domenica 20 marzo 2011

l'amico di famiglia


va be', lo stile e' quello che e', poi quando 'sto stronzo di regista ci si mette di punta nel mostrarsi "arrogante" e "supponente" verrebbe voglia di prenderlo a ceffoni, pero' il film e' fatto discretamente bene. stavolta condivido il pensiero di molti critici: il vero cattivo del film, chi ne esce davvero con le ossa rotte, chi fa davvero cascare le braccia, non e' quell'omuncolo li' della locandina, non e' qull'infame bastardo usuraio che usa i suoi soldi per compiere nefandezze o deflorare laura chiatti (...chiamalo stronzo), no, non e' lui: sono gli altri, son quelli che gli stanno intorno e chinano il capo. siamo noi italiani a far schifo, non i mafiosi. poi, ovviamente, per tematica ed anche per come e' stato realizzato non e' di certo un film che invoglia a farsi guardare di nuovo eh, ma ammetto che alla lunga 'sto registino al classico "6" striminzito di fine anno c'arriva.


l'amico di famiglia

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