sabato 9 luglio 2011

paradise road


il film di 'bello' ha veramente pochissimo: noioso, prolisso, con dialoghi banali e "sbagliati" (quando vorrebbero essere ricchi di pathos sembrano scorregge in una sala d'aspetto; quando vorrebbero far ridere fanno pensare a dei ritardati alle prese con battute a cui nessuno ride) e quel poco risponde ai nomi di cate blanchett, glenn close e la moglie di uno dei fratelli cohen: frances macdormand. la storia narrata e' vera: la schiavitu' di migliaia di donne durante la seconda guerra mondiale da parte dei giapponesi. il problema? lo scontro titanico con i predecessori, con quelle montagne impossibili da scalare e che rispondono ai nomi di (citando a caso tra quelli che mi son soggiunti in mente): brubaker, le ali della liberta', fuga di mezzanotte, l'isola dell'ingiustizia, nick mano fredda e papillon tra quelli strettamente legati a questo film, poi ci sono quelli che hanno alcuni rimandi ma che alla fine da questo tipo di pellicole vi si discostano parecchio, ovvero fuga da alcatraz e sorvegliato speciale, per via dell'adrenalina. ah, per me non sono affatto dei filmoni, ma nel genere son meglio di questo: cella 211 ed il profeta. be', dopo pochi minuti hai immediatamente negli occhi quei film e, mi comprenderete, questo qui ne esce davvero con le ossa rotte. (solo a pensare allo sguardo di steve mcqueen ed all'incazzo di paul newman mi veniva voglia di spegnere). presentato come fiction a meta' luglio su raiuno sarebbe stato diverso.

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