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sabato 13 agosto 2011

UGO TOGNAZZI 7a parte



qui la sesta parte della bio su UGO.


1969 il commissario pepe: voto 8. uno dei migliori di ettore scola. ugo il commissario s'imbatte negli scheletri negli armadi della societa' e svolge le indagini sino all'epilogo finale, che non rivelo (si sa mai: qualcuno di voi ancora potrebbe non averlo visto); ed e' proprio quello il bello del film: il finale a sorpresa, la decisione di ugo.
1969 nell'anno del signore: voto 7. il primo film della trilogia di luigi magni contro sulla chiesa riguarda QUESTO fatto storico. la parte migliore la svolge nino perche' il suo ruolo e' quello di V ne V for vendetta; alberto ed ugo per lo piu' svolgono il compitino; completa l'opera una stupenda claudia cardinale nel ruolo della pianta ornamentale giuditta l'ebrea. magni si servira' di nuovo di nino nel secondo film sulla trilogia della chiesa, in nome del papa re, ma non degli altri due mostri, mentre si servira' sia di nino che di alberto per il terzo e ultimo, in nome del popolo sovrano. questo e' carino, gli altri valgono poco. pero' c'e' un fatto da far notare: i film di tanti anni fa che valevano poco, pellicole "minori", se paragonati a quelli di oggi sono "da oscar". dunque, si tenga conto un attimo del contesto...
1970 splendori e miserie di madame royale: voto 8. di vittorio caprioli, con ugo mattatore assoluto. il miglior film italiano sull'omosessualita', dopo la patata bollente. ah, vittorio caprioli e' un fenomeno e semplicemente guardando la sua foto (cliccate, stronzi!) ve ne renderete conto: napoletano, attore di teatro, instancabile e prolificissimo attore di cinema, grandissima spalla; se ugo in quest'operetta puo' giganteggiare gigioneggiando (il suo sport preferito), meta' del merito e' sicuramente di vittorio. viene quasi da piangere nel pensare che certa gente non c'e' piu', constatando quanto ci manca, quanto non sia stata sostituita, quanto ci si sia impoveriti (nella scrittura e soprattutto nel coraggio, non tanto nei talenti recitativi), ma per fortuna basta "chiudersi", isolarsi un po' di ore con loro per tornare a respirare, a prendere quelle vitali boccate d'aria cinefila. in questo capolavoro la svolta drammatica del secondo tempo potrebbe non piacere, mentre tutta la parte iniziale e' veramente caricata a pallettoni, pero' consiglio a chiunque questo film, perche' tratta col sorriso un dramma che tutti gli omosessuali hanno vissuto per quasi 50 anni tra il silenzio generale: dovevano nascondersi, uscire sempre e solo di notte; la gente sapeva e faceva finta di nulla, ma quando si stufava di far finta di nulla, o semplicemente voleva smettere di annoiarsi e "giocare" con loro, allora li faceva sparire; la cronaca nera dell'epoca poi, con le mani legate, faceva il resto: "giovane debosciato ritrovato morto mediante sgozzamento vicino un canale", che' nemmeno potevano scrivere "omosessuale". di molti di loro non si e' piu' saputo nulla: dimenticati, se li e' portati via il vento. amo da matti questo film anche per questo, per la loro memoria, perche' ricorda senza piangersi addosso, non c'e' affatto pietismo.
1971 in nome del popolo italiano: voto 9. e' attuale piu' che mai perche' da una parte c'e' un magistrato, dall'altra l'imprenditore/palazzinaro ammanicato con la politica (...). e siccome e' sceneggiato da age e scarpelli (dante e petrarca), il film non e' banale come sarebbe se l'avesse girato qualche scorretto sinistrorso e inetto di merda come roberto faenza: e' un film onesto e non mette i buoni da una parte (magistrati) e cattivi dall'altra (berlusconi), anzi. su uno dei temi piu' cari al nostro cinema, io faccio fatica a trovare pellicole migliori di questa. rasenta veramente il capolavoro, mi stupirebbe sapere che qualcuno non l'ha visto (anche perche', oh, non e' mica un film "di nicchia" come madame royale), ma se non l'avete fatto: correte a vederlo. e dopo venite qui a ringraziarmi.

domenica 10 aprile 2011

beyond the sea


e' la biografia di bobby darin (ha fatto 2 canzoni famose ai tempi di sinatra. stop.) e kevin spacey l'ha prodotto, interpretato e diretto (somiglia a bobby, sara' per quello). costato 25 milioni di dollari, ne ha incassati 7; il dato economico sul flop la dice lunga, ma per completare l'opera: immaginate KEVIN SPACEY nel ruolo di "sinatra" intento a RIDERE, ancheggiando e "ballando" come nello spot che banca! con centinaia di persone vestite di colori sgargianti. ce lo vedete voi KEVIN SPACEY in un ruolo del genere? nemmeno io. e nemmeno gli americani, tra l'altro.
se vi piacciono i film che parlano di MUSICA e di epoche musicali mostrando la bell'america di un tempo ma evitando insulsi balletti e noiosissimi acuti imbarazzanti, risolini dementi e piroette: cadillac records.

poscritto registico:
qualcuno tolga per sempre la macchina da presa dalle mani di kevin, PER FAVORE.

mercoledì 30 marzo 2011

the hurricane

il solito film emozionante con denzel. praticamente da almeno 15 anni esiste il genere di film: "genere denzel", in cui denzel nel primo tempo prende le batoste, sbraita, imita le scimmie nei gesti, grida, si lamenta, soffre e piange, poi pero' gli rode il coolo e "adesso te lo faccio vedere chi sono io", dunque nel secondo tempo naturalmente le cose si sistemano, arriva l'happy end finale, denzel sfoggia il suo sorriso vincente e vissero tutti felici e contenti.
i rapimenti dei bambini, i tumori o malattie rare dei figli, gli incontri di boxe, o tuuutte le altre cose che possono succedere nei film sono sempre e solo un preteato: il fine e' osservare sempre il formato denzel. questo segue pedissequamente il formato, infatti e' senza infamia e senza lode. se cliccate sull'etichetta denzel potete leggere quali siano i picchi creativi di tale formato.


the hurricane DVD-RIP

martedì 8 marzo 2011

the fighter

il regista e' david o. russell, che torna a lavorare con mark wahlberg dopo il fenomenale three kings ed il ributtante i heart huckabees. amico fraterno, spalla ed allenatore/motivatore del pugile vahlberg e' un christian bale da oscar (che ha puntualmente vinto). ci sono tanti bravi attori, qualcuno anche fenomenale, pero' molti di questi finiscono per recitarsi addosso, finiscono per trasmettere allo spettatore continuamente questa frase: "guardami, sono quest'attore famoso, guarda come recito bene". e la differenza tra un bravo attore in parte ed il bale di questo film e' la stessa che c'e' tra alberto sordi e vittorio gassman ne la grande guerra: gassman recita benissimo, interpreta perfettamente una parte; alberto sordi DIVENTA il romano cialtrone e vigliacco, lui DIVENTA quella persona, lui E' lo scanzafatiche lavativo, NON recita. quella e' una qualita' che hai o non hai: bale ce l'ha. la sua prova e' entusiasmante (il film e' normale/carino), ma per gradirla al meglio ho voluto guardare anche la versione originale non appena di ritorno a casa; ovviamente, la sua interpretazione ne guadagna (il film no). anzi a questo punto linko proprio la versione originale.
comunque, se proprio non avete nulla da fare: andate al cinema; se volete vedere un ben film: cercate altro; se la boxe vi piace tanto: cercate altro; se volete un film innocuo con qualche interpretazione superlativa: accomodatevi.

ecco il vero pugile nell'incontro piu' importante della carriera:





the fighter ENG

venerdì 14 gennaio 2011

UGO TOGNAZZI 6a parte



qui la quinta parte della bio su UGO.

1967 il fischio al naso: voto 6. del libro di buzzati rimane l'impianto, ma ugo, qui alla seconda regia dopo il mantenuto, in questo film e' influenzato piu' che mai dal solito, grande ferreri (che ha una parte divertente nel film come "il dottor salamoia"). il film e', piu' di ogni altro film esistente sul pianeta terra, da consigliare a chi credete che soffra d'ipocondria. siccome c'e' parecchia carne al fuoco anche qui (ugo varia non poco il brodo rispetto al libro), alla fine la visione non risulta facilitata, anzi: risulta piu' complessa del previsto, in alcune parti stanca, alla fine da commedia si trasforma (involontariamente?) in una sorta di dramma sull'ansia che non si sa bene se stia in piedi o meno. una cosa e' certa anche qui: marco ferreri, ugo tognazzi ed i loro accoliti in quegli anni, a dispetto della censura che regnava alla grande (chiaramente non qui), si divertivano proprio un sacco. ed io un po' l'invidio. da notare, piu' che in molte altre pellicole, la prova di ugo: eccezionale. ah, qui e' presente anche la sua seconda moglie: gli diede quel poveraccio di gianmarco e quell'assoluta cagna di maria sole (il suo passato prossimo e' una vera merda: non frega nulla a nessuno dei suoi week-end in campagna, ma morisse. infine, il suo l'uomo che ama e' involontariamente comico).
1967 il padre di famiglia: voto 7. qui UGO c'entra solo di striscio (e purtroppo in seguito ad un dramma): come potete vedere nella foto qui di fianco (nella scena del funerale), il ruolo de l'anarchico dirimpettaio della famiglia di manfredi fu affidato a toto': il principe 2 giorni dopo quella scena mori', dunque nanni loy ripiego' su ugo. mia opinione: mai scelta di nanni fu piu' azzeccata: non oso pensare a quale immondizia sarebbe uscita fuori con toto' in un ruolo non suo (per altro, anche se chiaramente suona "storto" dirlo da quando e' morto: toto', specie nelle sue ultime produzioni, quindi parlo almeno almeno dei suoi ultimi 10 anni di vita, prendeva parte principalmente ad immondizia: con la testa non ci stava piu', lasciava a desiderare; il talento e' effimero: vola via e ti volta le spalle quando meno te lo aspetti: un campione dovrebbe essere campione con la U maiuscola, quindi dovrebbe rendersene conto e smettere -un po' quel che dovrebbe far totti ora, per intenderci). all'inizio, pensando ad un banale voto per farvi capire l'apprezzamento del film, avevo dato "6", perche' il film e' la classica commedia all'italiana ricca di spunti importanti, seri, politici, etc, quindi dato che e' agro-dolce (tendente all'amaro in bocca) mi lasciavo influenzare dall'agro, pero' ho ripiegato su "8" proprio perche' quello e' il segno che il film e' riuscito. suscita emozioni, il film ti prende, ti travolge: sei li' che ridi ed esclami: "dai ugo, mettigliela in culo a quel poveraccio di manfredi!!", arrivi ad odiare nino a tal punto da RIDERE dei suoi problemi nel film, dicendo: "ti sta bene, bastardo". se non l'avete visto: fidatevi, ed accomodatevi.
1967 barbarella: senza voto. va be', e' una delle solite stronzate di roger vadim (marito di brigitte bardot, catherine deneuve, etc) con una delle solite bellissime mogli. qui era sposato con jane fonda, quindi era lei a prender parte nei suoi "film" insulsi. ugo qui fa una parte inutile. per tenere la gente lontana da quest'immondizia credo basti questo: siamo negli anni '60 e nel film c'e' jane fonda. col tempo io jane fonda l'ho apprezzata perche' ha avuto sempre un senso dell'ironia maggiore, prendendosi sempre poco sul serio rispetto ad una diane keaton qualsiasi, ma negli anni '60 era davvero una bambolina senza cervello (a piedi nudi nel parco?, tutti i mercoledi'?, devo continuare??), appunto, barbarella.
1968 straziami ma di baci saziami: voto 8. io questo film lo preferisco -e di gran lunga- ai vari romanzo popolare et similia. e' leggero ma con contenuti, e' recitato bene, scivola via come un mojito, ci sono delle scene-culto con moira orfei che, gia' 40 anni fa, faceva la parte della "matusa" avvelenata di sesso che cercava di adescare nino manfredi (il quale non voleva starci proprio perche' lei era "vecchia"). stavolta, a differenza di qualche aborto degli anni precedenti, il mix tra dino risi in cabina di regia, age e scarpelli in scrittura ed ugo nel ruolo del sarto sordomuto e' letale: classe purissima, film riuscitissimo.

di seguito la settima parte della bio su UGO.

lunedì 27 dicembre 2010

sacro e profano - autobiografia di MADONNA


prima regia per madonna. ho sempre avuto un rapporto di profondo amore/odio con la regina della musica degli ultimi 30 anni. meraviglia di dischi come true blue a parte (conservo ancora la maglietta), quel che ho sempre amato di madonna e' il suo essere sguaiata borgatara baldracca ignorante attratta esclusivamente da fama e soldi e che, per ottenerli (soldi) e mantenerla (fama), fosse sempre disposta a tutto. da grande vaccona ha sempre attirato sia noi donne sia orde di uomini e tra una sclerata e l'altra col marito (penn) o col travone (love) tirava fuori delle baracconate meravigliose: negli ultimi 30 anni lo SHOW musicale e' sempre lei (solo oggi e solo grazie a lady gaga c'e' chi riesce a sostituirla, anche se madonna, sbagliando, attribuisce a brit il suo testimone). eccessiva come solo gli ignoranti burini sanno essere (se fosse stata italiana, sarebbe stata la claudia gerini dei film di verdone), arrivava persino a farsi crocifiggere sculettando durante un concerto: impossibile non amarla. poi pero' con la menopausa il semplice isterismo/divismo da star e' mutato in pura follia: ora sono religiosa, e' importante astenersi dal sesso per pensare alla famiglia, adotto bambini negri da ogni parte del globo. crollano le vendite e tenta di riciclare l'immagine reinventandosi in un ibrido posticcio tra claudia koll e madre teresa ruta: impossibile non odiarla.

questo perche' persone che compiono determinati atti non possono non meritare di venire impiccate in piazza per poi dare i resti in pasto ai maiali. non e' tollerabile la strumentalizzazione di bambini negri atti a stuzzicare i pruritini schizoidi le voglie di una diva (e infatti a riguardo la penso esattamente come maria luisa busi). farsi incaprettare su un palco/al cinema va bene, fare la pazza che scappa per gioco al cinema va bene (cercasi susan sara' sempre nel mio cuore -in fondo aggiungo il torrent), arrivare anche a farsi mettere sulla croce per gioco va bene: la protagonista di queste azioni e' sempre e solo lei, quindi sono cazzi suoi. pero' giocare con quel batuffolo negro non va bene. e per tutta questa svolta "religiosa" da ottundimento cerebrale io l'ho mal sopportata. fino ad oggi.

quel che in teoria da molti canidi sprovveduti/ignoranti viene salutato come "la biografia su eugene hutz, cantante dei gogol bordello" altro non e' che l'accorata e viscerale confessione di madonna e di quello che E'. madonna, attraverso la faccia e le parole di eugene hutz intento a guardare in camera, dice apertamente: "dopo una vita passata a comportarti bene in paradiso senti il bisogno di trasgredire, ma dopo una vita passata all'inferno senti il disperato bisogno del paradiso". e' vera, sincera, e grazie a questo grosso DISCLAIMER sembra quasi chiedere "scusa" in questa sua autobiografia post-menopausa. ragion per cui, per questo motivo, perche' il film fa ridere e perche', parole sue, "ho detto la verita'", l'ho apprezzata. poi, personalmente, continuo a preferire la madonna che balla sul palo lasciva e ammiccante, ma questo e' un altro discorso.

sacro e profano DVD-RIP ITA

cercasi susan disperatamente DVD-RIP ITA

lunedì 29 novembre 2010

UGO TOGNAZZI 5a parte

questo post segue la quarta parte della bio su UGO.

1964 il magnifico cornuto
: voto 8. siam giunti al film che fa da logo per la BIO su ugo. anche sforzandomi, non riesco a credere che ci siano italiani che non abbiano visto questo film, dunque non dovrei dir nulla, ma comunque: alla regia c'e' pietrangeli in stato di grazia (anche se il meglio lo dara' nel suo prossimo film, io la conoscevo bene, ma ne parlo piu' in basso) ed in compagnia di ugo, sua moglie nel film, c'e' una (stranamente) brava claudia cardinale. il film e' divertente e piu' attuale che mai. breve estratto.

1964 la donna scimmia: voto 10. di nuovo ferreri ed ugo insieme. di nuovo capolavoro. di nuovo ultra-censurato in italia. di nuovo snobbato dall'italia (siamo davvero un paese di zingari).

1965 i complessi: voto 6 (nino), voto 4 (ugo e albertone). l'episodio con ugo e' il complesso della schiava nubiana e non vale nulla. certi sceneggiatori, certi registi e certi attori hanno fatto moolto, molto di meglio. vuole essere commedia? bene, intrattiene poco poco, diverte ancora meno. cosi' come dicevano i miei nonni franco e ciccio: soprassediamo (mi raccomando: fate attenzione a dove poggiate le terga!).

1965 io la conoscevo bene: voto 10. come dicevo, pietrangeli in quel periodo era in uno stato di grazia e, complice ugo e qui, soprattutto, stefania sandrelli filma il suo capolavoro assoluto nonche' manifesto delle aspiranti veline. il film oggi e' molto piu' attuale che 50 anni fa, purtroppo pero' oggi non li fanno uscire perche' vige la volonta' subdola d'alimentare l'illusione, quindi escono i cado dalle nubi, etc. pazienza: diamo soldi agli americani, lasciamo perdere gli italiani di oggi.

1965 oggi domani e dopodomani: senza voto. a me faceva ribrezzo l'originale, sbadiglio per quasi tutta la parodia di franco e ciccio, quindi capite bene che preferisco non dir null'altro non foss'altro per pudore.

1966 i nostri mariti: senza voto. sbadigli, a tratti qualche sorriso a denti stretti, si puo' tranquillamente passare oltre dato che ormai siamo a meta' anni '60 ed il mondo (del cinema) entrando nell'era moderna forniva capolavori uno dietro l'altro.

1966 marcia nuziale: voto 5. ferreri (come al solito) prende a picconate l'istituzione del matrimonio nella cattolicissima italia, la censura (come al solito) non perde occasione per continuare la partita di tennis rispedendo la "palla" al mittente: cancellati 10 minuti di film. eh pero' c'e' un pero'. il film e' brutto, su questo tema ferreri ha fatto molto di meglio. certo, chiariamolo sempre: stiam parlando di ferreri, dunque il suo squisito sarcasmo, l'uso del grottesco, etc, sono a livelli nettamente superiori rispetto al cinema medio degli ultimi 30 anni in italia.

giovedì 28 ottobre 2010

UGO TOGNAZZI 4a parte

questo post segue la terza parte della BIO su ugo.

1962 la marcia su roma: voto 5. questo e' un classico nella storia del nostro cinema (regia di dino risi), ma io a questo gli preferisco (e di gran lunga) il federale (click to read). anzi, a ben vedere a me questo film piace davvero molto poco: lo trovo mediocre. e credo anche che l'accoppiata dino + ugo abbia fatto molto di meglio nel successivo film... (e grazie al...)

1963 i mostri: voto 7. per questo monumento vale quanto scritto per la cambiale.


1963 l'ape regina: voto 9. oddio, potrei parlare per ore. l'ape regina e' la prima di una lunghissima ed importantissima collaborazione tra l'uomo che venne dal futuro (marco ferreri) ed ugo. metto la locandina "una storia moderna" per sottolineare maggiormente la censura. non so se nell'ipotetico campionato mondiale dei registi censurati marco ferreri arriverebbe primo, ma di sicuro salirebbe sul podio. il film s'intitola l'ape regina, ma la censura glielo cambia. il film verte a demolire il cattolicesimo, la (visione distorta della) famiglia in italia ed il matrimonio, ma la censura lo taglia e cuce come meglio crede. il film ha quel sublime e macabro senso dell'umorismo (tipico) di ferreri, ma la censura taglia anche il sonoro. alla fine chi ha vinto? alla fine ha vinto marco ferreri ed ha vinto ugo: hanno iniziato a collaborare insieme e non hanno mai piu' smesso. i piu' importanti film della storia italiana che si rivolgano alla materia grigia di chi guarda vedono come regista marco ferreri e come attore ugo tognazzi.

1963 i fuorilegge del matrimonio: voto 8. alla regia ci sono i fratelli taviani insieme a valentino orsini. il cinema dei taviani non e' esattamente la mia tazza di te' (mi annoiano), ma questo lo apprezzo molto (probabilmente per merito di orsini), tanto da considerarlo uno dei migliori 3 film di sempre dei taviani. anzi, questo non e' semplicemente stato un gran film, e' stato un film necessario come ce ne sono pochi. anzi, forseforse quelli che oggi a sinistra ciarlano di "regime" (ahahah!) dovrebbero ripensare a come eravamo.

1964 la vita agra: voto 9. escursione di lizzani nella commedia grazie al talento di ugo ed una divertente ed femminista emancipatissima (era il 1964) giovanna ralli. siamo nella prima meta' degli anni '60 e nel giro di una manciata d'anni si passa da decine (l'anno) di film sui telefoni bianchi ai film sul comunismo e sul terrorismo. e se questo non vuol dir nulla per lizzani, vuol dir tanto per ugo: era uno dei piu' famosi attori in italia ed in brevissimo tempo cambiava il suo cinema perche' cambiava l'italia e la sua coscienza. straconsigliato.

1964 controsesso: voto 7 (ugo), voto 3 (nino). classico film ad episodi (3 come sempre) della commedia italiana. il primo, cocaina di domenica, e' idiota e superfluo e casualmente ha come protagonista nino manfredi. il secondo, il professore, vede in cabina di regia l'uomo che venne dal futuro ed ugo: casualmente e' un episodio rimarchevole. il terzo ed ultimo episodio, una donna d'affari, e' insulso e "sbagliato" (non sembra anche a voi un episodio di scarto de "i complessi" ? ahahah!): casualmente il protagonista e' nino manfredi (casualmente, eh).

segue la quinta parte della BIO su ugo.

sabato 18 settembre 2010

UGO TOGNAZZI 3a parte

dopo la seconda parte della BIO, ora la terza:

1961 il mantenuto: voto 6. ugo debutta alla regia in un film sceneggiato, tra gli altri, da salce, castellano e pipolo. e indubbiamente dopo quest'elenco di cognomi altisonanti vi sara' venuta in mente una sola cosa: il federale. niente di tutto questo ne' come impegno (commedia vacua) ne' come risultato (l'intrattenimento e' poco).

1961 psychosissimo, pugni pupe e marinai, sua eccellenza si fermo' a mangiare:
senza voto. son quasi gli ultimi fuochi dei telefoni bianchi.

1962 i motorizzati:
voto 8. si differenzia dagli altri non tanto per l'importanza o il successo, quanto per la didattica: negli anni del boom son stati girati film appositi sulla vendita delle automobili. e' da intendere come documentario, come una serata passata con super quark; con l'unica differenza che al posto di paco lanciani ogni tanto si vede qualche divertente gag con la valeri (grandissima), franco e ciccio (idem) ed ugo.

1962 una domenica d'estate, i tromboni di fra' diavolo: son gli ultimi fuochi dei telefoni bianchi e delle parodie. l'italia sta cambiando, anche ugo.

1962 la voglia matta: voto 6. luciano salce, castellano e pipolo ed ugo sono degli instancabili mestieranti innamorati del cinema: spesso le commediole son sterili parodie o superflui telefoni bianchi, ma ogni tanto gli riesce il colpo di coda: e' questo il caso. vi viene in mente qualcosa associando "1962" alla trama "uomo di mezz'eta' nota una ninfetta e se ne innamora perdutamente" ? spero di si'. in quell'anno fece scalpore lolita di kubrick e luciano salce 3 mesi dopo porta al cinema la voglia matta. la ninfetta in questione e' catherine spaak ed e' assaj piu' bella della bambina americana: successo assicurato. ovviamente non ha senso paragonare i film, ma si puo' tranquillamente dire che: questo e' piu' godibile, piu' spensierato, piu' divertente (e grazie... non e' un melodramma) e meno noioso. ugo e' in formissima e si vede -chiaramente- che caterina se la voleva fare per davvero (cosa che ha tranquillamente fatto, tra l'altro).
1962 il giorno piu' corto: voto 6. anche senza averlo visto, dal titolo avrete sicuramente capito che siamo dinanzi l'ennesima parodia (l'ennesima con franco e ciccio). l'originale, il giorno piu' lungo -per i pochissimi (spero) che non lo sapessero- e' il famosissimo film di guerra (sbarco in normandia) con un cast di divi della madonna: wayne, mitchum e fonda. ma non voglio parlare di quel film. e non voglio parlare nemmeno della parodia. voglio parlare del regista: sergio corbucci. penso che in italia siamo dei veri stronzi perche' in internet o tra gli amici, quando si disserta di cinema, si tende ad elogiare capre strappate all'agricoltura, come ad esempio bertolucci, invece di incensare dei grandissimi mestieranti pieni di talento e soprattutto con un gusto per la fiaba che non ha eguali (ve le ricordate le favole di sergio corbucci con bud spencer e terence hill, no? noo?? che infanzia di merda avete avuto?!?). sergio e' passato per i peplum, per gli storici, per le parodie dei film americani di successo al cinema 3 settimane prima dei suoi (quello era il tempo di cui aveva bisogno per: scrivere, farseli produrre, girare e montare), per i film western, per i poliziotteschi ed infine, ormai vecchio, ha tentato con tutte le sue forze di tenere in piedi il cinema italiano negli anni della sua definitiva MORTE: gli anni '80. nell'ultimo decennio della sua vita (artistica e non) ha collaborato soprattutto con villaggio, pozzetto, montesano e sordi. associate quei nomi agli anni '80. bene. ora dovreste aver capito per quale motivo bisogna ricordarlo, ringraziarlo ed elogiarlo: ci ha tenuto compagnia nella nostra infanzia e adolescenza. rendiamo grazie a sergio.

segue la quarta parte della BIO su ugo.

venerdì 3 settembre 2010

UGO TOGNAZZI 2a parte

dopo il primo post BIO su ugo mi sono resa conto che la mole dei film insulsi nel periodo dei telefoni bianchi e' veramente elefantiaca, quindi ho cancellato tutti i post sui "film" lasciando un 'senza voto', cosi' da stringere i post dedicandomi ai soli film, quelli senza virgolette.
1954 se vincessi cento milioni: senza voto.

1958 toto' nella luna: voto 7. alla regia c'e' steno e alla sceneggiatura (anche) scola: si vede. la quasi totalita' dei film di fantascemenza fantascienza sono stronzate, specie quelli degli anni '50. certo, ormai sapete che oggi non e' piu' cosi', ma conoscendo tale genere (piu' e) meglio di voi posso assicurarvi che un tempo la fantascienza era una stronzata: fantascemenza, appunto. scola e steno se ne accorgono (strano, eh?) e grazie a toto' ed ugo la mettono alla berlina. all'epoca del film siamo in piena guerra fredda: quale migliore occasione per prendere due piccioni con una fava, coglionando un genere ridicolo e gli americani in genere? consigliatissimo.

1958 domenica e' sempre domenica, marinai donne e guai: senza voto.

1958 mia nonna poliziotto: voto 8. grandissima protagonista gigioneggiante e' tina pica (tina de cupis nel film), la nonna di rodrigo taddei, centrocampista della rom. il film non e' niente di diverso da quel che potete immaginare sapendo della presenza di tina, infatti se non siete handicappati dovreste immaginare qualcosa di divertentissimo. il film fa ridere, non e' stupidino come al solito: alla regia c'e' steno (strano, eh?). qui ugo e' arredamento.

1959 assi alla ribalta, guardatele ma non toccatele, i baccanali di tiberio: senza voto.



1959 la cambiale: voto 9. c'e' qualcosa da dire? non ci si puo' definire italiani se non lo si e' visto almeno 30 volte insieme a tutti i parenti.





1960 tipi da spiaggia, a noi piace freddo!, le olimpiadi dei mariti, tu che ne dici?, i magnifici 3: senza voto.

1961 il federale: voto 9. il federale e' semplicemente uno dei migliori film della storia italiana. luciano salce, grazie alla migliore sceneggiatura in tutta la carriera di castellano e pipolo (amico mio, quante volte ti stai rigirando nella tomba vedendo tuo figlio moccia con i suoi film mocciosi? mi rigiro un po' nel letto anche per te), mette in scena un film eccellente e sempre a meta' strada tra il riso e il dramma (come sappiam far bene); film che raggiunge nel finale dei picchi assoluti. a dispetto della sua bellezza, spesso noto che questo film e' ignorato dai piu': rimediate all'errore. nota a margine: la sandrelli, all'epoca fantastica ninfetta 15enne, inauguro' qui la serie dei set condivisi con il magnifico ugo.

ed ora la terza parte della BIO su UGO.