domenica 11 novembre 2012

piccole bugie tra amici


in francia ha incassato tantissimo e non potrebbe essere altrimenti: è girato "alla muccino", il regista è guillaume canet (l'ex di keira knightley in last night), marito nella realtà di marion cotillard (big fish, nemico pubblico, inception, midnight in paris, contagion, dark knight rises), che conosciamo tutti. i due in francia sono la coppia più famosa di tutte: stanno sempre sui giornali. aggiungi una possente distribuzione ed altri attori importanti come françois cluzet (lo struppio in quasi amici, presente anche nel carino french kiss) e benoit magimel (i fiumi di porpora 2), tra l'altro premiato a cannes per la pianista (haneke), ed il gioco è fatto. che l'ha visto tutta la francia stavolta non vuol dire nulla. alt. non fate gli anticonformisti di massa: non sempre massa = merda, non bisogna essere snob. quasi amici è un film bellissimo ed è un successo di massa, ma quello l'hanno visto tutti perché bello. questo, invece, l'hanno visto tutti perché canet & cotillard sono la coppia del momento e nel gossip in francia parlano di loro un giorno sì e l'altro pure.
okay, ma il film? il film è una puttanata perché tenderebbe (più o meno) a plagiare l'indimenticato capolavoro de il grande freddo (girato 30 anni fa, attuale anche tra 30 anni), senza averne gli attributi, la carica emotiva, ed in qualche caso anche gli attori, perché quella glenn close in questo film se la sognano. quel capolavoro di kasdan ha letteralmente lanciato le carriere di tom berenger, glenn close, jeff goldblum, william hurt e kevin kline. purtroppo, è talmente tanto BELLO che tutti gli addetti ai lavori di tutto il mondo han pensato bene di replicarlo, ma è sempre andata male a tutti. mi verrebbe da pensare che l'unico film che in qualche modo non ne esce con le ossa rotte è compagni di scuola di verdone, ma ciò accade proprio perché, ad esser seri, quel capolavoro di umorismo non ha nulla a che vedere col grande freddo.



 piccole bugie tra amici

zombie apocalypse

questi stronzi hanno rovinato uno dei più bei titoli dell'intera storia del cinema con un film inguardabile. siamo negli anni duemica ed i film a base di ZOMBIE ci sono da cinquant'anni: non sono più accettabili questi livelli di sprovvedutaggine. a tratti sembra un film degli anni '70, ma non è il complimento che chiaramente tutti potrebbero pensare; in questi caso si riferisce ad una povertà di idee, scarsezza attoriale e livello totalmente amatoriale così come lo sono alcune pellicole del settore di quegli anni (penso anche a molte definite "cult" 30 anni dopo, ma sonoramente snobbate dagli appassionati dell'epoca perché risibili). 


  zombie apocalypse

quella sera dorata

inizi a guardare questa stronzata da già iniziata; chiedi quanto ti sei persa e ti dicono: "solo 10 minuti", dunque pensi: "ok"... non mi son persa niente. man mano che scorre il prologo, non sapendo un'h del film in questione, inizi a pensar male: mhm... pare una di quelle stronzate alla ivory... andiamo bene. in pratica c'è anthony hopkins, padrone di casa e capofamiglia, che spara stronzate in continuazione, aforismi e massime le chiama lui, in giro per casa senza mai fare un cazzo, mica lavora. pensi: ti credo che spara stronzate senza soluzione di continuità: non fa mai nulla; se andasse a lavorare avrebbe meno tempo per sparare stronzate, rincaserebbe con la sola voglia di togliersi le scarpe perché dolgono i piedi, poi si getterebbe sul divano e dimenticherebbe la giornata di merda grazie alla tv. e invece no: anthony non ha mai un cazzo da fare, gira per casa col cappello bianco, vestito di lino bianco, elegantissimo, e spara stronzate per tutto il tempo. dimenticavo: sembra un arteriosclerotico completamente al di fuori della realtà, manca solo un po' di bava alla bocca ma per il resto ci siamo. ma ora passiamo alla coprotagonista. stranamente, non li sceglie mica i film di merda eh, no no, ci abbiamo charlotte gainsbourg: pare sotto lsd, passa le giornate attorno i giardini/boschi della magione a cogliere fiori rimanendo estasiata dal loro profumo. non sto scherzando. poi ci sono altri mongoli che girano per casa senza fare nulla, a meno che per voi stare dentro casa a cucinare, spolverare e andare a fare compere corrisponda a "qualcosa" (?) all'interno di un film. non parlano nemmeno di qualcosa di importante, semplicemente se ne stanno in questa mega-magione stile liberty in vacanza senza dire né tantomeno fare qualcosa di "importante". tra virgolette perché non è che in vacanza si debbano fare necessariamente cose importanti, anzi, ma almeno ci si dovrebbe divertire. cazzo ne so: è cinema, fammi vedere che fai cose pazze e fuori dall'ordinario, fammi vedere che te la godi, fammi rosicare per invidia. così io ti guardo, ti invidio, se ti diverti nel film poi per la proprietà transitiva mi diverto io a vedere che ti diverti, toh, se sei abbastanza bravo magari mi viene voglia di viaggiare, poi BOOM!, volendo si potrebbe arrivare allo stato di grazia a cui tutti i film della storia di tutto il mondo auspicano: permetterti di andare altrove con la mente, pensare ai fatti tuoi, alla tua vita, spesso ai sogni che non realizzerai mai (per questo continui a sognarli, no?). e invece no. loro non fanno MAI un cazzo. tu li guardi lo stesso, però (pensa che furbizia). tu li guardi e li odi. alla fine scopri che il film è pure di james ivory. strano.

poscritto registico: sovente l'incipit delle descrizioni di ivory è: "il più europeo tra i registi americani". correggo: è solo il più coglione.


 quella sera dorata

venerdì 9 novembre 2012

the company men

al cinema non è mai stato nemmeno tra i primi 20 film del momento, neanche per una sola settimana, infatti è passato al dimenticatoio nel giro di 3 giorni e nessuno ne ha mai più parlato. ovunque. a me però ben affleck è sempre piaciuto, anche come regista (gone baby gone, the town), quindi questo non me lo potevo lasciar scappare, specie dopo aver letto della presenza di sua maestà kevin costner, indimenticato sogno erotico di tutte le signore italiane dai 50 in su. questo robo interviene come lo facevano molti film durante la depressione negli anni '30 (si parla della crisi economica mondiale '08, nonostante le competenze in economia ben affleck se la passa male), ma non con la vena favolistica e spietata di quel mostro di frank capra, bensì edulcorando il tutto col moralismo
post-9/11 che pervade il mondo. come detto, al cinema è passato come quella meteora di darko pancev in italia, però non è da confondere coi prodotti straight-to-video, infatti più che altro ricorda una fiction per la tv, ma americana, ovvero ben fatta ed altamente professionale, non come la nostra ove anche nei "polizieschi" trovi i protagonisti a mangiare gli spaghetti con gli amici mentre copiano battute di albertone, quando non si mettono proprio a far vedere tutta la preparazione della passata di pomodoro (fateci caso, succede sempre, in ogni fiction!). senza infamia e senza lode.

 the company men

mercoledì 7 novembre 2012

il cavaliere oscuro - il ritorno

finisce e rimani insoddisfatto perché la sceneggiatura in quest'ultimo capitolo ogni tanto lascia a desiderare, soprattutto se paragonato al precedente, ma il valore è indiscutibile, infatti penso che nessuno avrebbe nulla da ridire su questo film se fosse semplicemente il raccordo tra l'ultimo samurai (il primo batman di nolan) ed il film più bello degli ultimi 20 anni dopo inception (il batman di nolan con joker, assaj meglio di quello burtoniano col pazzo, pazzo jack). solo che the dark knight con quel joker c'è stato, le scene madri non si contano (una su tutte: joker vestito da infermiera che esce dall'ospedale in fiamme: dimenticherete mai quella scena?), e tutti eravamo consci del fatto che superare quel film sarebbe stato pressoché impossibile.
l'insoddisfazione c'è, ma sovente non è analizzata correttamente: all'uscita dalla sala si tende a dire: "ma che senso ha? prima prende le botte, bane gli sposta le vertebre, poi fa 2 flessioni e lo batte", ma queste sono stupidaggini: ma perché, negli altri batman non le prende mai? un essere umano può resistere alle botte che batman prende? stubedo è chi lo stubedo fa? ne l'ultimo samurai, il primo della trilogia, batman sulle montagne innevate fa un po' il cazzo che vuole sfidando varie leggi della fisica, poi è un SUPEREROE, ha il COSTUME, è un film PAM! PAM! PAM!, quindi nessuno dovrebbe crucciarsi dell'aderenza alla realtà durante dell'intrattenimento del genere, ma il senso di insoddisfazione a volte fa dire agli spettatori poco attenti cose sbagliate. ah, il risultato è il medesimo per tutti: insoddisfazione, il film lascia un po' così, ed alla fine è quello che (purtroppo, in questo caso) conta. e poi, onestamente, tom hardy con bane poteva essere sfruttato meglio.


 il ritorno del cavaliere oscuro

martedì 6 novembre 2012

S.W.A.T. squadra speciale anticrimine

come intrattenimento cafone, rumoroso e PAM! PAM! PAM!, cioè quello che si prefigge il film, va bene. ma non benissimo. nel senso: l'azione è un genere bellissimo, ma dato che è stato sviscerato in lungo e in largo, riuscire a fare un bel film, per gli standard che ha fornito il genere nei decenni, è arduo. gli attori sono carismatici (samuel jackson, l.l. cool j., michelle rodriguez, colin farrell e jeremy renner come villain) e tutti in parte, ma il risultato è senza infamia e senza lode.

lunedì 5 novembre 2012

21

come san tutti, è tratto dalla storia vera di alcuni studenti del MIT che nei fine settimana andavano a las vegas a contare le carte del black jack per vincere milioni di dollari. le premesse per un film spassoso c'erano tutte: las vegas, il gioco, le donne, i soldi, la droga, studenti, kevin spacey cinico, etc, però il regista è un idraulico passato lì per caso, la gestione dei momenti clou è accademica, tutto è prevedibilissimo, non intrattiene e non fa appassionare a nulla. come se non bastasse: non finisce più, si dorme alla grande. viene da pensare che il titolo sia stato scelto per sfruttare l'onda lunga di 21 grammi ed attirar gente in quel modo; tipo quando in italia hanno iniziato a far uscire in serie film con l'incipit "3 metri sopra...". ah, non che 21 grammi valga qualcosa, eh! anzi, vi consiglio 21 jump street!


 21

sabato 3 novembre 2012

terminator 3 - le macchine ribelli

ogni volta è sempre un piacere, specie sulle tv hd grandi come una parete: gli effetti speciali vengono gustati come al cinema. il successivo, terminator salvation, quello con cris bale, è un po' troppo debitore di ken il guerriero, dunque lascia un po' così, questo invece è bellissimo punto e basta. tanti ne han parlato malissimo, ma l'hanno preso per il verso sbagliato: questo è panzer division marduk (volevano "solo" spaccare tutto ed omaggiare gli slayer di reign in blood), ovvero assenza_totale di atmosfera, parossismo e stop. la sequenza dell'inseguimento è qualcosa di MAI replicato al cinema dopo di questo film: distruggono una città. e guardarselo in casa, su una parete, col dolby, è qualcosa.

venerdì 2 novembre 2012

mine vaganti

le mine vaganti è un pasticcino di alta pasticceria, infiocchettatissimo, splendente, di quelli che sembrano buonissimi quando li guardi dalla vetrina. entri nella pasticceria e ad ogni passo ti poni una domanda.
(1) alessandro preziosi al pranzo di famiglia fa outing ed al padre prende un colpo, poi lui va via. durante il pranzo racconta di essere ricchione e, molto tempo prima, di aver licenziato tale michele perché non ce la faceva più a fingere riguardo il loro rapporto, perché, sì papà, sono ricchione ed avevo un rapporto con michele. poi sparisce dalla famiglia. incontra scamarcio giorni/settimane dopo e dice: "sai, sono andato a trovare michele, ma non mi vuole parlare". sbotti a ridere gridando: grazie al cazzo!?! ricchione_capo sta con ricchione_dipendente, il capo licenzia il dipendente, dopo n_anni lo va a trovare dicendogli che ha fatto outing... sperando che questi cambi idea? sperando di poter vivere finalmente felici e contenti? magari dicendogli: sì vabbè dai forse non ho fatto bene a licenziarti e sparire, ma non ne potevo più, comunque ora sono qui dai. questo... dopo anni che non si sentono? ma chi la scrive questa roba?
(2) scamarcio si vede costretto a rimanere in una terra povera e arretrata (lecce) per la salute del padre, poi la nonna (la mina vagante) gli fa capire di sapere tutto di lui e muore. alla fine non è spiegato se scamarcio torna a roma a vivere libero la sua vita di ricchione né se rimane in puglia a vivere la vita di un altro per le apparenze di famiglia né tantomeno se ennio fantastichini, il padre, viene a sapere che scamarcio lo prende al culo ed abbozza un sorriso e lo perdona perché siamo tutti del partito democratico e viva il politically correct, le orsoline e le aiuole ben tenute. niente, nisba, nada, raus: non si spiega nulla, morta lì. irrisolto. ma chi la scrive questa roba?  
(3) il film viene venduto in questa maniera: "loro sono le mine vaganti... impazzisce tutto per colpa loro, non si sta tranquilli, rendono la vita impossibile..." e poi scopri che in realtà la mina vagante è solo una poiché tutte le altre donne della casa sono pura tappezzeria (per altro le loro "scenette" non fanno ridere in alcun modo, nonostante siano ruoli da caratteristi messi lì solo per quello). ed anche l'unica mina vagante, o almeno così la chiamano i famigliari nel film, non ha nulla in contrario con la condizione dei pigliainculo, non si oppone in alcun modo, anzi lei saggiamente approva e guarda altrove sorridendo beatamente quando il regista le fa i primi piani, come a voler dire: lo vedi, quanto sono avanti pur essendo vecchia e arteriosclerotica? te lo faccio vedere che capisco tutto, io... infatti, l'unico punto di scontro di tutto il film è colui che comanda a casa poiché lavora ed ha i soldi, ovvero il padre. ed a lui però non lo chiamano "mina vagante", lo chiamano "vincenzo". ma chi la scrive questa roba?
finalmente arrivi al pasticcino. uno di quelli che sembrano buonissimi quando li guardi dalla vetrina, poi lo assaggi e sa di merda.



mine vaganti

giovedì 1 novembre 2012

l'industriale

giuliano montaldo ha più di 80 anni e benché sia al capolinea da una vita, almeno ora fa tenerezza e lo compatisci.. abbozza una trama bolsa e da sbadigli, ma almeno d'attualità, come la crisi industriale in italia con gli imprenditori che non san più che pesci prendere dato che le banche non finanziano più l'economia quindi gli operai non san come pagare il mutuo. monty, anziché dedicarsi ad una semplice cosa ma farla bene, (quasi) abbandona tutto (io ci tornerò poi) per dedicarsi ad un secondo tempo sulla risvoltà amorosa dell'industriale che inizia a sentire un certo dolorino in fronte: sta mettendo su un bel cesto di corna (pare): si vede che sarà l'età adulta... avevo un handicappato alle elementari che si chiamava giuliano e montaldo me l'ha ricordato. non sapeva fare nulla, ed anche per soffiarsi il naso aveva bisogno d'aiuto, era proprio handicappato, così durante il giorno finivi per trovarlo mentre si leccava le caccole ed il moccio dalla faccia, a volte ridendo. lo schifavo e giustamente l'emarginavo poiché mi dava il voltastomaco, ma lui mi aveva in simpatia (o forse era stronzo punto e basta) e prendeva a seguirmi. lo spintonavo, a volte lo picchiavo forte in faccia, o almeno nella porzione non coperta dal moccio, e lui più veniva percosso e offeso, più si affezionava. ecco, io penso a montaldo: più le sue porcate sono raccapriccianti, più continua a girarne. 40 o 50 anni fa, quando le sue cose non valevano nulla se paragonate con quel che usciva all'epoca (che sotterrava i filmini di montaldo. li sotterrava) ma comunque erano guardabili, produceva di rado. da un po' di lustri a questa parte, che ha il cervello in pappa, si piscia addosso ed ha il cazzo che puzza di morto, per sentirsi ancora vivo sta dietro la macchina da presa. a buffo, certo, ma ciò nonostante non mi sento di sparargli in fronte perché comprendo il suo stato d'animo: si sveglia ringraziando dio di un altro giorno sulla terra, lui che potrebbe non svegliarsi più da un momento all'altro, dato che è vecchio, non ha nulla da dire e soprattutto a nessuno frega un cazzo di starlo ad ascoltare.
la seconda parte, quella relativa all'intreccio amoroso, o presunto tale, tra la moglie dell'industriale, la cagna carolina crescentini, l'amante scalzacani rumeno di coverboy (giusto il garagista può far di lavoro) e pierfrancesco favino fa sbadigliare perché la gestione della suspance è risibile, non appassiona per nulla, ed i dialoghi non solo sono banali, ma sono proprio fuori dal mondo: sono da fiction. mi viene in mente michael douglas: in filmetti come la guerra dei roses o delitto perfetto ogni cosa è al suo posto, i film scorrono via lisci, non annoiano e soprattutto ti tengon sempre lì; son sì stronzatine da cassetta, ma sul tema riescono a non farti desiderare d'essere altrove. poi, tra una stronzata e l'altra, gordon gekko ha piazzato cose come attrazione fatale, che consiglieresti a molti perché ben fatto. ecco, la seconda parte di questo film riesce ad essere tutto quello che non sono quei film (alti o bassi che siano, autoriali o meno) perché qui il regista si crogiola addosso e sembra ripetersi con tono cattedratico: "io insegno, perché io valgo", ma è una frase del cazzo e suscita la comicità involontaria, poiché questo non è un prodotto di de palma o, per dire, non si serve di grandi attori maudit come vincent gallo. voglio dire: qui a fare da spalla c'è quella cagna di carolina crescentini, una che magari è pure un pezzo di pane, vuole bene ai genitori e ricicla tutto, però al cinema sta bene solo nei cinepanettoni a strizzare l'occhio alle cazzate che dice il muccino minore o un suo simile (vaporidis, etc), ma risulta come un cazzotto in un occhio in un film con delle pretese. dunque, se proprio giuliano montaldo non ha un cazzo di nulla di meglio da fare che darsi arie, dovrebbe ingaggiare attori e non cagne utili al massimo come contenitori di seme per sfornare generatori di merda
sulla prima parte. il tema, come detto, è bolso ma perlomeno attuale, però montaldo non è in grado di farti empatizzare con il protagonista, non ti fa stringere i pugni dicendo in sala: "dai, lotta!, trova i finanziamenti e faccela!" come in quei grandi film americani di cassetta sul tema: ancora si ricorda con piacere tutta quella serie di pellicole sulle crisi economiche. gli americani che sudando creavano automobili ma venivano soppiantati dall'efficienza giapponese (qui invece sono i cinesi, più a buon mercato), e così dopo varie peripezie si mettevano a produrre lo stesso numero di automobili di uno stabilimento di tokyo, nello stesso lasso di tempo, per (tentare di) tener testa ai nihongini. alla fine del film vedevi gli operai sudati e ansimanti accanto alle auto appena messe in fila, ed anche se la cosa non aveva senso, tu facevi il tifo per loro pur ridendo e pensando: "cosa CAZZO sudi che l'hai costruita ore fa e stavi solo attendendo il quality_check per tornare a casa e stravaccarti sul divano?", ma loro avevano il fiatone e grazie a questa stronzatina empatizzavi. facevi il tifo per loro perché sembravano umani, esseri viventi. ancora. durante l'ispezione, ci si accorgeva che a questa mancavano gli stop, a quella mancava completamente il vetro, ma gli operai battevano i pugni sul cofano e dicevano: "abbiamo lottato duro, cazzo! è già qualcosa, no!?! abbiamo lavorato notte e giorno! viva l'america!!" e tu applaudivi in estasi perché ti avevano già conquistato al primo pugnetto sul cofano. quelle persone erano imperfette, a volte stupide, ma VERE: quello era cinema.
questa roba è un vetrino asettico durante le analisi. e giuliano montaldo mi ricorda giuliano delle elementari, un bambino handicappato che leccava le sue caccole via dal naso.


ah. ci sarebbe tutto quel discorso su giuliano montaldo amichetto dei comunisti che punta il dito contro le banche (tema originale, complimenti), mentre con l'altra mano raccoglie i fondi pubblici del governo tramite il FUS per "fare cinema"... che poi non esce al cinema. tutto quel discorso sul sistema parassitario tenuto in piedi dai comunisti per tenere in piedi altri comunisti è bello potente, è un ovvio scacco matto, ma non mi va nemmeno di farlo e prender le cose seriamente. mi basta ridere.


l'industriale