


il film, tratto dall'omonimo romanzo di abraham yehosua (e' ebreo), gira tra i piu' o meno poveri di gerusalemme, poi tra i poverissimi rumeni, tra i poveri ubriaconi post-sovietici (con tanto di divise, carri armati impolverati, bunker, etc) e invece di usare il dramma, attraverso l'on the road, per far sorridere (come little miss sunshine e come, del resto, buona parte della straordinaria filmografia di monicelli: sorridi dei drammi, che' tanto se piangi non cambia nulla, se non che stai peggio), lo usa per far "riflettere" (le virgolette), per intenerire lo spettatore col dramma (tranne qualche caso di comicita' mal riuscito) e fargli commentare a fine film, quando si mette in circolo con gli amici, frasi di cotanta brillantezza: "certo che nel mondo c'e' tanta sofferenza", "certo che nel mondo ci sono i bambini poveri", "e non solo", "certo che in fondo la gente di israele e' buona, forse dovremmo voler loro piu' bene: poveri israeliti". io a volte penso che quello "stato" illegale dovrebbe saltare in aria tutto insieme con tuutta la gentaccia che c'e' dentro, e questo perche' spesso e volentieri non perdono occasione di comportarsi in maniera deprecabile, per di piu' sbattendoti in faccia che lo fanno in nome di un libro fantasy.
domani vado alla feltrinelli e, in nome dell'ultimo libercolo di terry brooks, andro' in giro a sgozzare tutte le persone che -a mio insindacabile giudizio- non saran veri esseri umani bensi' dragoni cattivi mascherati da tali (un po' come in essi vivono); poi quando qualcuno avra' da dire 'a' io replichero': SEI NAZISTA! SEI ANTI-SEMITA!! tu mi ODI!!!
andiamo proprio bene.

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