

il film di 'bello' ha veramente pochissimo: noioso, prolisso, con dialoghi banali e "sbagliati"
(quando vorrebbero essere ricchi di pathos sembrano scorregge in una sala d'aspetto; quando vorrebbero far ridere fanno pensare a dei ritardati alle prese con battute a cui nessuno ride) e quel poco risponde ai nomi di cate
blanchett, glenn
close e la moglie di uno dei
fratelli cohen: frances
macdormand. la storia narrata e' vera: la schiavitu' di migliaia di donne durante la seconda guerra mondiale da parte dei giapponesi. il problema? lo scontro titanico con i predecessori, con quelle montagne impossibili da scalare e che rispondono ai nomi di
(citando a caso tra quelli che mi son soggiunti in mente):
brubaker,
le ali della liberta',
fuga di mezzanotte, l'
isola dell'ingiustizia,
nick mano fredda e
papillon tra quelli strettamente legati a questo film, poi ci sono quelli che hanno alcuni rimandi ma che alla fine da questo tipo di pellicole vi si discostano parecchio, ovvero
fuga da alcatraz e
sorvegliato speciale, per via dell'adrenalina. ah, per me non sono affatto dei filmoni, ma nel genere son meglio di questo:
cella 211 ed
il profeta. be', dopo pochi minuti hai immediatamente negli occhi quei film e, mi comprenderete, questo qui ne esce davvero con le ossa rotte.
(solo a pensare allo sguardo di steve mcqueen ed all'incazzo di paul newman mi veniva voglia di spegnere). presentato come fiction a meta' luglio su
raiuno sarebbe stato diverso.
Nessun commento:
Posta un commento