lunedì 16 maggio 2011

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la fama del regista duncan jones, figlio di bowie, sta crescendo a vista d'occhio; il suo debutto moon (su suo soggetto) ha ottenuto nulla al botteghino ma lodi sperticate dalla critica, dunque grazie all'ingerenza del padre ed anche alle lodi arriva dopo poco tempo a quest'altro; stavolta ha incassato 100 milioni di dollari e un po' d'ovunque vi diranno questa stronzata: e' un film bellissimo. la realta': moon aveva senso perche', pur plagiando spudoratamente (l'ammette lui stesso) i capostipiti della fantascienza andava a scavare sull'uomo (li' inteso come macchina), per altro col pregio di rimanere nel sempiterno e pregevole sentiero del cinema di genere d'autore fatto con dignita'; ques'altro invece e' una zuccherosa stronzata hollywoodiana.
ho la certezza, avendo visto il debutto, che quest'aborto di film abbia subito la fortissima ingerenza della produzione (quella di grey's anatomy e criminal minds) e nondimeno immagino pazzeschi taglia e cuci e riscritture del finale (all'happy end diabetico mancava solo un bell'arcobaleno gigante pronto a terminare la sua corsa in un pentolone tutto d'oro). ah, lo specifico: qui non si e' talebani contro il finale diabetico hollywoodiano in se'; molto semplicemente, gli effetti speciali ed i finali zuccherosi (con i risolini) ad effetto dovrebbero essere un mezzo, non un fine. a livello scenografico son stati fatti numerosi passi indietro rispetto al debutto, tutto cio' e' sconfortante: non mi significa nulla perder tempo con chi lascia gli attributi sul comodino e non fa dell'attitudine e della militanza i suoi punti cardine. non andate a vederlo: vi annoiereste.
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