sabato 13 agosto 2011

UGO TOGNAZZI 7a parte



qui la sesta parte della bio su UGO.


1969 il commissario pepe: voto 8. uno dei migliori di ettore scola. ugo il commissario s'imbatte negli scheletri negli armadi della societa' e svolge le indagini sino all'epilogo finale, che non rivelo (si sa mai: qualcuno di voi ancora potrebbe non averlo visto); ed e' proprio quello il bello del film: il finale a sorpresa, la decisione di ugo.
1969 nell'anno del signore: voto 7. il primo film della trilogia di luigi magni contro sulla chiesa riguarda QUESTO fatto storico. la parte migliore la svolge nino perche' il suo ruolo e' quello di V ne V for vendetta; alberto ed ugo per lo piu' svolgono il compitino; completa l'opera una stupenda claudia cardinale nel ruolo della pianta ornamentale giuditta l'ebrea. magni si servira' di nuovo di nino nel secondo film sulla trilogia della chiesa, in nome del papa re, ma non degli altri due mostri, mentre si servira' sia di nino che di alberto per il terzo e ultimo, in nome del popolo sovrano. questo e' carino, gli altri valgono poco. pero' c'e' un fatto da far notare: i film di tanti anni fa che valevano poco, pellicole "minori", se paragonati a quelli di oggi sono "da oscar". dunque, si tenga conto un attimo del contesto...
1970 splendori e miserie di madame royale: voto 8. di vittorio caprioli, con ugo mattatore assoluto. il miglior film italiano sull'omosessualita', dopo la patata bollente. ah, vittorio caprioli e' un fenomeno e semplicemente guardando la sua foto (cliccate, stronzi!) ve ne renderete conto: napoletano, attore di teatro, instancabile e prolificissimo attore di cinema, grandissima spalla; se ugo in quest'operetta puo' giganteggiare gigioneggiando (il suo sport preferito), meta' del merito e' sicuramente di vittorio. viene quasi da piangere nel pensare che certa gente non c'e' piu', constatando quanto ci manca, quanto non sia stata sostituita, quanto ci si sia impoveriti (nella scrittura e soprattutto nel coraggio, non tanto nei talenti recitativi), ma per fortuna basta "chiudersi", isolarsi un po' di ore con loro per tornare a respirare, a prendere quelle vitali boccate d'aria cinefila. in questo capolavoro la svolta drammatica del secondo tempo potrebbe non piacere, mentre tutta la parte iniziale e' veramente caricata a pallettoni, pero' consiglio a chiunque questo film, perche' tratta col sorriso un dramma che tutti gli omosessuali hanno vissuto per quasi 50 anni tra il silenzio generale: dovevano nascondersi, uscire sempre e solo di notte; la gente sapeva e faceva finta di nulla, ma quando si stufava di far finta di nulla, o semplicemente voleva smettere di annoiarsi e "giocare" con loro, allora li faceva sparire; la cronaca nera dell'epoca poi, con le mani legate, faceva il resto: "giovane debosciato ritrovato morto mediante sgozzamento vicino un canale", che' nemmeno potevano scrivere "omosessuale". di molti di loro non si e' piu' saputo nulla: dimenticati, se li e' portati via il vento. amo da matti questo film anche per questo, per la loro memoria, perche' ricorda senza piangersi addosso, non c'e' affatto pietismo.
1971 in nome del popolo italiano: voto 9. e' attuale piu' che mai perche' da una parte c'e' un magistrato, dall'altra l'imprenditore/palazzinaro ammanicato con la politica (...). e siccome e' sceneggiato da age e scarpelli (dante e petrarca), il film non e' banale come sarebbe se l'avesse girato qualche scorretto sinistrorso e inetto di merda come roberto faenza: e' un film onesto e non mette i buoni da una parte (magistrati) e cattivi dall'altra (berlusconi), anzi. su uno dei temi piu' cari al nostro cinema, io faccio fatica a trovare pellicole migliori di questa. rasenta veramente il capolavoro, mi stupirebbe sapere che qualcuno non l'ha visto (anche perche', oh, non e' mica un film "di nicchia" come madame royale), ma se non l'avete fatto: correte a vederlo. e dopo venite qui a ringraziarmi.

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