giovedì 1 novembre 2012

l'industriale

giuliano montaldo ha più di 80 anni e benché sia al capolinea da una vita, almeno ora fa tenerezza e lo compatisci.. abbozza una trama bolsa e da sbadigli, ma almeno d'attualità, come la crisi industriale in italia con gli imprenditori che non san più che pesci prendere dato che le banche non finanziano più l'economia quindi gli operai non san come pagare il mutuo. monty, anziché dedicarsi ad una semplice cosa ma farla bene, (quasi) abbandona tutto (io ci tornerò poi) per dedicarsi ad un secondo tempo sulla risvoltà amorosa dell'industriale che inizia a sentire un certo dolorino in fronte: sta mettendo su un bel cesto di corna (pare): si vede che sarà l'età adulta... avevo un handicappato alle elementari che si chiamava giuliano e montaldo me l'ha ricordato. non sapeva fare nulla, ed anche per soffiarsi il naso aveva bisogno d'aiuto, era proprio handicappato, così durante il giorno finivi per trovarlo mentre si leccava le caccole ed il moccio dalla faccia, a volte ridendo. lo schifavo e giustamente l'emarginavo poiché mi dava il voltastomaco, ma lui mi aveva in simpatia (o forse era stronzo punto e basta) e prendeva a seguirmi. lo spintonavo, a volte lo picchiavo forte in faccia, o almeno nella porzione non coperta dal moccio, e lui più veniva percosso e offeso, più si affezionava. ecco, io penso a montaldo: più le sue porcate sono raccapriccianti, più continua a girarne. 40 o 50 anni fa, quando le sue cose non valevano nulla se paragonate con quel che usciva all'epoca (che sotterrava i filmini di montaldo. li sotterrava) ma comunque erano guardabili, produceva di rado. da un po' di lustri a questa parte, che ha il cervello in pappa, si piscia addosso ed ha il cazzo che puzza di morto, per sentirsi ancora vivo sta dietro la macchina da presa. a buffo, certo, ma ciò nonostante non mi sento di sparargli in fronte perché comprendo il suo stato d'animo: si sveglia ringraziando dio di un altro giorno sulla terra, lui che potrebbe non svegliarsi più da un momento all'altro, dato che è vecchio, non ha nulla da dire e soprattutto a nessuno frega un cazzo di starlo ad ascoltare.
la seconda parte, quella relativa all'intreccio amoroso, o presunto tale, tra la moglie dell'industriale, la cagna carolina crescentini, l'amante scalzacani rumeno di coverboy (giusto il garagista può far di lavoro) e pierfrancesco favino fa sbadigliare perché la gestione della suspance è risibile, non appassiona per nulla, ed i dialoghi non solo sono banali, ma sono proprio fuori dal mondo: sono da fiction. mi viene in mente michael douglas: in filmetti come la guerra dei roses o delitto perfetto ogni cosa è al suo posto, i film scorrono via lisci, non annoiano e soprattutto ti tengon sempre lì; son sì stronzatine da cassetta, ma sul tema riescono a non farti desiderare d'essere altrove. poi, tra una stronzata e l'altra, gordon gekko ha piazzato cose come attrazione fatale, che consiglieresti a molti perché ben fatto. ecco, la seconda parte di questo film riesce ad essere tutto quello che non sono quei film (alti o bassi che siano, autoriali o meno) perché qui il regista si crogiola addosso e sembra ripetersi con tono cattedratico: "io insegno, perché io valgo", ma è una frase del cazzo e suscita la comicità involontaria, poiché questo non è un prodotto di de palma o, per dire, non si serve di grandi attori maudit come vincent gallo. voglio dire: qui a fare da spalla c'è quella cagna di carolina crescentini, una che magari è pure un pezzo di pane, vuole bene ai genitori e ricicla tutto, però al cinema sta bene solo nei cinepanettoni a strizzare l'occhio alle cazzate che dice il muccino minore o un suo simile (vaporidis, etc), ma risulta come un cazzotto in un occhio in un film con delle pretese. dunque, se proprio giuliano montaldo non ha un cazzo di nulla di meglio da fare che darsi arie, dovrebbe ingaggiare attori e non cagne utili al massimo come contenitori di seme per sfornare generatori di merda
sulla prima parte. il tema, come detto, è bolso ma perlomeno attuale, però montaldo non è in grado di farti empatizzare con il protagonista, non ti fa stringere i pugni dicendo in sala: "dai, lotta!, trova i finanziamenti e faccela!" come in quei grandi film americani di cassetta sul tema: ancora si ricorda con piacere tutta quella serie di pellicole sulle crisi economiche. gli americani che sudando creavano automobili ma venivano soppiantati dall'efficienza giapponese (qui invece sono i cinesi, più a buon mercato), e così dopo varie peripezie si mettevano a produrre lo stesso numero di automobili di uno stabilimento di tokyo, nello stesso lasso di tempo, per (tentare di) tener testa ai nihongini. alla fine del film vedevi gli operai sudati e ansimanti accanto alle auto appena messe in fila, ed anche se la cosa non aveva senso, tu facevi il tifo per loro pur ridendo e pensando: "cosa CAZZO sudi che l'hai costruita ore fa e stavi solo attendendo il quality_check per tornare a casa e stravaccarti sul divano?", ma loro avevano il fiatone e grazie a questa stronzatina empatizzavi. facevi il tifo per loro perché sembravano umani, esseri viventi. ancora. durante l'ispezione, ci si accorgeva che a questa mancavano gli stop, a quella mancava completamente il vetro, ma gli operai battevano i pugni sul cofano e dicevano: "abbiamo lottato duro, cazzo! è già qualcosa, no!?! abbiamo lavorato notte e giorno! viva l'america!!" e tu applaudivi in estasi perché ti avevano già conquistato al primo pugnetto sul cofano. quelle persone erano imperfette, a volte stupide, ma VERE: quello era cinema.
questa roba è un vetrino asettico durante le analisi. e giuliano montaldo mi ricorda giuliano delle elementari, un bambino handicappato che leccava le sue caccole via dal naso.


ah. ci sarebbe tutto quel discorso su giuliano montaldo amichetto dei comunisti che punta il dito contro le banche (tema originale, complimenti), mentre con l'altra mano raccoglie i fondi pubblici del governo tramite il FUS per "fare cinema"... che poi non esce al cinema. tutto quel discorso sul sistema parassitario tenuto in piedi dai comunisti per tenere in piedi altri comunisti è bello potente, è un ovvio scacco matto, ma non mi va nemmeno di farlo e prender le cose seriamente. mi basta ridere.


l'industriale

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