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giovedì 13 dicembre 2012

habemus papam

è un "film" talmente esile ed inconsistente che al termine della visione quasi cadono le braccia nel constatare che vederlo o meno sarebbe stata la stessa cosa, come quando non è impellente bere un bicchiere d'acqua ma qualcuno te lo pone e tu bevi. gli "argomenti" messi in scena sono sfruttati male: che senso ha mettere in mezzo il papa se poi per due ore racconti una banale fuga dalle responsabilità? ciò vuol dire che avevi davvero poco da dire e l'hai detto pure male. la lezioncina, ammesso e non concesso l'attribuirgli l'ipotetico pulpito da cui insegnar qualcosa, è banale, leziosa e tediosa: nemmeno i fan allo stadio terminale (presente) possono trovarla interessante; anche perché lo stesso linguaggio usato è errato ed il cinema ha aspirazioni diverse. scrivi un saggio di 3 pagine (per quel che voleva dire bastavano e avanzava spazio per le didascalie) ed al limite metto "mi piace", ma poi stop.
non ci sono scene da tramandare ai posteri, scene che prese ed estrapolate dal contesto risultano comunque incisive e/o divertenti. esempio a caso: la scena della nutella, la scena della sacher a tavola con la famiglia, etc.
il personaggio di moretti non potrebbe non essere michele apicella e su questo nulla da obiettare, se non che michele se ogni tot. anni arriva al cinema dovrebbe avere qualcosa da dire, altrimenti è meglio che se ne stia zitto, perché se ormai dopo i 50 si avvia ai 60 e non ha più verve, inventiva, voglia di fare e idee, potrebbe andarsene a fanculo alle bahamas con uno stuolo di ventenni a consumarsi il cazzo vita natural durante. ne guadagnerebbe lui e ne guadagneremmo noi (che smetteremmo, quindi, di buttare nel cesso i nostri soldi). 
non mi lamento tanto del fatto che il personaggio della buy è sterile e poco abbozzato: non sta scritto da nessuna parte che doveva essere approfondito, coglioni (quelli che hanno sostenuto questa tesi), anzi: nel film su (contro) berlusconi nanni aveva messo quell'insulsa sotto-trama sulla precarietà (...) della famiglia italiana, con quel coleroso partenopeo con la faccia mezza storpia e la suddetta buy: be', non facevano altro che strillare senza soluzione di continuità e se tu prendi quella mezz'oretta di grida e la TOGLI completamente dal film, non cambia nulla: il risultato del film è identico, il senso non è cambiato, non vien tolto nulla, zero. dunque: parentesi e abbozzo superfluo di personaggi secondari. dunque, arrivo al nocciolo: se nanni ormai da un bel po' di anni non è più in grado (è questo il punto) di girare un film strutturato su più piani, tanto vale che concentri le sue (esigue) energie su una cosa soltanto, perché sviluppare pure i comprimari tanto ormai vorrebbe dire allungare il brodo con l'urina, dire nulla in mezz'ora in più e soprattutto annoiare tutti.
infatti, è ricorso al papa a puro scopo strumentale: al solo apprendere la notizia tutti gli afecionados son partiti a razzo con: "ihihih" e "oddio! chissà cosa dirà!!", ma da dire non aveva proprio nulla, voleva solo attirare l'attenzione. un uomo bollito, completamente alla frutta. anyway io il mio consiglio gliel'ho dato.

venerdì 14 gennaio 2011

UGO TOGNAZZI 6a parte



qui la quinta parte della bio su UGO.

1967 il fischio al naso: voto 6. del libro di buzzati rimane l'impianto, ma ugo, qui alla seconda regia dopo il mantenuto, in questo film e' influenzato piu' che mai dal solito, grande ferreri (che ha una parte divertente nel film come "il dottor salamoia"). il film e', piu' di ogni altro film esistente sul pianeta terra, da consigliare a chi credete che soffra d'ipocondria. siccome c'e' parecchia carne al fuoco anche qui (ugo varia non poco il brodo rispetto al libro), alla fine la visione non risulta facilitata, anzi: risulta piu' complessa del previsto, in alcune parti stanca, alla fine da commedia si trasforma (involontariamente?) in una sorta di dramma sull'ansia che non si sa bene se stia in piedi o meno. una cosa e' certa anche qui: marco ferreri, ugo tognazzi ed i loro accoliti in quegli anni, a dispetto della censura che regnava alla grande (chiaramente non qui), si divertivano proprio un sacco. ed io un po' l'invidio. da notare, piu' che in molte altre pellicole, la prova di ugo: eccezionale. ah, qui e' presente anche la sua seconda moglie: gli diede quel poveraccio di gianmarco e quell'assoluta cagna di maria sole (il suo passato prossimo e' una vera merda: non frega nulla a nessuno dei suoi week-end in campagna, ma morisse. infine, il suo l'uomo che ama e' involontariamente comico).
1967 il padre di famiglia: voto 7. qui UGO c'entra solo di striscio (e purtroppo in seguito ad un dramma): come potete vedere nella foto qui di fianco (nella scena del funerale), il ruolo de l'anarchico dirimpettaio della famiglia di manfredi fu affidato a toto': il principe 2 giorni dopo quella scena mori', dunque nanni loy ripiego' su ugo. mia opinione: mai scelta di nanni fu piu' azzeccata: non oso pensare a quale immondizia sarebbe uscita fuori con toto' in un ruolo non suo (per altro, anche se chiaramente suona "storto" dirlo da quando e' morto: toto', specie nelle sue ultime produzioni, quindi parlo almeno almeno dei suoi ultimi 10 anni di vita, prendeva parte principalmente ad immondizia: con la testa non ci stava piu', lasciava a desiderare; il talento e' effimero: vola via e ti volta le spalle quando meno te lo aspetti: un campione dovrebbe essere campione con la U maiuscola, quindi dovrebbe rendersene conto e smettere -un po' quel che dovrebbe far totti ora, per intenderci). all'inizio, pensando ad un banale voto per farvi capire l'apprezzamento del film, avevo dato "6", perche' il film e' la classica commedia all'italiana ricca di spunti importanti, seri, politici, etc, quindi dato che e' agro-dolce (tendente all'amaro in bocca) mi lasciavo influenzare dall'agro, pero' ho ripiegato su "8" proprio perche' quello e' il segno che il film e' riuscito. suscita emozioni, il film ti prende, ti travolge: sei li' che ridi ed esclami: "dai ugo, mettigliela in culo a quel poveraccio di manfredi!!", arrivi ad odiare nino a tal punto da RIDERE dei suoi problemi nel film, dicendo: "ti sta bene, bastardo". se non l'avete visto: fidatevi, ed accomodatevi.
1967 barbarella: senza voto. va be', e' una delle solite stronzate di roger vadim (marito di brigitte bardot, catherine deneuve, etc) con una delle solite bellissime mogli. qui era sposato con jane fonda, quindi era lei a prender parte nei suoi "film" insulsi. ugo qui fa una parte inutile. per tenere la gente lontana da quest'immondizia credo basti questo: siamo negli anni '60 e nel film c'e' jane fonda. col tempo io jane fonda l'ho apprezzata perche' ha avuto sempre un senso dell'ironia maggiore, prendendosi sempre poco sul serio rispetto ad una diane keaton qualsiasi, ma negli anni '60 era davvero una bambolina senza cervello (a piedi nudi nel parco?, tutti i mercoledi'?, devo continuare??), appunto, barbarella.
1968 straziami ma di baci saziami: voto 8. io questo film lo preferisco -e di gran lunga- ai vari romanzo popolare et similia. e' leggero ma con contenuti, e' recitato bene, scivola via come un mojito, ci sono delle scene-culto con moira orfei che, gia' 40 anni fa, faceva la parte della "matusa" avvelenata di sesso che cercava di adescare nino manfredi (il quale non voleva starci proprio perche' lei era "vecchia"). stavolta, a differenza di qualche aborto degli anni precedenti, il mix tra dino risi in cabina di regia, age e scarpelli in scrittura ed ugo nel ruolo del sarto sordomuto e' letale: classe purissima, film riuscitissimo.

di seguito la settima parte della bio su UGO.

venerdì 4 dicembre 2009

caos calmo


Per ribadire un concetto più che chiaro a tutta la penisola il piccolo moribondo Nani Moretti mette in scena e si rende protagonista de l'ennesima porcata del genere più in voga in Italia (escludendo i film giovanilistici degli Scamarcio, Muccino, Vaporidis, Germano e compagnia coatta, borgatara ed ipocrita): il tragicomico. Genere in voga ai tempi del compianto Fantozzi che torna in auge grazie alla tipica verve del Nano Nazionale, sempre con la stessa trama, sempre con la stessa storia: una persona in famiglia si ammala e/o muore all'improvviso ed il tempo si ferma, non si capisce più che cazzo fare e quasi non si ha la forza di piangere e disperarsi tanto che qualora ci si disperasse ci sarebbe il big-bang e dopo l'esplosione e la distruzione si costruisce e poi è finito lo spottino e le markette dal divano della cerebroguasta Alterata Dandini? Siccome la gente la mattina si deve alzare alle 5.30 per riuscire ad arrivare alla fine di un mese in cui i Nani Moretti e quelli come lui non hanno fatto un cazzo se non rubare soldi all'Italia, non c'è niente di meglio di CAOS CALMO per il lavoratore stanco. Il lavoratore si è avvicinato a me e mi ha sussurrato: "Lo sai che un tempo Michele Apicella si sarebbe avvicinato in un film a Isabella Ferrari soltanto per cagarle addosso?". Ed io a lui ho risposto: "Michele Apicella negli ultimi anni è cresciuto ed ora sta insegnando alla pletora del gregge sinistro che i froci sono uguali agli altri, che i negri non rubano niente e che sono bovere viddime, che il problema dell'italia è Perluscone Latro. Il gregge sinistro ha bisogno di sentirsi dire queste stronzate per sentirsi apposto con la coscienza e andare a dormire col sorriso sulle labra, convinto di stare sulla sponda giusta". Ma non stai sulla sponda giusta se stai sull'altra sponda: non hanno senso le markette a froci/lesbiche e non è affar mio se giustamente lo Stato mette i bastoni tra le ruote ai diversi: se vuoi un bambino chiama un negro, non rompere i coglioni alla gente che lavora perché a nessuno interessa del tuo piccolo ed insulso non-problema (dato che lo puoi fare, mentre chi adotta non li puo' fare anche volendo). I Nani Moretti hanno smesso di porsi domande e sono diventati come il loro nemico più caro: non hanno niente da dire ma cercano di lucrare sul nulla per poi comprarsi la villa a Portofino. La critica deve essecondare gli scarsissimi lettori perché altrimenti smette di mangiare: Nani Moretti non è un ottimo attore nel 2008, Michele al limite era bravo 30 anni fa, oggi è un idiota coglione privo di idee che porta il tragico sullo schermo come la De Filippi (che comunque a me almeno non chiede soldi per la sua merda: per vederla non paghi) e cerca di strappare le lacrime/applausi/soldi al malcapitato gregge sinistro. Almodovar è invecchiato meglio ed ha ampiamente detto la sua su questi loschi sinistri. La Grassa ha ragione anche quando ha torto. Non andate a vedere questa merda, andate al cinema.


PS:
Isabella Ferrari la preferivamo quando moriva stuprata selvaggiamente in bellissimi film (che consiglierei).

PS2: l'unica cosa bella di questo film sono i commenti a questa "recensione" da parte di un coglione non meglio identificato che con un nick a caso. Click.

giovedì 8 maggio 2008

caro diario


non credo sia necessario apporre ulteriori commenti.

la stanza del figlio - aka very very peggior movie in his history


erano cadute le torri gemelle, il mondo s'era rincoglionito ed aveva smesso di pulsare. nanni compreso. film da e per ritardati che ritengono arguta la bignardi e very cooool sex and the city. quelle persone (pare siano tante) si meritano questo schifo e tanto altro. il giusto preludio alle marchette imbecilli ed infami pro-froci e pro-creazione assistita. ciao.

il caimano


dicono che dopo la morte c'è la resurrezione. dicono che toccando il fondo poi si inizia a risalire (anche se l'italia invece inizia a scavare).
il film è quello che è, mica mi permetto di discutere l'ironia, però, sinceramente: tra persone di senno (e io ce ne ho a pacchi di seno) c'è bisogno di fare le markette ai froci? c'è bisogno di fare le markette alle lesbiche e alle donne? c'e' bisogno???
cosa cazzo interessa al mondo se 2 lesbiche in italia non possono adottare un figlio e devono andare in olanda a farsi inseminare da qualche negro surinamense (sicuramente tossico) ?
le marchette presenti in questo film cavalcano l'onda (ancora non esaurita, purtroppo) degli anni dei froci in strada a roma che blaterano di diritti ma che in realtà fan chiasso e vogliono apparire (il tutto è un pretesto per girare nudi e fare chiasso vestiti da donne, non sanno di cosa parlano -anche perché non parlano: gridano), sono proclami e marchette di un'epoca in cui non si è: si appare.
tra persone di senno (come me, tanto per fare un esempio) c'è davvero bisogno di dire che i froci sono persone sensibili e che le lesbiche (poverine!) debbono andare fino in olanda (drogate!) per fare un bambino?
io sapevo che questo genere di film li faceva il turco frocio e le cantava anna tatangelo, non il mio nanni.

va be' (ma mica poi tanto). questo film è una merda da bocciare perché il nanni di una volta avrebbe detto queste cose di questo caimano, non avrebbe fatto questa schifezza. e preferisco sorvolare sull'inutile parentesi orlando-buy e relativa crisi della famiglia (basta).

giovedì 1 maggio 2008

palombella rossa comunista


perché forse è da qui che s'avverte che il bruco sta diventando farfalla (il passo successivo è la morte della farfalla), perché 5 anni prima l'avrebbe filmato in tutt'altro modo la crisi d'identità del comunismo, ci sarebbe andato ancor più 'pesante'. tra l'altro questo è il preferito di mio padre perché quegli anni li ha vissuti proprio in quel modo. e anche lui quando ne parla con me si prende in giro e ci ride su, perché anche lui si lamenta con me sperando che d'alema (ora veltroni) dica qualcosa di sinistra, perché lui ora quelli di rifondazione non li capisce più e non riesce a comunicare con loro.

oltre ad analizzarsi analizza il comunismo di quel lustro e per comprenderlo è fondamentale chiamare mio padre e farsi spiegare quegli anni, perchè altrimenti leggendo non le si percepiscono certe cose, c'è bisogno della faccia e delle pieghe. e delle risate.

mercoledì 16 aprile 2008

la messa e' finita


alcuni dissero che ne "la messa è finita" ci fu uno scatto di maturità, ad esempio simile allo scatto di maturità insito in "south of heaven", ma in realtà non è vero. è vero che nanni si sta trasformando in farfalla, si ride di meno e il livello è altissimo. non è che il livello è ancora altissimo, perché il livello è altissimo. però è vero anche che quando vieni dai film 'oltre' è naturale ed umano tornare nei ranghi senza uscire dal seminato. è sempre il solito vecchio circolo e la solita storia che si ripetono.
ennesimo finale da tramandare e soprattutto appendere ai poster (contrariamente a quanto farà in seguito: dimenticare come si finisce un film). bruno e gino regnano.

bianca



essenzialmente è un film sul delitto e castigo immerso nella patafisica (o immerso nella nutella). il mondo non è bello se è pieno di mascalzoni che non hanno alcun senso di colpa né responsabilità (sono meschine le persone che non si prendono le proprie responsabilità). memorabilia cinematografico a iosa, e nanni qui i-osa parecchio.


mangio troppa cioccolata.

domenica 13 aprile 2008

il portaborse - summa elezioni 13 14 aprile 2008

domande che sorgono spontanee: si possono creare capolavori ad inizio carriera e poi rimanere più o meno sull'argomento, riempirlo di banalità, di battute innocue e prevedibili in favore del sostrato di critica? certo che si può; questo è quel che ha fatto luchetti (allievo di nanni moretti e regista de "la scuola" con napolecano orlando -ultimamente de "mio fratello è figlio unico") nel resto della sua carriera. quando non faceva merda creava questi capolavori.
pensate che "il caimano" sia un bel film? non avete visto questo! in più qui manca (per fortuna) la merdosissima parentesi sulla famiglia (ronf) con napolecano orlando e margherita buy (aver interpretato novemila volte la moglie/aspirante tale tradita e abbandonata non sarà abbastanza? non si corre il rischio di diventare personaggio?) presente ne "il caimano".

la seconda volta


non pensate anche voi che l'esordio di mimmo calopresti, "la seconda volta", poteva essere un corto di 10 minuti anziché di 77? il senso del film: brigate rosse = merda, le loro 'idee' erano cazzate portate avanti da coglioni (ottima la figura femminile, in tal senso) senza cervello in preda agli umori vaginali. e servivano una lunghissima oraaaaaa eeeeeee veeeeeeeentiiiiiiiii -cazzo- minuti?
bellocchio quando deve fare 'ste cose le sceneggia in modo magistrale, gigioneggia da marpione, commuove, incanta e ti incolla alla poltrona. calopresti invece annoia (non succede mai niente). ah, già: calopresti non è bellocchio.

venerdì 11 aprile 2008

ciclo nanni moretti - sogni d'oro 1981

il marchese su nanni moretti non parte da "io sono un autarchico" perché non mi piace né da "ecce bombo" perché non ho abbastanza voglia di morire (dovrebbero essere assassinati tutti quelli che si attardano a commentare "ecce bombo"), bensì da "sogni d'oro". la frase su questa locandina "sì, sono un mostro! e ti amo!!!" è una delle tantissime e apprezzatissime.
torniamo indietro nel tempo: all'indomani di "ecce bombo", secondo la critica, a giovanni diedero oltremodo fastidio le critiche (negative) al suo (straordinario) film e la 'vendetta' tramite lo sfottò continuo in questo film vien ritenuta ingiustificata, noiosa, delirante e da eccesso di bile. tutte cazzate. la scena con il pastore abruzzese e la casalinga di treviso è da tramandare ai posteri. invece la scena al termine della gara pinguina più che da tramandare è da appendere ai poster. 10+