mercoledì 5 gennaio 2011
quella sera dorata
io credo che james ivory sia annoiato dalla vita e dal cinema che non ama ne' segue, oppure che sia handicappato. seguitemi.
trama: un quasi-professore di prestigiose universita' americane ha bisogno di scrivere una biografia su un defunto scrittore-eremita dimenticato da dio se vuole diventare di ruolo (?) perche' grazie a quei soldi e fama potrebbe riuscirci (??), altrimenti no, a tal punto d'esser costretto ad abbandonare tutto e cambiar mestiere (???), quindi: o la va o la spacca. decide di partire alla volta dell'uruguay, dove i superstiti della famiglia del misconosciuto scrittore inglese vivono non facendo un cazzo, col fine di chieder loro l'autorizzazione alla bio (loro in teoria avrebbero rifiutato via missiva). in uruguay trova il fratello, anthony hopkins, del defunto scrittore morto suicida, la moglie vedova, laura linney, l'amante che lo scrittore s'era definitivamente portato in casa, charlotte gainsbourg, ed infine la piccola figlioletta che lo scrittore aveva fatto in tempo a fare con l'amante (!!!) prima di morire. la piccola bastardina ovviamente vive in casa con la vedova e tutto il resto del cucuzzaro. ah, dimenticavo: il fratello del defunto, il signor hannibal lecter, e' ricchione e vive da 25 anni insieme a tutti in quella casa col suo amante: un giapponese lungocrinito che lui rapi', da novello pigmalione boncompagni, quando quest'ultimo a 15 anni (??) viveva in solitudine, tristezza e sodomia in giappone, prima di riuscire ad arrivare negli stati uniti ed infine in uruguay grazie ad un'adozione ad hoc (???) col suo stesso amante (perche' logicamente negli anni '80, se sei un inglese single e gay di 60 anni e vuoi adottare legalmente un MINORENNE giapponese, be' si' il giappone te lo lascia fare. che problema c'e'??). ma ora torniamo un passo indietro. in tutto questo, l'aspirante professore deve convincerli ad autorizzarlo e loro non vogliono, ma...
allora. tanto per cominciare, come tutti i film di ivory, anche questo non sfugge alla regola: soliti 30 minuti dispensabili, ma a parte questo la mediocrita' del soggetto, della sceneggiatura e della regia e' disarmante: ivory sembra davvero un dilettante allo sbaraglio de la corrida di corrado. il film riesce a tenersi in piedi solo grazie ai tre attori importanti che, davvero, prendono il "film" e se lo prendono tutto sulle spalle, mettendoci anche molto impegno (soprattutto le due donne). quel che mi chiedo, perche' mi sembra proprio evidentissimo durante la visione del film, e' questo: possibile che ivory nella sua testolina inciafregnita dalla noia non abbia compreso che il film si risolve in modo stupidissimo in un finale che piu' banale non si potrebbe? possibile che i dialoghi spesso debbano essere cosi' tremendamente da salotto vittoriano? possibile riuscire ad annoiare mortalmente gli spettatori persino se alle aprese con un film in cui i personaggi sono TUTTI ubriaconi bohemienne che vivono in promisquita' tra sodomiti, amanti, puttane, peones e spacciatori? possibile riuscire ad annoiare cosi' tanto con certe premesse, per giunta ambientando il film in sudamerica?? ivory, che tocca davvero il fondo della sua carriera, a suo modo ha un "talento" che ha del fuoriclasse: riesce davvero a compiere le missioni impossibili, altro che brian de palma. e solo adesso comprendiamo sino in fondo il titolo originale della pellicola: la citta' della tua ultima destinazione. ipse dixit.
quella sera dorata
Pubblicato da
vanessa
alle
mercoledì, gennaio 05, 2011
Etichette:
a come 2 ore buttate,
a come gay,
q
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento