediosa scenetta dei critici resi vili, ignoranti, ipocriti, etc. se lo fai una volta, magari con ironia ben riuscita e inventiva come nanni moretti e la famosa "casalinga di voghera", allora ci puo' stare e fa ridere, ma se da un preciso punto in avanti (cioe' da quando le sue velleita' autoriali son cresciute di pari passo con la mediocrita' dei suoi lavori) metti continuamente in scena la solita presa per il culo nei riguardi della critica, be', allora io scorgo l'evidenza di un dente avvelenato. piu' passa tempo e piu' lo si preferisce come attore.
anche qui non si scappa: sempre il solito religiosissimo folklore analfabeta pugliese, le solite donne "streghe" (l'anima gemella, l'amore ritorna, etc) che vedono la gente morta/resuscitano le persone/si tramutano in altre (a seconda dell'espediente che gli serve), infine a far da contorno qualche tradizione ormai persa e qualche battuta (sempre meno riuscita). questo non e' il suo peggiore, anzi a livello registico a forza di fare esperienza si muove sempre meglio*, segno che a forza di lavorare in cantiere col tempo si supera il grado di 'manovale', pero' mancano totalmente le idee, l'ispirazione nei dialoghi, etc. ho capito che stavolta voleva parlare del padre, ma non e' che se si racconta -anche con passione- il proprio vissuto ci sia sempre qualcosa da dire (non e' che siamo tutti frank sinatra, eh!), anzi spesso crediamo che il nostro vissuto sia chissa' quanto 'speciale' e 'interessante', ma in realta' il piu' delle volte di speciale non c'e' nulla. che poi, siccome gli vuoi bene, cerchi di far finta di nulla e ti soffermi sempre e solo sul vecchio adagio tanto consolatorio: "l'importante non e' la storia, ma come la si racconta". eh. pero' poi siccome IDEE ZERO, nonostante le 2 interminabili ore, non si combina nulla, non si comunica niente, non ci si appassiona ad alcun che. i soliti personaggi resi -come al solito- macchiette non fanno altro che far sbadigliare, specie se non son supportati da grandi dialoghi (o grandi attori).
nonostante col tempo abbia imparato il mestiere (e la differenza con le prime robe e' evidente) stavolta lo si manda a fare in culo, perche' una bella cornice dopo 20 anni non puo' giustificare una tela bianca. in tema puglia continuo a raccomandare fortemente quel capolavoro di mio cognato, film che sergio rubini non avrebbe mai potuto dirigere.

* = non e' come quel pazzoide ritardato di dario argento: passano 40 anni di carriera e non impara a tenere in mano una telecamera, dunque con la senilita' man mano perde l'ispirazione ed alla fine non rimane proprio nulla. rubini almeno a forza di fare esperienza ha imparato a tenere in mano la telecamera, e' diventato un discreto mestierante (certo, idee zero).


l'uomo nero

one hour photo


se non si e' mai visto robin williams fuori dal suo UNICO ruolo (il pazzariello bonaccione che sorride continuamente come un ebete) allora puo' avere senso togliersi lo sfizio, altrimenti, con tutta la buona volonta', questo e' il classico "film blockbuster" che noleggi per noia, guardi una volta, non ne parli con nessuno, non lo guardi mai piu' ne' ti torna piu' in mente. non e' fatto malissimo, l'idea non e' pessima, pero' non affonda quando dovrebbe e rimane cosi' "educato" da far addormentare.



one hour photo in inglese

codice: swordfish


negli stati uniti e' stato un flop pesante, non e' nemmeno rientrato delle spese, invece nel resto del mondo ha incassato parecchio. qui john a me piace moltissimo: brillante, gigioneggia, ammicca, insomma: fa quel che fa sempre, pero', diversamente da altre prove opache, qui non annoia, anzi 'cattura'. il resto del cast e' importante e tutta la pellicola molto divertente.

martedì 28 giugno 2011

l'uomo che verra'

film sulla strage di marzabotto. dal punto di vista registico diritti e' pazzesco perche' di solito i film partigiani in italia sono delle stronzate amatoriali girate alla bell'e meglio, mentre in questo caso sembra di stare davvero nelle colline bolognesi nel 1944 (grande fotografia). tuttavia, io davvero non so che farmene di roba del genere perche' mi fa sbadigliare continuare a vedere i tedeschi che ammazzano gli italiani ed i partigiani che gridano e mitragliano alle spalle e/o all'improvviso, mi fan venire in mente l'anti-cinema dei film contro i tedeschi con la reiterazione imbecille di scene strazianti e lo sguardo contrito di massimo ranieri (che poi cade trafitto dai colpi). sapete, siamo nel terzo millennio, mi sembrerebbe il caso di passare ad altro. non nego che diritti, in quanto bolognese e soprattutto in quanto autore di un CAPOLAVORO ASSOLUTO che non e' stato cacato, il vento fa il suo giro, possa sentirsi in diritto non una bensi' due volte (diritti, appunto) di strizzare l'occhio alla solita egemonia culturale di sinistra (film del genere sono costruiti per farsi puntare addosso i riflettori e farsi dire: "bravo! sei molto sensibile!" dai critici), ai propri concittadini, al grande pubblico (in teoria): primo perche' il suo capolavoro, al debutto, non e' stato considerato e secondo perche', a prescinder dalla furbizia, sta narrando fatti della sua terra.
preferisco pensare che questo per lui sia un "rito di passaggio", un obbligo che non poteva non espletare; preferisco pensare, piu' che all'operazione furbetta in se', al fatto che prima o poi un regista di sinistra di bologna debba passare per certe pellicole, per poi dedicarsi ad altro. certo, la delusione e' forte perche' guardi il debutto e pensi: "abbiamo un nuovo grandissimo autore cinematografico, degno dei migliori 3/4 registi della nostra storia"; poi vedi questo e pensi: "ecco un altro guido chiesa". sono ottimista, preferisco pensare che al prossimo film questo grande regista vada a far concorrenza ad orson welles.
l'uomo che verra'

lunedì 27 giugno 2011

i guardiani del destino


sono circa una decina i film tratti dai libri e racconti brevi di philip k. dick e questo e' il peggiore o quasi. atto di forza e blade runner quelli da bocca aperta; minority report di gabbanelli ed un oscuro scrutare quelli sfiziosi; gli altri sono carini/soporiferi ma rientrano tutti nel genere "underground" o "film di un dio minore". i guardiani del destino e' tratto da squadra riparazioni, quindi gia' alla partenza siamo sul "6" ad essere buoni; ben presto, pero', i cialtroni coinvolti si adoperano nell'arrivare a toccare le vette del "4", sino all'inappellabile "2" finale. ah, va bene. diviso il film in 3 tronconi, vado nel dettaglio.
sei: l'impianto iniziale sguazza tra il 'carino' e lo sbadiglio accettabile: matt damon e' un giovane politico che aspira a diventare obama (ovvero un figlio di puttana come mille altri ricchi e potenti, solo che la stampa e' dalla sua quindi vien pompato e spacciato come 'salvatore' de noantri), pero' la "squadra riparazioni" (sono angeli), comandata dal "presidente" (ovvero dio), interviene minando il suo libero arbitro ed indirizzando la sua vita secondo "il piano" stabilito dal presidente. sin qui si riesce a non sbadigliare alla grande perche' nel prologo naturalmente il film non va a quagliare, quindi lo si sopporta (complici anche rimandi ai ganster movie anni '30 ed un comportamento degli angeli simili ad agenti CIA);
quattro: la storia d'amore tra il politico quarantenne scaltro... ma dal cuore puro e la ballerina di danza classica che aspira a diventare famosa e importante... avendo gia' 30 anni e' qualcosa di non credibile: vien voglia di alzarsi e andarsene dalla sala. ma, purtroppo, non essendoci limite al peggio, va aggiunto: "perche' dio non mi fa vivere la mia vita? che fine ha fatto il libero arbitrio?";
due: "dio ha lasciato il libero arbitrio all'uomo e si e' dovuto sorbire l'arretratezza dell'impero romano (1) a cui seguirono secoli e secoli di guerre, e basta. decise di fermare il libero arbitrio per guidare l'uomo: ecco il rinascimento (non sto scherzando, non e' una mia battuta). non ci furono piu' le guerre di prima (2), bensi' ci furono invenzioni su invenzioni e cosi', nel 1910, dio si fece da parte. arrivo' la depressione, 2 guerre mondiali, hitler e l'olocausto (3), quindi dio adesso (4) ha deciso di tornare".
al termine di questa frase, detta da un angelo che "lavora" in nome di dio, matt damon non e' che ha preso a ridere e spernacchiare, bensi' ha abbassato lo sguardo (...) e dato ragione alla parola di dio. dunque, capirete da par vostro che l'aspetto interessante dell'attaccamento dell'essere umano all'amore versus una forza superiore che tenta di perpetrare dell'altro cade mestamente in secondo piano se stringi stringi il succo del film e': 'dietro' obama c'e' dio, quando dio ha distolto lo sguardo c'e' stato l'impero romano e le guerre, quando non ha distolto lo sguardo c'e' stato il rinascimento e nessuna (...) guerra, quando ha distolto di nuovo lo sguardo, puff!, e' arrivato hitler, poi e' tornare a guardare/guidare la razza umana e, rullo di tamburi!, e' arrivato obama (che naturalmente e' mosso da dio).
tra l'altro, quell'aspetto interessante mi rimandava a the forgotten con julianne moore, ma naturalmente ho preferito mandare tutti a fanculo e ridere sonoramente di questi cialtroni.
a 'sto punto spero almeno che gli sia venuto un torcicollo, a forza di distogliere lo sguardo e poi tornare a guardare. ah, dio, se ti stai per accingere a guardarmi: tu sei un porco, io mi faccio gli affari miei ed il mio corpo e' mio soltanto (il tuo esercito puo' andare a prenderlo dove non batte il sole).


1 = si', esatto. e la terra e' piatta. ed esiste solo l'europa. quindi, citando a caso: confucio, eraclito e aristotele(s) in realta' son solo calciatori allenati da oronzo cana'.
2 = ma per quale caspita di motivo lasciano scrivere i film al solito quindicenne analfabeta americano? possibile che negli stati uniti siano tutti analfabeti ignoranti? col rinascimento, non casualmente, e' coinciso anche il secolo piu' sanguinoso della storia dell'umanita' (quasi pareggiato solo dal secolo passato), ovvero quello in cui noi europei abbiamo sterminato a colpi di ascia i nativi dell'america del sud.
3 = che strano. casualmente non vengono citate le bombe atomiche, ovvero i crimini di guerra piu' distinti e devastanti della storia dell'umanita'.
4 = be', certo!, adesso governa OBAMA! come potrebbe dio non essere dalla sua?! infatti ci ha il nobel per la pace. infatti non c'e' piu' alcuna guerra al mondo.

domenica 26 giugno 2011

ricky bobby - la storia di un uomo che sapeva contare sino ad uno


will ferrell mi ha fatto vedere molto, molto di meglio.





ricky bobby

sabato 25 giugno 2011

l'ultimo dei templari - season of the witch


a far da spalla a nicolas cage ci sono ron pearlman (protagonista di hellboy, alien la clonazione, il nome della rosa e il nemico alle porte, outlander), il ragazzino protagonista di misfits e stephen graham (protagonista del capolavoro this is england, poi snatch, gangs of new york, the good night, sacro e profano). season of the witch non e' malaccio e c'e' una sufficiente-discreta azione, tuttavia i pochi difetti si fanno sentire parecchio: il film si e' -letteralmente- scritto da solo, dunque dato che si tratta di copia-incolla di scene e cliche' da tanti altri film, alla fine fa un po' annoiare. mancano i sussulti dati dall'inventiva (varieta' di espedienti, battute fulminanti, scene inaspettate). vederlo al cinema e' un errore, voi fareste meglio a risparmiare i soldi per ripescarlo a 1 euro ad ottobre in dvd sul divano di un lunedi' sera in cui piovera' a dirotto, non avrete sonno, internet non funzionera' e quindi non avrete proprio altre alternative.




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venerdì 24 giugno 2011

le donne del sesto piano

film francese che da almodovar non prende solo carmen maura (tra gli altri: donne sull'orlo di una crisi di nervi, la comunidad, reinas, volver) e la fantastica lola dueñas (parla con lei, fuori menu, 20 centimetri, mare dentro, volver, gli abbracci spezzati), ma anche parte dell'impianto della sua cinematografia (donne emarginate che si fanno un culo tanto e nonostante le avversita' riescono a conservare il sorriso), nella fattispecie quello che preferisco (infatti l'almodovar odierno vale poco perche' i protagonisti dei suoi film si piangono addosso come sfigati rompicoglioni); il tutto, in chiave francese, quindi peggiore rispetto ad un film non troppo riuscito di almodovar del periodo d'oro. manca il sesso e mancano le parolacce, pero' l'essere sempre tratteggiato e mai preponderante (in questa pellicola e' cosi' il romanticismo, la differenza di classe, etc) si fa gradire perche' il tutto e' leggero e gradevole. disimpegnato ed estivo, ma senza ricorrere a scorregge e tette di plastica come la parte peggiore dell'america.


le donne del sesto piano

giovedì 23 giugno 2011

la bellezza del somaro


ATTENZIONE: il film e' ad alto contenuto di zecche. basta la locandina per rendersi conto di che razza di immondizia per decerebrati sia questa: una famiglia strampalata che sorride, una frizzante (troppo frizzante!) commedia sugli equivoci, sui luoghi comuni della famiglia borghese italiana (un tema davvero nuovo, mai abusato: e' la prima volta che vedo un film del genere), su quelle famiglie disfunzionali che tanto, tanto ci divertono.
il problema piu' grande (ne hanno moltissimi) di margaret mazzantini e suo marito sergio castellitto e' questo: purtroppo, i due stanno facendo figli (iniziano gia' a recitare). se si sapesse che questa stirpe infima terminasse con loro tireremmo tutti dei gran sospiri di sollievo, diremmo: "va be', almeno il male termina con loro", e invece no: un altro sergietto sta iniziando una brillante (e frizzantissima!) carriera: lui e' adolescente, si fa le canne, veste comunista ed ogni tanto quando parla col padre dice: "cazzo", "papa' sei n'cojone". troppo frizzante!

se i comunisti (in tv e pletora) non fossero le vili banderuole che sono, castellitto e quella poveraccia che l'ha rovinato si prenderebbero sonore sberle. e tutti si commenterebbe in sincerita', per quel che questa robaccia e': cinepanettone della peggior specie (la famiglia grida a tavola mentre mangia, si insultano con parolacce, c'e' persino la gag delle torte in faccia con i destinatari sbagliati). se non rubassero i soldi dei contribuenti non darebbero nemmeno fastidio, invece cosi' speriamo che i soldi che stan rubando li spendano tutti in medicine. poveri pezzenti.

poscritto attoriale:
gli altri non valgono nulla, da anni non hanno la minima dignita', ma sinceramente vedere giallini ridotto a queste robe per pagare le bollette mi spiace. diciamo che avrei davvero dei problemi ad essere polite a cena con lui se qualcuno facesse uscire l'argomento.


la bellezza del somaro

mercoledì 22 giugno 2011

uomini senza legge - hors la loi


2 ore e 30 minuti sono un po' troppe, ma e' pieno di azione, pallottole, sommosse popolari, fughe dalla polizia che insegue, etc. e soprattutto e' ben fatto: fotografia, scenografia, etc. stra-consigliato.




uomini senza legge

martedì 21 giugno 2011

x-men: l'inizio


se consideriamo che questo e' il quinto film sugli x-men (ora al cinema c'e' il quarto dei pirati e fa ribrezzo) e che il "botto" reale al cinema ci sara' all'arrivo dei vendicatori, un bel "6" se lo merita. c'e' hugh jackman per pochissimi secondi e devasta i due attori protagonisti*, per il resto c'e' la solita roba che va avanti senza sussulti e picchi, ma anche senza noia. sicuramente non e' il piu' brutto, anzi. di mercoledi' vale il biglietto.


* = james mcavoy: le cronache di narnia, penelope, espiazione e wanted;
michael fassbender: 300, fish tank, bastardi senza gloria, centurion, jonah hex.


x-men l'inizio

lunedì 20 giugno 2011

lo stravagante mondo di greenberg


noah baumbach e' il classico newyorchese intellettualoide, ricchione (o latente), parecchio snob, abuso di farmaci, eccetera. se avesse un talento sfrenato per la comicita' sarebbe woody allen, ma siccome NON ha talento e' semplicemente noah baumbach. infatti, piu' che lui, mi fanno ridere i poveracci che si spellano le mani per tutte le sue "opere", specie se penso che, davvero, 50 anni fa i primi 4/5 film di woody allen facevano sperticare dal ridere, erano ricchi di contenuti ed avevano una vena comica pazzesca, fuori dal comune, letteralmente geniale. oggi, invece, bisogna accontentarsi di questa gente per le risate 'alte'. fortunatamente noi in italia navighiamo in acque assaj migliori.
all'esordio questo deficiente ha rotto le ovaie a tutte con il calamaro e la balena (intellettuali che cercano di far ridere ma fanno annoiare/danno fastidio, talmente son verbosi e nevrotici); non contento ha voluto proprio mettersi di impegno nel sottolineare per benino quanto sia toccato nel cervello e quanto avrebbe bisogno di andare a lavorare veramente: il matrimonio di mia sorella peggiorava ulteriormente la situazione; ma l'incontro con wes anderson (i tenenbaum) da' il la' ad un bel sodalizio: noah gli scrive le avventure acquatiche di steve zissou (hanno riso solo loro 2 frocetti snob) e fantastic mr. fox.
finalmente, dopo circa 10 anni di carriera, noah riesce a firmare un film che valga la pena consigliare. smussando gli angoli inutilmente spigolosi de "il calamaro" ne conserva alcune nevrosi "positive" (per il film); dal "matrimonio" fortunatamente non pesca nulla ed infine aggiunge un (in)sano romanticismo tra ben stiller e la giovanissima biondina (mi sembra brava, nell'originale da' dei toni credibili: recita tra il distaccato e l'assente, mi ha ricordato charlotte gainsbourg, e l'ho trovata perfettamente in parte), ed e' proprio grazie alle scene di relazione tra i due che il film decolla.
a margine, un bilancio sul regista si puo' tranquillamente tracciare: se passano gli anni e ti fregi della collaborazione e della spinta di nicole kidman, ben stiller, eccetera ma continui a non incassare mai nulla qualcosa vorra' pur dire. molto spesso i critici di professione diventano tifosi in preda alle "fittonate" del momento e scordano particolari di non poco conto, come questo.


lo stravagante mondo di greenberg

domenica 19 giugno 2011

holy water


amarcord. irlanda. estate. piove spesso. sempre nuvoloso. qualcuno muore. qualcuno sopravvive. scogliere a picco. si sfiora la morte. sempre lo stesso pub. sempre a bere guinness. sempre ubriachi. non c'e' mai un cazzo da fare. ci sono tante pecore. grosse difficolta' a guidare. il turismo non esiste. o forse si'.
sullo sfondo, amicizia, sesso e risate. guardatelo!!! (io ho avuto spesso la lacrimuccia).


holy water

sabato 18 giugno 2011

the housemaid


siamo a meta' 2011 e c'e' ancora tempo, ma al momento questo e tutti per uno stanno gareggiando per il film piu' brutto dell'anno e probabilmente questo arrivera' primo. rifacimento di un film di 50 anni fa di cui nessuno al mondo sentiva il bisogno, the housemaid narra la vicenda della colf che vedete nella locandina alle prese con una ricca famiglia koreana. i cliche' ci sono tutti: famiglia patrizia che tratta con sdegno chi non e' al loro livello, vette di cinismo ad ogni pie' sospinto, servitu' che cova livore verso i datori di lavoro, noia a profusione dei ricchi che non hanno nulla da fare (non stento a credere che in francia questa roba piaccia: plaudono chabrol...), padrone di casa che posa lo sguardo sulla colf mentre lava, sudata e piegata a 90 gradi (...), la vasca da bagno e poi si eccita e la tromba, figlia piccola dal cervello precoce ma distaccata come una sociopatica e priva di sentimenti umani, etc. i cliche' ci son proprio tutti ed a completare l'opera ci pensa il crescendo finale piu' comico involontario del secolo (secondo loro voleva essere una tragedia greca).
l'utilita' di quest'immondizia? se qualcuno ve ne parla bene, saprete che non capisce nulla di cinema (spesso cascano proprio su pellicole del genere).

poscritto delle tagline:
il 'thriller' e' bolso, soporifero e pressoche' inesistente; il 'sexy' fa sbottare dal ridere, perche' a commento di scene degne di w la foca direi tutto tranne che sono 'sexy'.


the housemaid

venerdì 17 giugno 2011

zack e miri - make a porno/amore a primo sesso


tendiamo sempre a perseverare con kevin smith perche' ci piace essere diabolici, non perche' sotto sotto si speri nell'arrivo di un altro capolavoro come clerks. comunque, clerks a parte, kevin in altri film era riuscito a far sorridere almeno un pochino, ma da qualche pellicola a questa parte non suscita proprio nulla, fatta eccezione della pena. certo, tra quell'aborto di poliziotti fuori e questo qui c'e' comunque differenza (questo e' guardabile), pero' e' proprio pochino.


zack e miri

giovedì 16 giugno 2011

nero bifamiliare


il concetto e' semplice: federico zampaglione non vale nulla come "musicista" (ho troppo rispetto per la musica e troppe migliaia di dischi a casa per considerarlo tale), quindi figuriamoci se valgono qualcosa i suoi hobby. e' come se voi, che di mestiere siete impiegati in ufficio, la sera, una volta a casa, vi dilettaste col bricolage: magari una bacheca di compensato per metterci 10 gormiti riuscite pure a tirarla su, certo e' che non vi verrebbe mai in testa di farlo sapere in giro, a meno di essere mezzi suonati. ma naturalmente voi siete piu' saggi e con piu' senso del pudore di zampirone. questo e' un grande problema tra i non-artisti che in quanto tali han solo velleita': devono sentirsi sempre in diritto di poter spaziare in questo e quello, per altro non tardando mai nel farci sapere, rispondendo ad originalissime domande, che: "non mi considero 'cantante' o 'attore' o 'regista', io sono troppo originale e non vivo nei compartimenti stagni, certe cose non fanno per me, mi limitano ed io non posso limitare i miei pensieri e rinchiuderli in una matrioska tribale che duri lo spazio di un'intera vita, o foss'anche di un attimo. mi considero un libero pensatore, una persona che crea Arte e che si diverte nel farlo". durante i primi 20 minuti (naturalmente poi ho sfanculato questa paccottiglia girata da cani e con canidi) mi e' venuto in mente claudio baglioni ed il suo fulminante libro (che vi consiglio. riderete).
zampaglione, se ci stai leggendo, ti chiedo una cosa: che ne dici di scrivere un bel romanzo ottocentesco che revisiona cheri in chiave autistica mettendo a fuoco la leggerenzza dell'essere? magari potresti scriverlo a quattro mani, non so, insieme a giorgio faletti. sei una persona molto intelligente, sei di sinistra ed impegnatissimo politicamente come caparezza e carmen consoli, dunque sicuramente uscirebbe fuori un capolavoro della letteratura degno di ammanniti.


nero bifamiliare