martedì 21 luglio 2009

the lost city

l'esordio alla regia di andy garcia e' (prevedibilmente) ricco di tantissime cose, forse troppe. e' come un fiume in piena, no? e' la tua prima volta, vuoi dire fare baciare (lettera testamento) talmente tante cose che finisci per aggiungere e aggiungere e aggiungere. magari 30 minuti puoi toglierli tranquillamente, pero' 'sto film ha un'anima che brucia e sanguina per quanta passione che lui mette dentro, poi trasmette una nostalgia per la sua terra che non puo' non far iniziare a viaggiare verso tutto quello che nel corso degli anni una persona ha dovuto lasciarsi alle spalle, zaini invicta compresi.
comunque, l'aspetto piu' interessante e' l'aspetto politico: con batista a cuba non si viveva da dio, ma almeno potevi dire 'a'. i terroristi si sono impossessati della terra di famiglia, hanno ucciso anziani, donne e bambini, hanno rubato tutto cio' che possedevano, non gli hanno permesso di continuare a lavorare perche' chiudevano i loro locali (per questi motivi: il sax non si puo' suonare nei locali, perche' il sax e' nato in belgio e il belgio ammazza i poveri congolesi -i comunisti hanno sale in zucca. al posto del cervello, ma ce l'hanno), tanto da mettere il popolo cubano con le spalle al muro: o fai come diciamo noi dittatori terroristi, oppure te ne vai. ed allora ad andy garcia ed alla sua famiglia non e' rimasto altro che morire o andarsene, ma anche nell'esilio le persone venivano svilite, umiliate e spogliate di tutti i ricordi che avevano: il ricordo poteva non avere valore pecuniario (ma inestimabile a livello affettivo), ma i comunisti lo toglievano ugualmente. facevano e sfortunatamente fanno tutto questo "per il bene della rivoluzione, perche' le tue cose appartenevano a te, ma ora appartengono alla rivoluzione". ed i terroristi, nel corso dei decenni, continuano a rincarare la dose: "elezioni? a che servono? il popolo ha gia' scelto tempo fa. ora basta". il popolo cubano e' stato stuprato nell'anima dai dittatori terroristi guevara e fidel castro, ed alla brava e onesta gente come andy garcia e la sua famiglia non rimane altro che il ricordo, la nostalgia ed il sogno, un giorno lontano, di riabbracciare l'amata terra, la loro citta' perduta, magari dopo la morte, come il gladiatore nel campo di grano barilla alla fine del medesimo. ma durante la vita, se si puo' chiamar vita, c'e' la morte nel cuore, perche' oggi i figli dell'ignoranza, e ovviamente anche di una mignotta, girano per il mondo con la maglietta del che (senza sapere perche'). e questo non puo' che continuare ad uccidere ulteriormente chi e' gia' stato sconfitto. filmone.

chi sostiene il comunismo sostiene la morte.

the lost city

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