venerdì 22 aprile 2011

il padre dei miei figli


la giovane regista omaggia il produttore del suo primo film, morto suicida; l'argomento non e' il suicidio, bensi' la difficolta' di fare cinema. tutto bene. pero' se fai milioni di euro di debiti perche' non capisci un cazzo e butti soldi che non hai per film che interessano a nessuno, be', poi non puoi piangere sul latte versato e fare pure la vittima. dalle mie parti la durezza della vita ha insegnato ai miei famigliari che esiste sempre e solo un responsabile di quel che ti accade: tu. infatti, trovo questa porcata insultante perche' un VERO film sul cinema, che vada a scavare realmente a fondo i problemi atavici che vi ruotano attorno, dovrebbe mostrarne la "mafia" presente all'interno, dato che i comportamenti di chi vi ruota attorno sono del tutto simili al crimine organizzato; se certe cose accadessero solo nel privato, con produttori privati che senza alcun soldo pubblico si producono per i fatti loro la loro roba con i loro soldi allora non ci sarebbe nulla da dire nel momento della scelta dei loro amici e parenti: sono fatti loro, pertanto nessuno ha il diritto di dire 'a' a riguardo; diverso e' il discorso se si parla di pubblico, di casting (a pagamento), di provini (a pagamento) e compagnia cantando: in certi casi siam davanti il crimine organizzato. un film fatto come si deve chiaramente avrebbe qualche bastone tra le ruote (mi piacciono gli eufemismi) messo dai distributori (dato che loro son coinvolti), pero' avrebbe senso. invece un film su un coglione che butta soldi non suoi non ha alcun senso, se non per quei 2 o 3 sfigati che lo conoscono.
credo che il mondo della critica cinematografica sia davvero alla frutta se arriva addirittura a tirare le seghine a questa paccottiglia invece di sparare a zero, che pezzenti.


il padre dei miei figli

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