sabato 20 aprile 2013

cloud atlas


esorto a diffidare degli imberbi tesi ad asserire che l'analisi di questo prodotto sia un compito arduo: mentono, oppure sono handicappati. verrebbe da sopporre che il tracollo della meteora dei wachovski sia da imputare all'ala femminile: laurence, da qualche anno è diventato lana. persone del genere, a vederle, sembrano bizzarre, fuori dagli schemi e un po' brighellone, dunque, in linea teorica, è esattamente quello che ci si dovrebbe attendere dal mondo dell'arte (le virgolette aggiungetele voi qui e altrove): che senso ha nell'arte la prevedibilità di menti lineari come quelle degli impiegati, salumieri o autisti? l'arte è il campo degli infermi di mente: proprio perché il mondo è a misura dei fermi di mente, gli infermi tenderebbero a trovarcisi male, a tal punto da arrivare ad usare l'arte come valvola di sfogo col fine di trovare il loro posto nel mondo. a vedere questi due, sembra che ci sanità mentale ce ne sia poca, sembrano degli squinternati con la mente altrove, delle persone che stenteresti a definire tali ed a cui non metteresti in mano tuo figlio nemmeno per 10 minuti, chiaramente a meno di aver dato i natali ad erika o omar (in tal caso al limite dovresti preoccuparti, sì, ma per la babysitter). paradossalmente, dei due, si faticherebbe a stabilire chi sia il più fuori di testa e pazzo pazzo artistsa: laurence, che 15 anni fa sembrava un muratore polacco intento a bere in solitudine peroncini nei bar di periferia ed ora è una donna a tutti gli effetti ma con lo sguardo che la fa sembrar parente del joker di batman, oppure larry, obeso che faceva e continua a far spavento, il che è tutto dire. ciò nonostante, della pazzia hanno solo l'aspetto, e l'arte non ne beneficia affatto.
la bizzarria dei fratelli e delle sorelle wachovski, infatti, inizia e termina con il loro aspetto fisico discutibile, con il loro l'apparato genitale mutevole ed con i loro sguardi vitrei e persi nel vuoto, perché di artistico nella loro roba non v'è traccia alcuna. la loro ultima fatica, ed è proprio il caso di usare tale parola, dura 3 ore ed è un'impresa titanica non la realizzazione gli attori coinvolti l'infiocchettamento le scenografie, bensì solo per chi riesce ad arrivare alla fine senza addormentarsi, reprimendo la voglia di andarsene durante il film. è un'accozzaglia di merda fumante che divide in 6 dispensabilissime e bolse storie un concetto esposto in maniera banale, a tratti buonista e manierista che concerne anche l'amore universale. questo feto morto sembra abortito dalle menti, se così si possono definire, di due quindicenni che dopo aver visto il video zeitgeist decidono di ribellarsi al sistema diventando vegani, dunque iniziano a raccogliere rifiuti dall'immondizia per cucinare delle leccornie, così le definirebbero, e condividerle con i loro cricetini; sì, i loro roditori di merda che, giustamente, li rifiuteranno: sorci sì, ma la roba marcia non la mangiano mica. marciume che naturalmente sarà usato dai vegani imberbi all'insegna del risparmio per combattere il riscaldamento globale col fine di un mondo migliore. dopo la cena laverebbero i piatti usando l'acqua accumulata in una bacinella e non la getterebbero ma la utilizzerebbero per scaricare il water dopo aver fatto la cacca, col risultato di 1.avere gli stronzi nel cesso magari per un'ora perché bisogna attendere che si sia finito di lavare i piatti per poterlo scaricare e 2.il cesso unto e grasso che non mi sa di pulito. e loro, queste persone artistiche un po' speciali e fuori dagli schemi, tendono spesso a fare queste cose, a vivere in questa maniera.
alla luce del coacervo di decorticamento cerebrale che li attanaglia, dunque, questa sorta di epopea finisce col risultare raffazzonata, tende a stare in piedi molto a fatica ed è posticcia, kitsch. addirittura, dopo ben due ore di sfrangiamento di ovaie su interminabili episodi indipendenti, ripetitivi fino al parossismo e divisi per compartimenti stagni s'arriva finalmente al nocciolo della questione, e cioè alle perle di saggezza (le virgolette continuate ad aggiungerle voi, eh) del discorso di sommi segue-numero, il robot orientale, che con frasi deliranti e pompose da bambina di 10 anni offesa perché le hanno colorato il grembiule a scuola tenderebbe ad enunciare, in soldoni, che la nostra vita in realtà non è nostra, che esiste il ritorno e il tutto è governato dal karma, che ci sono i collegamenti dei sentimenti -naturalmente in primis LAMMORE- che vanno oltre il continuum spazio-temporale e della struttura nascosta della realtà. capirete da par vostro che arrivarci dopo tutto quel tempo e sentirsi pronunciare certi concetti in maniera banale e col tono della suddetta bambina offesa per il grembiule sporcato tutt'al più suscita il riso per l'ingenuità (alcune persone che lavorano con i ritardati, tendono a descrivere i mongoloidi come: "delle persone pure"), specie se il discorso in tre ore interminabili di film dura 1 cazzo di minuto ed è banale; mentre, dopo tutto quel tempo trascorso a montare la panna, serviva un discorso assaj più POTENTE. il discorso di sommi il robot, invece, l'avrebbe potuto scrivere un quindicenne, quindi tende ad espasperare anzicheno chi non suppone che niels bohr sia un tennista svedese famoso negli anni '80.
infine, la ciliegina: si sfocia nel mare magnum del comico-involontario, ed almeno si ride di gusto, persino sul titolo: cloud atlas, l'atlante delle nuvole, che è una sinfoniacca pessima, orripilante e noiosa. probabilmente, questo sarebbe il film preferito da donnie darko, se quel ragazzo esistesse.

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