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martedì 30 aprile 2013

argo


hanno creato il caso attorno ad un non-caso. trama: la CIA si mette in testa di far rimpatriare americani presenti in iran durante i tumulti della fine dei '70 e strizza l'occhio ad hollywood per darsi arie col pisello in mano col fine di fare incetta di oscar. io capisco che gli stati uniti abbiano bisogno di far passare gli iraniani come brutti, sporchi, cattivi e soprattutto stupidi; io capisco che la CIA e gli ebrei abbiano sempre bisogno di inventarsi i nemici quando i nemici non ci sono; capisco anche l'urgenza di arginare il subconscio che fa sentire autistici dandosi pacche sulle proprie spalle a suon di oscar per contrastarlo, però i fatti sono andati così: la CIA ha speso mesi di lavoro e milioni di dollari col fine di far rimpatriare uno sparuto numero di ostaggi in iran. tutto il gruppone numerosissimo di ostaggi rimasti lì sono tornati a casa pochissimo tempo dopo grazie alla diplomazia, e senza l'ausilio dei supereroi.
quest'ennesima dimostrazione di celodurismo americane mi ha rammentato un fatto passato alla storia che definisce i confini della grandeur americana: gli americani tanti anni fa non sapevano come fare per scrivere nello spazio con le penne, poiché a gravita zero l'inchiostro naturalmente non sta fermo, forma palline "in aria" e la penna non scrive; così hanno rubat speso decine di milioni di dollari ardimentandosi nell'ingegnare una penna con dell'inchiostro in grado di resistere alla forza di gravità, e sventolando bandiere quelli di houston ci sono riusciti, ché loro se hanno un problema stanno a testa bassa sin quando lo risolvono. i russi nello spazio hanno portato le matite. questo è argo.

sabato 27 aprile 2013

zero dark thirty


ebrei, addetti ai lavori e giurie prezzolate non devono avere molto a cuore james cameron quando esce con il film più importante dell'umanità ogni qual volta ne realizza uno, incassando per altro miliardi di dollari; all'uscita di avatar dovrebbe fare incetta di oscar perché la pellicola era l'unico evento dell'anno, ma all'academy la bile travasa e go go ripikka: the oscar goes to the hurt locker, già in concorso l'anno precedente, "film" parossistico privo di trama, dai tratti documentaristici, dell'ex-moglie bigelow. non solo non vince james, ma vince la sua costola, colei che lui ha raccolto dal fango ed ha plasmato e reso cerebro pensante. non è un caso che i migliori film della bigelow siano arrivati quand'era sposata con cameron. infatti, tendo sempre a ricordare che il regista di strange days e point break sia james bigelow, un grande regista. prima e dopo, lei, ha diretto sempre e solo pattume. dopo l'oscar, chiaramente, per qualche anno camperò di rendita come è accaduto a chiunque nella storia, così la CIA ora le commissiona questa buffonata. secondo quest'opera di fantasia, non hanno preso bin laden estorcendo confessioni mediante la tortura, bensì grazie alle intiuzioni sagaci della roscia presente ne il debito (film patrocitato da ebrei in cui degli ebrei e la CIA cercavano gerarchi nazisti per portarli in israele: sono solo coincidenze), e poi alla fine si solleva una piuma bianca nel cielo, parte l'assolo di violino, houston il problema è risolto, applausi, god bless america, lacrime, fade out. dalla striscia di gaza le caprette gli fanno ciao. attendiamo la stesura finale della sceneggiatura king jong-un esci le bombe se hai coraggio e ahmadinejad nun te temo, sempre affidate alla sapiente regia di una coraggiosa e demogratica bigelow. 

mercoledì 10 ottobre 2012

il dittatore

mi rendo conto che non ha alcun senso chiedere ai comici integrità ed onestà, perché nel momento stesso in cui fossero integri ed onesti... smetterebbero di far ridere; devono essere scorretti, partigiani, eccetera, perché se si comportano da tifosi riescono ad essere più credibili. certo, magari tu puoi puntar contro l'indice e dir loro: "a-ah!" quando si mostrano eccessivamente dei voltagabbana, ma alla fine è comunque da tollerare una sorta di "disonestà cazzona" da parte loro, proprio perché loro stessi sono i primi a non prendersi sul serio (almeno in teoria). a me questo comico non piace perché è ebreo e si comporta da sporco ebreo. per come sono,
riuscirò a considerarlo dal momento in cui lui uscirà col film: "i dittatori" e ci proporrà una serie di gag e personaggi sempre con la barba lunga come questo, però con tante treccioline, qualche candelabro, e qui e là qualche centinaio di scarpette gettate alla rinfusa e poster di anna frank sparsi a far da tappezzeria. vorrei che in quell'ipotetico film schernisse la popolazione più guerrafondaia dell'universo; vorrei che mettesse alla berlina i banchieri ebrei che stanno inguaiando il popolo del mondo con i loro giochini a chi ce l'ha più lungo e/o a chi lo schianta più forte in culo al mondo; vorrei che un personaggio dal naso aquilino più dell'aquila reale prestasse soldi a strozzo con l'interesse al 205% (cit.), poi vorrei vedere questo personaggio sbavare e masturbarsi nell'apprendere che i debitori non possono restituirgli i soldi in modo da permettergli di togliersi qualsiasi sfizio nei loro confronti (e qui sasha, che ha talento, potrebbe tirare fuori delle perle), poi vorrei vedere questo personaggio quasi "rattristarsi" quando, invece, i soldi indietro riescono a darglieli. tutto questo perché trovo troppo facile essere ebrei e fare un film in cui si prendono per il culo gli arabi. qualche gonzo scriverà: quanta satira fa sasha aronne cohen! a fine film prende in giro l'america paragonandola alle dittature islamiche! uuuuhh! stubedo è chi lo stubedo fa? anche nei simpson, che si rivolgono ad un pubblico di 12enni, viene presa per il culo l'america "democratica" del ""sogno"", ma da loro lo apprezzi: gli autori sono americani. sarebbe molto più ficcante e satirico scagliarsi con l'irruenza e la potenza, che sasha indubbiamente ha, contro il "sistema" ebraico. perché io di film in cui si mostra il cazzo, si dice "fica" o "masturbare" e si prendono in giro gli arabi ne ho a bizzeffe, ma di film in cui si mettano alla berlina gli sporchi ebrei cravattari, stranamente, non ne vedo mai. ma sicuramente sarà un caso che il cinema è in mano loro. poi, va be', l'acqua calda: questo è bravo, sì, ma, diciamo così: non è woody allen. e non è nemmeno carlo verdone (anni luce avanti), al massimo può valere un abatantuono o un checco zalone (che sono comunque molto), ma non di più.

martedì 20 marzo 2012

the river


c'e' quel giudeo di oren peli, il "regista" di paranormal activity, che dopo quel successo e' entrato nelle grazie di steven spielberg perche' e' ebreo bravo nel suo mestiere, dunque lo ha ricoperto di soldi e gli ha affidato la scrittura e la regia di questo telefilm (girato con la solita tecnica straccia-ovaie della telecamera in mano che fa traballar tutto). tizio rimane desaparecido nel rio delle amazzoni (notissimo terreno woodoo e ricco di misteri e forze oscure che governano il posto e lottano contro i potenti gringo, col fine di ucciderli e scacciarli via), dunque una troupe televisiva composta anche dai membri della sua famiglia va li' per cercarlo (cosi' parte anche un nuovo programma-tv, dato che il tizio era una sorta di licia colo' de noantri con i suoi documentari). ci sono i misteri, la gente si prende i colpi all'improvviso, nelle oscure e tetre (tetrissime!) notti ci sono le bambole con le teste mozzate appese sui rami degli alberi (... ) a meta' strada tra chucky ed un plagio senza vergogna al capostipite blair witch project, poi ci sono anche dei loschi figuri simil-aborigeni che ogni tanto si lasciano intravedere (per il momento). ah, la ciliegina: non manca nemmeno l'antico cimitero dissacrato senza alcun ritegno dall'uomo bianco, che giustamente se la prende in quel posto e viene attaccato dal "male" (per fortuna che almeno non hanno detto che il cimitero era indiano...).
per ora sulla tv a pagamento han mandato in onda poche puntate, e vi assicuro che e' una vera merda. quando gli oscuri misteri si dissiperanno si scoprira' che e' una stronzata che plagia un po' lost e un po' blair witch la lasceranno stare (per fortuna). fino ad allora, purtroppo, romperanno un po' le pelotas con l'hype su questa stronzata.

a margine di tutto cio', io vorrei sottoporvi un quesito: COME MAI tutti questi loschi figuri, queste entita' che sono "energia" (?) oscura che si manifesta contro la gente che invade i loro luoghi sacri non riescono a fare un cazzo contro il disboscamento dell'amazzonia? ma non sono entita' maligne molto forti? guarda un po', ti stiamo togliendo l'anima dal buco del culo, cara la mia amazzonia, e tuutti i tuoi spiriti maligni possono intervenire solo contro la troupe di the river? ah ah, io rido di te, amazzonia! che poi io ci provo anche, ma siccome questi scalzacani non hanno un briciolo di inventiva, sono morti dentro e non hanno fantasia, allora mi fanno ridere: i "guerrieri oscuri" delle amazzoni rompono il cazzo alla troupe di the river alla ricerca di uno stronzo scomparso, pero' nel frattempo migliaia di operai (negri) comandati da pochi occidentali stanno disboscando l'amazzonia. bella per voi!


poscritto peones:
javier, senti, quando hai finito di lavarmi la macchina, fai caso ai nani da giardino: sono tutti sporchi, la cana ci ha fatto la cacca sopra. sbrigati a pulirli tutti quanti, che' abbiamo ospiti per pranzo. si'. lo so che sono gia' le 12.30, ma tu sbrigati ugualmente (negro), che' altrimenti ti licenzio e ti rimando dal buco del culo del mondo dal quale sei venuto. anche perche' mi pare che io ti pago in orario, non e' che tardo. sbrigati! andale! andale!

venerdì 24 febbraio 2012

adam resurrected


non serve fare gli scribacchini e perdersi in stronzate quando la filmografia di paul schrader parla (tanto) per lui: tuta blu, hardcore, taxi driver, yakuza, american gigolo, toro scatenato, mishima, auto focus; cio' nonostante, anzi ribadendo ancora una volta che si e' dinanzi un mastodonte, dico che io paul schrader non lo seguo piu'.
gli ebrei al cinema hanno rotto i coglioni a tutti, anche alle zecche. paul schrader sara' intelligentissimo, pieno di amici interessanti (tutti molto artisti e con tantissimi progetti per la testa e dischi dipinti libri film pronti all'uscita), pero' guarda da un'altra parte mentre il mondo se ne va per i fatti suoi. certo, se i premi cinematografici li danno gli ebrei e se i distributori cinematografici piu' importanti sono ebrei magari e' tanticchia ovvio continuare a rompere i coglioni al mondo con certi film, ma le menti migliori del nostro mondo dovrebbero essere al di sopra di tutto questo, e non turarsi il naso perche' almeno cosi' lavorano (spero sia stata questa la motivazione: le bollette). si salva a tratti solo la prova di jeff goldblum.


adam resurrected

domenica 29 gennaio 2012

the experiment


la solita americanata di merda, col solito risvolto bolso e stupidino, zuccheroso e mieloso, tipico americano. e come poteva, paccottiglia simile, non coinvolgere quel canide infame dal naso aquilino di adrien brody? e potrebbe non coinvolgere quel guercio di forest whitaker? cani del genere sono sempre attratti da certa immondizia, cosi' come (m'e' venuto in mente ora) michael pitt: come con le mosche e la merda.
the experiment - cercasi cavie umane era un discreto rifacimento (l'ennesimo) cinematografico riguardo l'esperimento carcerario di stanford, ed era un film decente perche' non era la solita americanata di merda. a me piacque perche' mi permise di conoscere ben presto moritz bleibtreu (lola corre, verita' apparente, a torto o a ragione, munich, le particelle elementari, l'eletto, la masseria delle allodole, speed racer, la banda baader-meinhof, soul kitchen e vallanzasca), il famoso attore tedesco d'origine turca che oggi praticamente tutti conoscono. ma soprattutto mi piacque, a differenza di quest'immondizia, per questo semplice motivo: il regista del rifacimento tedesco di 10 anni fa e' il regista de la caduta, il regista americano di questa versione e' il regista di prison break (...). insomma, anche ad essere proprio autistici qualche differenza la si dovrebbe scorgere. gli americani, giustamente, dinanzi una pellicola sull'esperimento scientifico di stanford, affidano la regia ad uno che gira PRISON BREAK, dunque il risultato non puo' non essere questo.
aggiungo le ranocchie blu di ambo le versioni:


the experiment america

the experiment germania

sabato 21 gennaio 2012

la versione di barney


fate vostro questo film: ne vale la pena. paul giamatti interpreta barney e con molteplici flashback viene ripercorsa tutta la sua vita. i personaggi di contorno sono esattamente come dovrebbero essere: interessanti, ben delineati, etc. certo, l'autore di questa cosina magari e' furbetto, pero' si nota proprio al volo che lui per primo s'e' divertito nello scrivere queste cose. e poi, oh, furberia o no: il ruolo del padre, su celluloide interpretato da dustin hoffman, e' proprio divertente, c'e' poco da fare!


la versione di barney

lunedì 17 ottobre 2011

la pecora nera


ma perche' il giudeo ascanio celestini non muore? su la pecora nera di celestini potrei scrivere un libro e dei bei capitoli li riserverei ai problemi che ha nella testa questo deneuronato vanesio. insulsa reiterazione di parole a caso (piu' che pronunciate per il senso logico, vengono pronunciate anche per il suono onomatopeico), insulsa reiterazione di "concetti" (...) astrusi e/o da sbadigli spacciati per "grandi verita'" o "frasi ad effetto" che non avrebbero stonato in un servizio di pomeriggio cinque condotto da barbara d'urso (la quale avrebbe mostrato lo sguardo contrito e detto che ascanio celestini era davvero una persona sensibile). frasi enunciate solo e soltanto per farsi belli, per farsi dire "bene! bravo! bis!", come il vanesio che continua a specchiarsi senza soluzione di continuita'. ecco cos'e' questo pastone di merda.
messo a fuoco il prodotto, passo al nocciolo del problema: (chiaramente, mettendo da parte per un momento il cerebro in metastasi dell'ebreo ascanio) il """film""" e' tratto da una pièce teatrale ideata/scritta dallo stesso ascanio celestini, il quale ci ha poi scritto un libro e, non contento di raschiare il fondo del barile (questo fenomeno da baraccone dovra' pur sfruttare voi gonzi che vi bevete 'ste stronzate, tanto sa benissimo che prima o poi la gente se ne accorgera'), ha pensato bene di riproporre il medesimo prodotto al cinema, dimenticando di dare ad un film l'impostazione di un film (maddai?), dandogli invece l'impostazione teatrale di un testo teatrale (...). anche un bambino di 12 anni fa suoi concetti banali come questo (un film al cinema dev'essere cinematografico), eppure le persone coinvolte in quest'obbrobrio se ne fregano (con cognizione di causa) perche' tanto all'interprete principale la cosa che preme di piu' nella vita e' sentire il suono della sua voce (a prescindere da quel che dice): la persona che ascanio ama di piu' e' ascanio celestini, dunque se ne frega del film e non tarda nel farcelo sapere, continuando l'estenuante performance da latrina nel farcelo sapere continuamente. per poi farcelo sapere ancora. mi spiego peggio. non contento d'essere autore e protagonista a teatro, non contento d'averci scritto il libro e non contento (nemmeno!) d'essere il protagonista del film, lui pensa bene di occupare qualsiasi spazio anche con la voce narrante, ospite sgradevole dall'inizio alla fine e che ha pochi eguali riguardo a protervia (questo modo di fare, questa scelta, ha spazientito chiunque).
il """film""" non ha ritmo, la gente in sala tende ad andarsene (asd!) alla fine del primo tempo (se va bene), chi arriva al termine lo fa per stoicita' e comunque nei dialoghi tra amici post-visione quel che emerge ovunque e': "mi sono spazientita un casino", "e' troppo lenta questa roba". riuscendo nell'impresa di mettere tutti d'accordo: un plebiscito che neanche in iran.
questo accade perche' ascanio celestini non e' un regista, dunque non e' riuscito (non ha voluto) dare il minimo ritmo al film, e' narcisista e vanesio (occupa tutti gli spazi, reitera fino allo sfinimento i concetti manco fosse orson), in piu' ha una retorica da pomeriggio cinque/programmi di maria de filippi ed a livello cinematografico non ha alcuno stile (un idraulico sordocieco e con la terza media l'avrebbe girato in questo modo).
infatti, non a caso questo comico-involontario (solo in questo senso e' comico questo spassoso deneuronato) di celestini, in quanto narcisista, tiene tutti gli altri personaggi sullo sfondo (letteralmente), non ne approfondisce alcuno (pur se di tanto in tanto abbozza qualche flebile motivo di interesse), e non lo fa proprio perche' dev'essere sempre presente lui; quando non e' presente in camera -perche' per caso inquadrano gli altri- lui comunque e' presente con la voce narrante. ma voi nella vostra vita la sopportate gente del genere? a voi davvero piace la gente che non e' capace di chiedervi nemmeno come state e per 2/3 ore ininterrotte al pub passa il tempo a parlare di quant'e' brava a far questo e di quant'e' brava a far quello? a voi piacciono le persone che non stanno mai in silenzio? be', se non vi piace gente del genere: perche' date i vostri soldi a questo cialtrone, che tra le altre cose e' anche ebreo?
ma da una persona incapace (come comico e come regista) e narcisista (parla sempre di se', e' sempre lui il protagonista, anche quando non inquadrato) era o non era lecito aspettarsi superficialita' nel trattare il tema della degenza in ospedale per i matti? (questo, a mio avviso, e' il difetto piu' grande e piu' scabroso) certo che era lecito! infatti non approfondisce in alcun modo l'internato dell'ascanio celestini bambino (ci dice che era povero, e basta) ne' dell'ascanio da adulto (ci dice che e' ascanio. e poi parla, parla, parla senza soluzione di continuita'; lui lascia tutto al flusso di coscienza, come se fosse interessante sentir scorreggiare il suo cervello).
una persona incapace, narcisista e superficiale, che cerca tutti i modi per rubare soldi alla gente smerciando lo stesso (sterile) prodotto, poteva non essere anche ipocrita? certo che non poteva! ed infatti, sebbene in teoria l'argomento siano i matti, il disagio mentale e la degenza in ospedale, i matti sono ridotti (come al solito, come avrebbe fatto uno dello "spessore" di moccia) a macchiette, a banali ombre, non a persone approfondite per bene (sono li' a scopo strumentale, ad ascanio non interessa di loro; a lui interessa suscitare questo nello spettatore: oooohhh, hai visto ascanio che si interessa pure degli handicappati? che carino che e'. e' molto sensibile. quando lo incontro gli faccio un bocchino e gli chiedo l'amicizia su facebook -nota: asd, a roma di sicuro di pompinare ne trova parecchie). ogni tanto, ad onor del vero, ascanio celestini usa l'handicappato come pretesto per momenti di "poesia": parte da una patologia per suscitare pena per poi finire nel pathos del momento poetico... in cui si fa bello (e basta). gli va dato atto, oh.
dunque, ipocrita perche' "i matti" in questo """film""" sono funzionali solo e soltanto alla narrazione di se' stessi, sono solo un mezzo che permette all'autore di mostrarsi vanesio ed autoreferenziale.
ah, nota a parte: vi interessa questo tema? volete approfondire l'argomento 'matti' per bene, magari facendovi qualche risata grazie a bravi comici, pero' approfondendo per bene il mondo dei manicomi e dei matti? cliccate qui, oppure guardate la meglio gioventu' (concentrandovi su jasmine).

la pecora nera

venerdì 30 settembre 2011

il debito


da un "regista" come john madden (shakespeare in love, il "mandolino' del capitano corelli, proof la prova) di certo non e' lecito aspettarsi nulla, ma questo film (remake di un aborto sionista del 2007) sul debito scolastico se lo poteva risparmiare. com'e' possibile prendere un debito in religione? solo lui ci riesce. per altro le religioni organizzate ed i relativi fedeli sono il piu' insulso coacervo di imbecilli: bisognerebbe estinguerli tutti, a meno che non smettano con la loro insopportabile opera di proselitismo, non trovate?
al cinema non c'e' materia piu' stupida e sfrangia ovaie della faccina triste degli ebrei, infatti anche questo "film" (la storia non esiste, di sceneggiatura neanche a parlarne, il filo logico, etc) non fa eccezione. tuttavia, 'dal letame nascono i fiori' trova riscontro tra questa melma: sam worthington (terminator: salvation, avatar, scontro tra titani). lo ritenevo un insulso canide come mille altri (naturalmente non per la banalita': attore d'azione = canide, perche' il mondo del cinema e' pieno di gerard butler e vin diesel; o di bellissime e bravissime pronte a smentire certi luoghi comuni puerili), invece qui e' egregio. la parte del film relativa alla caccia a mengele e' scialba, letteralmente da sbadigli (tranne per la migliore e nondimeno condivisibile frase di tutto il film, pronunciata dal medico nazista: "sai perche' bastavano 4 soldati per tenere d'occhio 1000 di voi? perche' siete i piu' vili e paurosi abitanti della terra. non volete correre il rischio di salvare i vostri figli, preferite avete paura e rimanere vivi, preferite sopravvivere voi, pensando a voi stessi e basta. vili vermi del genere non meritano di stare al mondo"), ma la parte romantica e' caruccia, tanto che a questo punto mi e' venuta voglia di vedere last night, commedia romantica diretta dalla regista iraniana di the jacket.


il debito a scuola

domenica 18 settembre 2011

super 8


j.j. abrams non vale nulla. spesso, quando si vuole affossare qualcuno rispetto a qualcun altro, si suol dire: "non vale un'unghia incarnita di..."; non e' questo il caso, perche' cio' vorrebbe dire fare un complimento ad abrams, dunque correggiamo il tiro: j.j. abrams non vale un pelo del culo sporco di merda di steven spielberg. amo la corrida, taglio subito la testa al toro: abrams e' famoso da circa 10 anni ed ha prodotto lost (dopo la prima serie e' una vaccata per nerd) e cloverfield; diretto mission: impossible 3, star trek (...) ed infine 'sto robo. questo, invece, steven: duel, sugarland express, lo squalo ed incontri ravvicinati del terzo tipo. la differenza riuscite a notarla o siete di quei nerd da paura che si tengono lontani dalla vita con le chiuse di 20 episodi al giorno fino a diventare talmente rincoglioniti da tubo catodico per accorgersi non solo di questa banale differenza ma anche del bisogno di dover andare a pisciare?
io non so che farmene di un poveraccio che ad inizio carriera dice chiaramente: "IO NON HO IDEE! PLAGIO!". non mi fa ridere ne' mi suscita nulla di positivo vedere questo poveraccio che strizza continuamente l'occhio allo spettatore cercando emozioni d'accatto o puntando sulla nostalgia. sei uno di successo? puoi fare e disfare quello che vuoi? hai budget che praticamente il mondo si sogna? bene. STUPISCIMI! rivolta il mondo del cinema come un calzino, facci prendere la necessaria boccata d'aria fresca, almeno innovi o rinnovi qualcosa. oppure no. nulla di tutto questo. plagia, ricicla ed omaggia quanto ti pare MA crea almeno film belli, decenti, guardabili. niente. tonfo su tutta la linea. questo totale incapace (non e' un regista, non vale nulla come regista, puo' fare solo il produttore: cioe' parlare al telefono, reclutare gente, offrire puttane ad attori boriosi... e stop. lui sul set non dovrebbe proprio essere presente) non trasmette mai nulla di nulla non solo rispetto a spielberg, ma anche rispetto ad un qualsiasi mestierante/artigiano alla giullermo del toro.
il film. plagia omaggia spielberg per tutto il tempo: le fondamenta sono costituite da E.T. e goonies, poi ci sono rimandi agli incontri ravvicinati, piu' varie citazioni per nerd (non per cinefili) sparse solo per far dir loro "oooohhhh" mentre si prodigano in espressioni da ebeti.

non buttate i vostri soldi: ora al cinema danno this is england e bad teacher, poi sull'intrattenimento riuscito al 100% c'e' le amiche della sposa.

super 8

martedì 9 agosto 2011

zucker! ... come diventare ebreo in 7 giorni


film da vedere. zucker, ebreo alcolizzato, scommettitore e giocatore, e' tedesco e vive una vita d'azzardo, prendendo continuamente a male parole la figlia lesbica, il figlio timido, introverso (e gay?), i parenti ebrei ortodossi, il rabbino, etc. da vedere.


zucker... come diventare ebreo in 7 giorni

brothers


come poteva essere il remake di non desiderare la donna d'altri (...), ovvero brothers, quel merdo-film danese di susanne bier? una merda. lars trier su susanne bier ha ragione.

sabato 23 luglio 2011

carlos


il famigerato terrorista ilich ramirez sanchez, conosciuto da tutti come carlos, negli anni '70 s'e' distinto nelle solite vergognose azioni militari che ci fanno vergognare d'appartenere alla stessa razza (quella umana, in teoria) di questi marxisti che meritano d'esser decapitati per il fatto stesso d'esser nati. questo telefilm racconta e romanza le sue gesta.
nel leggere le informazioni riguardo questa roba, prima della visione, naturalmente mi stava venendo l'acquolina e gia' mi sfregavo le mani, poi pero' man mano che andavo avanti con gli episodi di questo telefilm, un pensiero si e' fatto sempre piu' strada: bolso, bolso, bolso...
l'azione ogni tanto c'e', gli intrighi politici pure (sono sempre interessanti 'sti argomenti: fantapolitica, la longa manus della CIA, servizi segreti, intrighi, terrorismo...), pero' ho avuto continuamente questa sensazione: rimestare il brodo ed allungarlo con acqua panna (la piu' insulsa acqua della terra? bingo). mi ha annoiato, tranne nell'assalto all'OPEC.
il regista francese, olivier assayas, e' lo stesso -tra gli altri- di clean, con nick nolte.

martedì 21 giugno 2011

x-men: l'inizio


se consideriamo che questo e' il quinto film sugli x-men (ora al cinema c'e' il quarto dei pirati e fa ribrezzo) e che il "botto" reale al cinema ci sara' all'arrivo dei vendicatori, un bel "6" se lo merita. c'e' hugh jackman per pochissimi secondi e devasta i due attori protagonisti*, per il resto c'e' la solita roba che va avanti senza sussulti e picchi, ma anche senza noia. sicuramente non e' il piu' brutto, anzi. di mercoledi' vale il biglietto.


* = james mcavoy: le cronache di narnia, penelope, espiazione e wanted;
michael fassbender: 300, fish tank, bastardi senza gloria, centurion, jonah hex.


x-men l'inizio

lunedì 20 giugno 2011

lo stravagante mondo di greenberg


noah baumbach e' il classico newyorchese intellettualoide, ricchione (o latente), parecchio snob, abuso di farmaci, eccetera. se avesse un talento sfrenato per la comicita' sarebbe woody allen, ma siccome NON ha talento e' semplicemente noah baumbach. infatti, piu' che lui, mi fanno ridere i poveracci che si spellano le mani per tutte le sue "opere", specie se penso che, davvero, 50 anni fa i primi 4/5 film di woody allen facevano sperticare dal ridere, erano ricchi di contenuti ed avevano una vena comica pazzesca, fuori dal comune, letteralmente geniale. oggi, invece, bisogna accontentarsi di questa gente per le risate 'alte'. fortunatamente noi in italia navighiamo in acque assaj migliori.
all'esordio questo deficiente ha rotto le ovaie a tutte con il calamaro e la balena (intellettuali che cercano di far ridere ma fanno annoiare/danno fastidio, talmente son verbosi e nevrotici); non contento ha voluto proprio mettersi di impegno nel sottolineare per benino quanto sia toccato nel cervello e quanto avrebbe bisogno di andare a lavorare veramente: il matrimonio di mia sorella peggiorava ulteriormente la situazione; ma l'incontro con wes anderson (i tenenbaum) da' il la' ad un bel sodalizio: noah gli scrive le avventure acquatiche di steve zissou (hanno riso solo loro 2 frocetti snob) e fantastic mr. fox.
finalmente, dopo circa 10 anni di carriera, noah riesce a firmare un film che valga la pena consigliare. smussando gli angoli inutilmente spigolosi de "il calamaro" ne conserva alcune nevrosi "positive" (per il film); dal "matrimonio" fortunatamente non pesca nulla ed infine aggiunge un (in)sano romanticismo tra ben stiller e la giovanissima biondina (mi sembra brava, nell'originale da' dei toni credibili: recita tra il distaccato e l'assente, mi ha ricordato charlotte gainsbourg, e l'ho trovata perfettamente in parte), ed e' proprio grazie alle scene di relazione tra i due che il film decolla.
a margine, un bilancio sul regista si puo' tranquillamente tracciare: se passano gli anni e ti fregi della collaborazione e della spinta di nicole kidman, ben stiller, eccetera ma continui a non incassare mai nulla qualcosa vorra' pur dire. molto spesso i critici di professione diventano tifosi in preda alle "fittonate" del momento e scordano particolari di non poco conto, come questo.


lo stravagante mondo di greenberg

sabato 21 maggio 2011

i tenenbaum


all'epoca tutti "!!!" per i tenenbaum, ma rivisto dopo anni m'ha fatto addormentare. ormai si puo' dire: wes anderson e' il classico regista da una botta e via. ripeto, questo mentre lo vedi e' "!!!!!!!!!" e dopo la visione quando ne parli con chiunque e' "!!!", ma se lo riguardi ti fa addormentare; gli altri film invece sono meglio dei sonniferi: le avventure acquatiche di steve zizou zidane sembra scritto da uno di 12 anni a cui son piaciuti i tenenbaum, infine il treno per il darjeeling sembra scritto qualche anno dopo sempre dal ragazzino di cui sopra, pero' ormai cresciuto e passato -non indenne- da una lobotomia parietale.

martedì 17 maggio 2011

il responsabile delle risorse umane


del tutto casuale il fatto che la cover di questo breo-film ricordi quella qui accanto di little miss sunshine; cosi' com'e' casuale, del resto, il fatto che nella locandina ci sia lo stesso identico tipo di mezzo di locomozione; cosi' com'e' casuale che anche questo film sia un "on the road" in cui si viaggia per riscoprire se' stessi e l'"anima" che si e' persa, oppure perdersi di nuovo per poi ritrovarsi, per poi finire -casualmente- a tarallucci e vino.
il film, tratto dall'omonimo romanzo di abraham yehosua (e' ebreo), gira tra i piu' o meno poveri di gerusalemme, poi tra i poverissimi rumeni, tra i poveri ubriaconi post-sovietici (con tanto di divise, carri armati impolverati, bunker, etc) e invece di usare il dramma, attraverso l'on the road, per far sorridere (come little miss sunshine e come, del resto, buona parte della straordinaria filmografia di monicelli: sorridi dei drammi, che' tanto se piangi non cambia nulla, se non che stai peggio), lo usa per far "riflettere" (le virgolette), per intenerire lo spettatore col dramma (tranne qualche caso di comicita' mal riuscito) e fargli commentare a fine film, quando si mette in circolo con gli amici, frasi di cotanta brillantezza: "certo che nel mondo c'e' tanta sofferenza", "certo che nel mondo ci sono i bambini poveri", "e non solo", "certo che in fondo la gente di israele e' buona, forse dovremmo voler loro piu' bene: poveri israeliti". io a volte penso che quello "stato" illegale dovrebbe saltare in aria tutto insieme con tuutta la gentaccia che c'e' dentro, e questo perche' spesso e volentieri non perdono occasione di comportarsi in maniera deprecabile, per di piu' sbattendoti in faccia che lo fanno in nome di un libro fantasy.
domani vado alla feltrinelli e, in nome dell'ultimo libercolo di terry brooks, andro' in giro a sgozzare tutte le persone che -a mio insindacabile giudizio- non saran veri esseri umani bensi' dragoni cattivi mascherati da tali (un po' come in essi vivono); poi quando qualcuno avra' da dire 'a' io replichero': SEI NAZISTA! SEI ANTI-SEMITA!! tu mi ODI!!!

andiamo proprio bene.


il responsabile delle risorse umane DVD-RIP

martedì 1 marzo 2011

il grinta


viene da sorridere a leggere i commenti riguardo questa roba. il western in assoluto e' il genere preferito da mio padre; lui guarda e riguarda decine di volte tutti quelli che passano in tv e consulta quotidiantamente da trent'anni la guida cercando film western. vuoi o non vuoi li ho visti e discussi "tutti". a lui il grinta originale, e solo il primo, piace (nonostante, ovviamente, lo faccia ridere parecchio, riconosce che e' un filmetto). a me il grinta ha sempre fatto solo ridere. in particolar modo vedere un bolso, a fine carriera e decisamente fuori tempo massimo john wayne, qui versione polifemo, affrontare orde di temibili pistoleri professionisti correndogli incontro, in un duello al galoppo faccia a faccia. m'ha sempre fatto ridere per il comico involontario, ovviamente. cosi' come m'ha fatto ridere il successo del grinta (ed ora del remake): e' un filmetto che vale proprio pochino. per capirci: era come continuare a star dietro ai metal church quando i morbid angel avevano spostato la musica in avanti con altars of madness. nella fattispecie, 'morbid angel' corrisponde a sergio leone, ovviamente. dopo sergio leone il western non era piu' lo stesso: (ora un po' d'acqua calda) tutti rimasero a bocca aperta perche' era riuscito a dare nuova linfa ad un genere ormai moribondo, persino john ford si era inchinato (giustamente) a lui riconsocendolo decisamente superiore. sergio era talmente titanico da riuscire a piegare il western come uno tzunami per poi lasciar salire, sull'onda lunga del suo tzunami, tutti quelli che per almeno 15 anni han voluto campare grazie a lui. questo era sergio leone. il grinta, invece, era una piccola scorreggina, un filmetto da ridere che veniva preso per quel che era: un filmetto.
vivisezioniamo la scena (e' divertente): bob duvall discorre con john wayne e le cose non vanno come vorrebbe, cosi' ben presto inizia la corsa; da un centinaio di metri di distanza john cavalcando in fretta, stando sul cavallo senza reggersi (il suo modo di reggersi e' un trademark) per poter sparare con 2 mani, riesce a centrare in pieno petto un cattivo che cade stecchito, via via secca gli altri, ammazza chaney (in questo remake invece ci pensa la ragazzina) e bon: ha vinto il rambo guercio. e john? be', come al solito: in ogni film ha una "ferita alla john wayne" (la ferita alla john wayne e' una superflua ferita al braccio che john un altro po' e si cura da solo, ovviamente soffrendo in silenzio senza darlo a vedere a nessuno: oh lui e' un duro). questa roba mi ha sempre fatto ridere cosi' come mi fanno ridere stallone e il caro vecchio arnold (che infatti sono esattamente il prosieguo del lavoro di john wayne come eroe, solo degli anni '80, quindi piu' pacchiani, eccessivi, etc). ed in questo campo preferisco gli anti-eroi alla eastwood perche' almeno risultano quel pelo piu' credibili: non sono sempre pulitissimi e pettinatissimi, non hanno i denti sempre bianchissimi, non devono per forza trattare le donne da gentiluomini ed a loro del destino del mondo non frega niente (semplicemente fan spallucce: guardano e passano). ah, l'ovvio: i 4/5 capolavori indiscussi con john wayne piacciono anche a me.

ma veniamo al remake. con un punto di partenza del genere riuscire a fare un grande film era una mission: impossible, ed infatti i cohen non ci sono riusciti. naturalmente non si sono rincoglioniti: il film fila via liscio e non annoia, a livello registico surclassa l'originale, pero' portano avanti il film col pilota automatico (ormai e' una loro costante, purtroppo), anche se in questo caso ammetto che conoscendo l'originale magari per me era difficile provare un'altra sensazione. comunque, NON c'e' una singola scena che sia rimarchevole, non c'e' una sola sequenza che lasci a bocca aperta, insomma: anche una singola scena madre da tramandare, da ricordare tra 30 anni. per onesta', pero', una scena mi ha destato dal torpore: quel che accade alla ragazzina "post" chaney. ed ovviamente quella m'e' piaciuta sia perche' non me l'aspettavo (nell'originale le cose van diversamente) sia perche' chiarisce le idee sul simbolismo e sulla "punizione" dei serpenti (concetto caro ai cohen e che ho apprezzato). per il resto questo e' l'ennesimo film girato col pilota automatico da due registi che si vedono il mercoledi' sera a cena a casa e, non avendo niente da fare, tra una partita a risiko ed una a scarabeo, cazzeggiando per una trentina di minuti riescono ad abbozzare un nuovo film (ed il film infatti finisce li': in quei 30 minuti di cazzeggio, da alticci). mi spiace sapere che abbiano ricevuto addirittura 10 candidature al premio oscar (...) per un remake del genere. negli ultimi 10 anni solo 2 film su 8 si possono definire grandi film: fratello, dove sei? e non e' un paese per vecchi. tutto il resto, a prescindere dal genere da loro proposto, e' roba da pilota automatico* impostato, con piu' di qualche sonnellino in cabina di regia. avrei preferito che le valanghe di nominations ed oscar arrivassero in altri casi, ma ad onor del vero ad un'analisi piu' attenta: e' un fatto che loro la "gavetta" l'abbiano fatta, anzi all'inizio han raccolto molto meno di quanto meritassero, quindi ora che non hanno piu' nulla da dire non fanno altro che raccogliere (anche) il seminato (da altri).

* = a prescindere dall'opinione che si possa avere a riguardo, a non e' un paese per vecchi va riconosciuto il non essere un film timbra-cartellino ne' che sia stato girato col pilota automatico. specifico riguardo questo film e non sull'altro perche' spesso e' criticato (la totale assenza di musica ha, ovviamente, fatto addormentare piu' di qualcuno), mentre sull'altro non c'e' nulla da discutere dato che e' considerato un capolavoro da chiunque.