

il danese
nicolas winding refn e' uno che non puoi non avere in simpatia: partito con la trilogia
pusher (dalla regia mi dicono: un successone in danimarca), attraverso cose minori come
fear x e
bleeder e' arrivato al divertente
bronson ed al recente e noioso
walhalla rising. la sua filmografia parla chiaro: classico autore di "serie b" di stampo americano, dedito al turpiloquio e violenza gratuiti, ossequiosa osservanza dei numi tutelari, ampia dose di ironia, scene continuamente sopra le righe, eccetera, eccetera. con
drive ha avuto a disposizione un budget importante e l'ha sfruttato bene. alcuni dicono che ha variato il brodo, a me sembra solo che, alle prese con un budget maggiore e con un film commissionato che doveva andare ai festival, nicolas si sia limitato a comportarsi bene in mezzo a persone famose; fino a poco tempo prima, tra i suoi amici danesi, poteva tranquillamente scaccolarsi, ruttare e scorreggiare; alle prese col cinema 'importante' doveva necessariamente mettersi il vestito della cresima, e per le scorregge doveva andare di nascosto in bagno. la prova e' riuscita, anche
(o soprattutto?) grazie ad un redivivo
badalamenti (sei sempre nei nostri cuori, amico!) ed una colonna sonora tesa ad esaltare gli anni '80, non a scimmiottarli; unitamente ad un
ryan gosling che,
troppo fico, ti sbatte in faccia quant'e' superiore alla maggioranza dei maschietti semplicemente standosene in silenzio con uno stuzzicadenti al lato della bocca
(il suo ruolo e' quello dell'eroe solitario). per il resto, il filmetto e' deboluccio e, tolto l'inizio folgorante, man mano che il tempo passa si palesa una pochezza quasi imbarazzante in merito alla storia ed al suo epilogo
(spesso, il problema di queste robe e' proprio quando il prologo termina ed il film deve andare a quagliare: tutte le buone premesse, quando ci sono, se non c'e' sostanza vanno comunque a farsi benedire). comunque, e' ancora al cinema e ve lo consiglio vivamente perche', nonostante tutto, e' leggerissimo, nostalgico verso gli anni '80 ed il cinema di
charles bronson e soprattutto dura poco, quindi non fa in tempo ad annoiare.
drive
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