martedì 1 marzo 2011

il grinta


viene da sorridere a leggere i commenti riguardo questa roba. il western in assoluto e' il genere preferito da mio padre; lui guarda e riguarda decine di volte tutti quelli che passano in tv e consulta quotidiantamente da trent'anni la guida cercando film western. vuoi o non vuoi li ho visti e discussi "tutti". a lui il grinta originale, e solo il primo, piace (nonostante, ovviamente, lo faccia ridere parecchio, riconosce che e' un filmetto). a me il grinta ha sempre fatto solo ridere. in particolar modo vedere un bolso, a fine carriera e decisamente fuori tempo massimo john wayne, qui versione polifemo, affrontare orde di temibili pistoleri professionisti correndogli incontro, in un duello al galoppo faccia a faccia. m'ha sempre fatto ridere per il comico involontario, ovviamente. cosi' come m'ha fatto ridere il successo del grinta (ed ora del remake): e' un filmetto che vale proprio pochino. per capirci: era come continuare a star dietro ai metal church quando i morbid angel avevano spostato la musica in avanti con altars of madness. nella fattispecie, 'morbid angel' corrisponde a sergio leone, ovviamente. dopo sergio leone il western non era piu' lo stesso: (ora un po' d'acqua calda) tutti rimasero a bocca aperta perche' era riuscito a dare nuova linfa ad un genere ormai moribondo, persino john ford si era inchinato (giustamente) a lui riconsocendolo decisamente superiore. sergio era talmente titanico da riuscire a piegare il western come uno tzunami per poi lasciar salire, sull'onda lunga del suo tzunami, tutti quelli che per almeno 15 anni han voluto campare grazie a lui. questo era sergio leone. il grinta, invece, era una piccola scorreggina, un filmetto da ridere che veniva preso per quel che era: un filmetto.
vivisezioniamo la scena (e' divertente): bob duvall discorre con john wayne e le cose non vanno come vorrebbe, cosi' ben presto inizia la corsa; da un centinaio di metri di distanza john cavalcando in fretta, stando sul cavallo senza reggersi (il suo modo di reggersi e' un trademark) per poter sparare con 2 mani, riesce a centrare in pieno petto un cattivo che cade stecchito, via via secca gli altri, ammazza chaney (in questo remake invece ci pensa la ragazzina) e bon: ha vinto il rambo guercio. e john? be', come al solito: in ogni film ha una "ferita alla john wayne" (la ferita alla john wayne e' una superflua ferita al braccio che john un altro po' e si cura da solo, ovviamente soffrendo in silenzio senza darlo a vedere a nessuno: oh lui e' un duro). questa roba mi ha sempre fatto ridere cosi' come mi fanno ridere stallone e il caro vecchio arnold (che infatti sono esattamente il prosieguo del lavoro di john wayne come eroe, solo degli anni '80, quindi piu' pacchiani, eccessivi, etc). ed in questo campo preferisco gli anti-eroi alla eastwood perche' almeno risultano quel pelo piu' credibili: non sono sempre pulitissimi e pettinatissimi, non hanno i denti sempre bianchissimi, non devono per forza trattare le donne da gentiluomini ed a loro del destino del mondo non frega niente (semplicemente fan spallucce: guardano e passano). ah, l'ovvio: i 4/5 capolavori indiscussi con john wayne piacciono anche a me.

ma veniamo al remake. con un punto di partenza del genere riuscire a fare un grande film era una mission: impossible, ed infatti i cohen non ci sono riusciti. naturalmente non si sono rincoglioniti: il film fila via liscio e non annoia, a livello registico surclassa l'originale, pero' portano avanti il film col pilota automatico (ormai e' una loro costante, purtroppo), anche se in questo caso ammetto che conoscendo l'originale magari per me era difficile provare un'altra sensazione. comunque, NON c'e' una singola scena che sia rimarchevole, non c'e' una sola sequenza che lasci a bocca aperta, insomma: anche una singola scena madre da tramandare, da ricordare tra 30 anni. per onesta', pero', una scena mi ha destato dal torpore: quel che accade alla ragazzina "post" chaney. ed ovviamente quella m'e' piaciuta sia perche' non me l'aspettavo (nell'originale le cose van diversamente) sia perche' chiarisce le idee sul simbolismo e sulla "punizione" dei serpenti (concetto caro ai cohen e che ho apprezzato). per il resto questo e' l'ennesimo film girato col pilota automatico da due registi che si vedono il mercoledi' sera a cena a casa e, non avendo niente da fare, tra una partita a risiko ed una a scarabeo, cazzeggiando per una trentina di minuti riescono ad abbozzare un nuovo film (ed il film infatti finisce li': in quei 30 minuti di cazzeggio, da alticci). mi spiace sapere che abbiano ricevuto addirittura 10 candidature al premio oscar (...) per un remake del genere. negli ultimi 10 anni solo 2 film su 8 si possono definire grandi film: fratello, dove sei? e non e' un paese per vecchi. tutto il resto, a prescindere dal genere da loro proposto, e' roba da pilota automatico* impostato, con piu' di qualche sonnellino in cabina di regia. avrei preferito che le valanghe di nominations ed oscar arrivassero in altri casi, ma ad onor del vero ad un'analisi piu' attenta: e' un fatto che loro la "gavetta" l'abbiano fatta, anzi all'inizio han raccolto molto meno di quanto meritassero, quindi ora che non hanno piu' nulla da dire non fanno altro che raccogliere (anche) il seminato (da altri).

* = a prescindere dall'opinione che si possa avere a riguardo, a non e' un paese per vecchi va riconosciuto il non essere un film timbra-cartellino ne' che sia stato girato col pilota automatico. specifico riguardo questo film e non sull'altro perche' spesso e' criticato (la totale assenza di musica ha, ovviamente, fatto addormentare piu' di qualcuno), mentre sull'altro non c'e' nulla da discutere dato che e' considerato un capolavoro da chiunque.

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