mercoledì 23 marzo 2011

crazy heart


non sapevo che l'esordiente "regista" di crazy heart avesse partecipato a broken trail (fiction tv "western" crepuscolare diretta da walter hill alla canna del gas), ma la presenza di robert duvall, qualche atmosfera particolare (grazie ai paesaggi) e qualche dialogo mi avevano fatto venire in mente esattamente quella roba. praticamente il "ghost writer" bob duvall ha qui prodotto, 30 anni dopo, una sorta di rifacimento cerebroleso di un tenero ringraziamento, film (country anch'esso) cinematografico di ben altro spessore che gli permise di vincere l'oscar come migliore attore (la cosa si e' ripetuta anche in questo caso per jeff bridges). gli americani vanno continuamente ghiotti di questa roba perche' per loro il country, i cowboys ed i jeans sono storia; li' questa roba attecchisce anche quando fa schifo e non dice NULLA, qui da noi ovviamente ha un peso diverso. ah, poi se ci si avvicina a questa roba dopo il botto dell'oscar e soprattutto dei commenti sconclusionati di coglioni prestati alla carta stampata allora a fine visione la delusione e' ancora piu' cocente (t'aspetti qualche interpretazione degna, t'aspetti un bel film country fatto col cuore, etc. invece siamo dalle parti del film tv, non del cinema): il film termina 20 minuti prima del finale (per il resto son solo solite marchette ed happy end hollywoodiani da titoli di coda).
nonostante io non abbia alcuna conferma in merito, metterei la mano sul fuoco che la "colpa" di cio' sia da imputare proprio a robert duvall: e' stanco, vecchio, bolso, prende i giorni che rimangono da vivere cosi' come viene, ci si cheta e si sta in tranquillita', magari godendosi un paesaggio: al cinema questa roba non serve (al limite questa roba puo' essere utile a chi soggiorna in ospizi mentre attende di morire), bensi' servono sangue, cuore e violenza. fiction da seconda serata su rai2.

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