Visualizzazione post con etichetta i. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta i. Mostra tutti i post

venerdì 7 giugno 2013

io sono li


il cinema del nord-est mi piace. la caratterizzazione da commedia di certi personaggi alla lingua del santo è riuscita, anche se qui non sono sui 40/50 ma tutti dai 60 in su. non ci sono gli psycho di primo amore di matteo garrone, ma certe nebbie e certi umori della bassa sì, anche se questo film non strizza mai all'autorialità pretenziosa, rimane sempre con i piedi ben piantati per terra. sarà che ho proprio un debole per il cinema ambientato in veneto, vedi la giusta distanza, l'aria salata e apnea, ma la venezia mostrata qui mi è piaciuta parecchio, nonostante la storia non sia nulla di che e da raccontare di ci sia proprio poco: una cinese lavora comandata dalla mafia cinese, che la mette a fare la sarta da una parte, poi la barista da un'altra e così via. deve risarcire i suoi datori di lavoro per molti molti soldi (non è dato sapere quanto) per poter far venire in italia il figlio piccolo, cosa di cui chiaramente si occuperebbero loro. per quasi tutto il tempo ha il muso, ma quando i vecchi veneziani scorreggiano o dicono frasi pregne di saggezza lei sorride. poi torna a guardare il vuoto. ecco, vedete? apparentemente, nulla di interessante ed una storia proprio insipida, di quelle che passano e nessuno se ne cura al cinema (chiaramente non parlo di grande distribuzione, bensì alludo a tutti quegli appassionati da cinema d'essai: neanche noi ce ne curiamo di cose come questa, che ho visto io e la madre del regista), ma l'ambientazione, il dialetto usato, la nebbia, l'umidità e la malinconia me lo fa apprezzare comunque. si tende un po' alla noia.

giovedì 30 maggio 2013

iron man 3


il primo ed il secondo iron man sono superiori. ci si noia.

lunedì 29 aprile 2013

l'uomo con i pugni di ferro


RZA è un negro rap che dovrebbe limitarsi a fare musica e non imbarcarsi in imprese registiche. ognuno di noi ha diritto ad avere qualche hobby, ma non per questo dovremmo attardarci nel cercare di farla diventare una professione. la stronzata era ampiamente prevedibile, certo, me ne rendo conto, ma la presenza di un mostro come russell crowe mi aveva fatto credere che forse qualcuno era riuscito a coinvolgerlo, sì in una stronzata, ma con dei dialoghi divertenti, con un buon ritmo e con una sana dose di mazzate, magari non troppo prevedibili. invece, l'unica cosa che c'è sono sì le mazzate, ma sono ampiamente prevedibili e non c'è mai un guizzo, niente, nulla. un ragazzo di 14 anni con un'insana passione per questo genere di cose avrebbe sicuramente fatto meglio, perché RZA manca totalmente di verve, inventiva, fantasia, voglia di fare e stupire.
il risultato è una bolsa imitazione spastica dei film di lotta asiatici degli anni '60, con questo beota di un negro rap alla regia e con russell crow grasso ed ubriaco sul set, probabilmente ingaggiato a base di alcool, droga e puttane. eppure, ne ho la certezza, avrebbe potuto ottenere lo stesso tipo di compenso anche lavorando altrove. lavorando, magari.

giovedì 1 novembre 2012

l'industriale

giuliano montaldo ha più di 80 anni e benché sia al capolinea da una vita, almeno ora fa tenerezza e lo compatisci.. abbozza una trama bolsa e da sbadigli, ma almeno d'attualità, come la crisi industriale in italia con gli imprenditori che non san più che pesci prendere dato che le banche non finanziano più l'economia quindi gli operai non san come pagare il mutuo. monty, anziché dedicarsi ad una semplice cosa ma farla bene, (quasi) abbandona tutto (io ci tornerò poi) per dedicarsi ad un secondo tempo sulla risvoltà amorosa dell'industriale che inizia a sentire un certo dolorino in fronte: sta mettendo su un bel cesto di corna (pare): si vede che sarà l'età adulta... avevo un handicappato alle elementari che si chiamava giuliano e montaldo me l'ha ricordato. non sapeva fare nulla, ed anche per soffiarsi il naso aveva bisogno d'aiuto, era proprio handicappato, così durante il giorno finivi per trovarlo mentre si leccava le caccole ed il moccio dalla faccia, a volte ridendo. lo schifavo e giustamente l'emarginavo poiché mi dava il voltastomaco, ma lui mi aveva in simpatia (o forse era stronzo punto e basta) e prendeva a seguirmi. lo spintonavo, a volte lo picchiavo forte in faccia, o almeno nella porzione non coperta dal moccio, e lui più veniva percosso e offeso, più si affezionava. ecco, io penso a montaldo: più le sue porcate sono raccapriccianti, più continua a girarne. 40 o 50 anni fa, quando le sue cose non valevano nulla se paragonate con quel che usciva all'epoca (che sotterrava i filmini di montaldo. li sotterrava) ma comunque erano guardabili, produceva di rado. da un po' di lustri a questa parte, che ha il cervello in pappa, si piscia addosso ed ha il cazzo che puzza di morto, per sentirsi ancora vivo sta dietro la macchina da presa. a buffo, certo, ma ciò nonostante non mi sento di sparargli in fronte perché comprendo il suo stato d'animo: si sveglia ringraziando dio di un altro giorno sulla terra, lui che potrebbe non svegliarsi più da un momento all'altro, dato che è vecchio, non ha nulla da dire e soprattutto a nessuno frega un cazzo di starlo ad ascoltare.
la seconda parte, quella relativa all'intreccio amoroso, o presunto tale, tra la moglie dell'industriale, la cagna carolina crescentini, l'amante scalzacani rumeno di coverboy (giusto il garagista può far di lavoro) e pierfrancesco favino fa sbadigliare perché la gestione della suspance è risibile, non appassiona per nulla, ed i dialoghi non solo sono banali, ma sono proprio fuori dal mondo: sono da fiction. mi viene in mente michael douglas: in filmetti come la guerra dei roses o delitto perfetto ogni cosa è al suo posto, i film scorrono via lisci, non annoiano e soprattutto ti tengon sempre lì; son sì stronzatine da cassetta, ma sul tema riescono a non farti desiderare d'essere altrove. poi, tra una stronzata e l'altra, gordon gekko ha piazzato cose come attrazione fatale, che consiglieresti a molti perché ben fatto. ecco, la seconda parte di questo film riesce ad essere tutto quello che non sono quei film (alti o bassi che siano, autoriali o meno) perché qui il regista si crogiola addosso e sembra ripetersi con tono cattedratico: "io insegno, perché io valgo", ma è una frase del cazzo e suscita la comicità involontaria, poiché questo non è un prodotto di de palma o, per dire, non si serve di grandi attori maudit come vincent gallo. voglio dire: qui a fare da spalla c'è quella cagna di carolina crescentini, una che magari è pure un pezzo di pane, vuole bene ai genitori e ricicla tutto, però al cinema sta bene solo nei cinepanettoni a strizzare l'occhio alle cazzate che dice il muccino minore o un suo simile (vaporidis, etc), ma risulta come un cazzotto in un occhio in un film con delle pretese. dunque, se proprio giuliano montaldo non ha un cazzo di nulla di meglio da fare che darsi arie, dovrebbe ingaggiare attori e non cagne utili al massimo come contenitori di seme per sfornare generatori di merda
sulla prima parte. il tema, come detto, è bolso ma perlomeno attuale, però montaldo non è in grado di farti empatizzare con il protagonista, non ti fa stringere i pugni dicendo in sala: "dai, lotta!, trova i finanziamenti e faccela!" come in quei grandi film americani di cassetta sul tema: ancora si ricorda con piacere tutta quella serie di pellicole sulle crisi economiche. gli americani che sudando creavano automobili ma venivano soppiantati dall'efficienza giapponese (qui invece sono i cinesi, più a buon mercato), e così dopo varie peripezie si mettevano a produrre lo stesso numero di automobili di uno stabilimento di tokyo, nello stesso lasso di tempo, per (tentare di) tener testa ai nihongini. alla fine del film vedevi gli operai sudati e ansimanti accanto alle auto appena messe in fila, ed anche se la cosa non aveva senso, tu facevi il tifo per loro pur ridendo e pensando: "cosa CAZZO sudi che l'hai costruita ore fa e stavi solo attendendo il quality_check per tornare a casa e stravaccarti sul divano?", ma loro avevano il fiatone e grazie a questa stronzatina empatizzavi. facevi il tifo per loro perché sembravano umani, esseri viventi. ancora. durante l'ispezione, ci si accorgeva che a questa mancavano gli stop, a quella mancava completamente il vetro, ma gli operai battevano i pugni sul cofano e dicevano: "abbiamo lottato duro, cazzo! è già qualcosa, no!?! abbiamo lavorato notte e giorno! viva l'america!!" e tu applaudivi in estasi perché ti avevano già conquistato al primo pugnetto sul cofano. quelle persone erano imperfette, a volte stupide, ma VERE: quello era cinema.
questa roba è un vetrino asettico durante le analisi. e giuliano montaldo mi ricorda giuliano delle elementari, un bambino handicappato che leccava le sue caccole via dal naso.


ah. ci sarebbe tutto quel discorso su giuliano montaldo amichetto dei comunisti che punta il dito contro le banche (tema originale, complimenti), mentre con l'altra mano raccoglie i fondi pubblici del governo tramite il FUS per "fare cinema"... che poi non esce al cinema. tutto quel discorso sul sistema parassitario tenuto in piedi dai comunisti per tenere in piedi altri comunisti è bello potente, è un ovvio scacco matto, ma non mi va nemmeno di farlo e prender le cose seriamente. mi basta ridere.


l'industriale

domenica 11 marzo 2012

incantesimo napoletano


paolo genovese alla fine degli anni '90 scrisse e diresse il cortometraggio incantesimo napoletano, piaciuto talmente tanto da divenire quattro anni dopo questo film, ovvero il suo debutto. per farvi capire chi e' questo regista: nessun messaggio in segreteria, questa notte e' ancora nostra, la banda dei babbi natale, immaturi ed infine il recente immaturi il viaggio.
dunque, una cosa la sappiamo: per soldi, venderebbe la madre su e-bay e la farebbe chiavare a sangue da 30 mandingo con l'h.i.v., tuttavia all'esordio, quando non badava ai soldi, ha diretto questa piccola perla, che per certi versi ricalca il cinema "minore" in stile pranzo di ferragosto, ovvero film senza tempo che vogliono solo raccontare poche cose, ma bene. lo consiglio a chiunque.


incantesimo napoletano

martedì 21 febbraio 2012

immaturi - il viaggio


la grecia sta nella merda? NON C'E' PROBLEMA!!! ci pensiamo noi! dopo che ne sara' di noi? con santorini, arriva immaturi fai il viaggio!, cosi' tutti i bori e zotici d'italia potranno risollevare le sorti della grecia.

da qualche parte, in germania, suppongo stiano girando lo stesso film.

domenica 19 febbraio 2012

in time


ecco a voi l'americanata piu' stupida dell'anno. onestamente, risulta arduo credere che il regista e soprattutto sceneggiatore sia andrew niccol, si', l'andrew niccol sceneggiatore di the truman show, s1m0ne e lords of war; risulta arduo perche' in questo caso la "sceneggiatura" entra in un lembo di carta igienica ed avanza spazio per far disegnare i propri bambini (con sole, alberelli e casetta annessi). le uniche note positive, una per i maschietti, sono amanda seyfried, figlia di meryl streep in mamma mia!, chloe in chloe di atom egoyan e cappuccetto rosso in cappuccetto rosso sangue (...). l'altra nota positiva e' che, in molti punti, grazie al comico involontario il ""film"" riesce a far ridere (anche se, ad onor del vero, visto il film in una mega-sala frequentata da bori, i soli a ridere erano gli esseri senzienti, perche' gli inferiori che ancora mancano dell'uso del pollice opponibile continuavano a rimanere inebetiti dinanzi le scene comiche involontarie). purtroppo, pero', il tutto e' rovinato da "trovate" davvero stupide, insulse, appunto: TROVATE chissa' dove, non si sa, forse in una pattumiera. per l'uso degli espedienti il film non sta in piedi, ed a mio avviso comunque si e' persa l'occasione di proseguire la strada percorsa nei primissimi minuti: atmosfere de 1984, oi dialogoi sull'importanza e l'essenza del tempo, vivere senza invecchiare mai, etc. per dire: questo banale filmetto, dato nelle mani giuste, avrebbe potuto essere un blade runner piu' profondo, filosofico e con piu' azione. invece, dato nelle mani di un bambino di 9 anni autistico e down, per giunta con un solo lembo di carta igienica su cui scrivere la sceneggiatura, e' uscito fuori questo robo informe.


in time

sabato 18 febbraio 2012

le idi di marzo


questa e' la quarta regia di george clooney dopo confessioni di una mente pericolosa, good night and good luck, in amore niente regole. spero che smetta di fare il regista al piu' presto, anzi: praticamente, a giudicare dagli ultimi film come attore, potrebbe tranquillamente smetterla qui con la sua carriera (di quasi solo stronzate) e dedicarsi alla pubblicita' del caffe', dei pannolini, etc. il tema della politica, delle elezioni presidenziali, della corruzione e dei compromessi e' fuori tempo massimo, bolso, noioso. george alla regia riesce a tenere bene in piedi tutto quanto, mantenendo sempre vivo l'interesse (nonostante il film sia un pochino lento, cosa per altro normale dato che sono 2 ore di solo parlato), pero' il tutto suona davvero come gia' visto, quando vorrebbero dire frasi potenti (secondo loro) e potenti fanno sbadigliare, ed il finale lascia un po' cosi' (e' poco potente, a meno di avere 12 anni e lasciarsi toccare da certa roba). i comprimari son tutti attori importanti: philip pingue seymour hoffman (quasi famosi, truman capote, magnolia, ritorno a cold mountain, onora il padre e la madre, i love radio rock, la guerra di charlie wilson, il dubbio), paul giamatti (donnie brasco, il matrimonio del mio migliore amico, harry a pezzi, truman show, il negoziatore, man on the moon, sideways, cinderella man, the illusionist, lady in the water, shoot 'em up, duplicity, the last station, la versione di barney), marisa tomei (the toxic avenger, zandalee, mio cugino vincenzo, cronisti d'assalto, four rooms, what women want, the watcher, alfie, terapia d'urto, loverboy, svalvolati on the road, onora il padre e la madre, the wrestler, crazy stupid love) e sono tutti in parte. ryan gosling ormai da tempo riesce a tenere sulle spalle tutto un film (meglio di quanto potrebbe fare lo stesso clooney, se e' per questo), pero' seppur ci siano dei giusti motivi di intrigo, manca pur sempre qualcosa ed alla fine, stringi stringi, non morde. e' vero anche un altro pregio: vedere gli intrallazzi politici ed i compromessi, vedere la perdita degli ideali e dei valori persino nei giovani rampanti che via via diventano disposti a tutto pur di arrivare al successo, diventando cinici e senza cuore, si', e' tutto carino, ma, appunto, e' a dir poco gia' visto.
ah, poi c'e' un'altra cosa che taglia la testa al toro: a chi ha visto, anche recentissimamente, c.s.i. e lie to me questa roba suona ancor di piu' da sbadigli perche' sembrava di assistere ad un episodio (seppur ottimo) di quei telefilm. non dico tanto i film di 60 anni fa, non dico tanto i film di lumet, parlo proprio dei telefilm. e quindi...


le idi di marzo

domenica 12 febbraio 2012

in the cut


jane campion e' la miracolata "regista" de lezioni di piano e ritratto di signora: stronzatine in costume atte a far incetta di premi ai festival ma destinate all'anonimato (tenendo conto del contesto e dei premi vinti) perche' si rivolgono a nessuno e soprattutto incapaci di far breccia nel pubblico, dato che di aria fritta trattasi. con queste premesse era impossibile partorire un film decente, infatti questo e' un aborto. ricordo un film di jane campion, l'unico che per lo meno valga la pena d'esser visto: holy smoke!, con kate winslet e harvey keitel. si', ho notato il vostro stupore: questi due attoroni insieme sono qualcosa di notevole, infatti quella roba (raffazzonata, non sta in piedi se non per miracolo, etc) va vista solo per l'interpretazione dei due mostri, davvero notevole. e su questa roba, invece? c'e' poco da dire. ve la riassumo.

meg ryan e' un'insegnante di inglese in una high school di new york: prevedibilmente annoiata e senza alcuno stimolo da parte degli studenti, si diverte ammiccando al prossimo e lasciando intendere a chiunque di esser pronta ad accogliere il manfro (qualcunque esso sia). un po' fantastica sulla cosa, un po' vede qualche reato, meg intreccia la storia con un "detective" (mark ruffalo) che deve indagare su questo o quel reato, ma per lo piu' scopano e dicono stronzate quando aprono bocca. alla fine il cattivo muore, meg e ruffalo si abbracciano. il thriller e la suspance nel film non sono mai esistiti, l'unica cosa degna di nota (se "degna" si puo' dire dato che si tratta di un'insulsa come meg ryan) e', appunto, il sesso tra meg ryan e mark ruffalo (...). tonfo al botteghino.

capisco benissimo la vostra voglia di stare alla larga da cotanto terrore. vi capisco, vi capisco.

martedì 31 gennaio 2012

innocenti bugie


il problema di questo film non e' che i film d'azione hanno detto tutto od altre stronzate, perche' se e' per quello sono trascorsi almeno 20 anni da quando i film d'azione han detto tutto quello che potevano dire, tanto che true lies e' il film che chiude il cerchio e mette la parola FINE sui film d'azione, coniando il genere post-action implementando fortissimi connotati umoristici. come in questo caso. e non v'e' dubbio alcuno sul fatto che il problema non sia l'essere il "true lies parte due", perche' MAGARI FOSSE; il problema e' dalla lettura semplice semplice: tom cruise non fa ridere (boh, forse e' troppo bello per), le "gag" di questo film sono bolse e fanno sbadigliare, non si riesce mai ad essere "presi" per l'umorismo. l'unica cosa che riesce ad attirare un pochino e', appunto, l'azione, ma e' talmente pompata agli steroidi da aver superato abbondantemente il "troppo", il pacchiano. e quindi svacca tutto.

ah, non c'e' neanche il "problema tom cruise" perche' nel genere azione non e' che sfiguri, anzi; senza contare che arnold non e' che sia attore (tom ad esempio e' anni luce piu' espressivo, pur non essendo nulla di che). il problema e' proprio che non fanno ridere per nulla quando vorrebbero far ridere e quindi sembrano solo stupidi sfigati. come quelli la sera al pub che si sforzano di essere personaggi sempre al centro dell'attenzione ma le loro battute non fanno ridere nessuno ed i loro modi di fare appaiono sempre troppo coatti ed inopportuni: desideri essere altrove, oppure desideri avere in mano una mazza da baseball.


innocenti bugie

domenica 11 dicembre 2011

a.i. intelligenza artificiale


sapere dell'incasso, del regista, di chi l'ha scritto, a chi e' venuta l'idea, degli attori coinvolti: non me ne frega niente. l'unica cosa che m'interessa di questa favola moderna e' perdermici constatando quanto riesca sempre ad essere interessante, tragica e spiritosa. universale e da consigliare a tutti, quindi se ve lo siete perso: cliccate la ranocchia.


a. i. intelligenza artificiale

sabato 17 settembre 2011

i love you, man


il tipino casa e chiesa deve sposarsi con la tipina acqua e sapone; scopre di non avere un amico da usare come testimone e si mette a cercarli ovunque; attraverso mille peripezie (...) davvero molto eccentriche, arriva all'amico... peggiore che puo' avere...! alt. ma lo sentite il fastidioso tono da trailer demente? tutto il film e' permeato da quello sgradevole incedere "traileristico", che rimanda ai mongoli che parlano in sala, che parlano al cell, che fanno chiasso, scorreggiano, si alzano, insomma: rimandano al fruitore medio dei cinepanettoni. e' il solito film americano totalmente privo di regia, trama e sceneggiatura: si regge sul "talento" comico, su qualche scambio di battute e poco altro. ah, tutto cio' non sarebbe un problema (anzi), perche' se le battute fanno ridere possiamo anche mettere da parte la trama e tutto il resto (ultimamente ad hollywood han dato premi all'ex moglie di cameron, con un film totalmente privo di trama), pero' qui le battute non fanno ridere quasi mai; c'e' solo un personaggio riuscito (il tipo stravaccato sulla poltrona) e basta.


i love you, man

sabato 30 luglio 2011

indovina chi


la figlia di luigi comencini (non merita d'esser chiamata in altro modo), per spacciare il suo aborto bianco e nero se ne e' uscita in questo modo vigliacco: "sono rimasta sbigottita quando mi sono accorta che dai tempi di indovina chi viene a cena? non c'era stato un film sull'integrazione negli intrecci amorosi, dunque ho pensato bene di pensarci io. questo era un film necessario*" ed io naturalmente non potevo non avere i conati. a parte la falsita' in se' (questo film non dice nulla? e' un blockbuster che ha incassato centinaia di milioni di dollari, ha ricevuto un battage pubblicitario pazzesco ed e' uscito circa 2 anni prima di quello della figlia di luigi comencini; quindi, in sostanza, la memoria era freschissima e, dato che le interviste son programmate prima -intendo sia domande che risposte- lei sapeva benissimo che stava spacciando una bugia a scopo "pubblicitario"), il fatto e' che anche solo la faccia di bronzo, l'arroganza e la spropositata considerazione che ha di se' son qualcosa di nauseabondo. poi siccome non nutro alcuna stima di queste merdacciuole non perdo nemmeno tempo nel fare il trito elenco di film sul tema di quel capolavoro con poitier, non per evitarmi l'aria da maestrina, bensi' perche' e' davvero insulso mettersi a spiegare qualcosa se si sta parlando di caccole: guarda e passa.
ah. e questo, invece? toglie tutto il "sociologico" del predecessore e lascia solo le risate (in teoria), pero' non fa ridere. fate voi.

* = certocerto, come no? guarda, meno male che ci pensa lei al cinema: era dai tempi di orson che aspettavamo trepidanti una boccata d'ossigeno del genere, in effetti.



indovina chi?

giovedì 21 luglio 2011

irreversible


gaspar noe' e' una bevanda per cialtroni che credono di abbeverarsi a chissa' quale fonte 'innovatrice', 'rivoluzionaria', 'visionaria' e 'geniale' (di solito mi vien voglia di prendere a schiaffi semplicemente sentendo questi lemmi. ma non vale solo per questo scemo). poco importa se questo imbecille gode di clamore come una britney spears qualsiasi, solo che a differenza di quest'ultima non e' trattato da 'contenitore vuoto' o da 'stupido entertainment', bensi' da 'autore brillante' ed 'innovatore'.
in realta' e' derivativo, non ha mai avuto anche solo mezza idea, ha sempre e solo copiato OGNI singola scena ed ogni modo di girare film, ogni concetto (quando ci sono. cosa assaj rara), eccetera. tutto quello che questo povero pezzente mette su pellicola io l'ho gia' visto (in maggior qualita') in molte altre pellicole girate prima.
l'unica cosa decente di questo film? l'interminabile e straziante violenza su monica.

martedì 19 luglio 2011

the italian job


certo, michael caine e' michael cane: noi non possiamo scordarlo; tuttavia questa versione si lascia apprezzare parecchio, ed ogni volta e' sempre un piacere. questo e' il classico film che all'uscita al cinema non incassa quanto i vari blockbuster alla pirati dei caraibi o transformers, pero', vuoi o non vuoi, alla fine lo hanno visto TUTTI; riguardo gio', mi fa venire in mente fight club, anche quello con edward norton, anche quello con edward norton prima che si rincoglionisse di brutto (oramai speriamo che spiri al piu' presto, come quando vediamo cavalli azzoppati).
la cosa piu' bella di questa versione e' l'amore per la FAMIGLIA. vien voglia di abbracciare i propri genitori, per chi ha la fortuna di averceli entrambi.

lunedì 30 maggio 2011

the hoax - l'imbroglio


richard gere m'e' sembrato sempre matto come un cavallo, ma da un bel po' di anni a questa parte mi sembra sfortunatissimo e col cervello alla frutta: non azzecca mai un film, nemmeno per sbaglio. lasse hallstrom e' un regista che tutti conoscono: buon compleanno mr. grape, qualcosa di cui sparlare, le regole della casa del sidro, chocolat, the shipping news, il vento del perdono, casanova, hachiko e dear john. come potete notare da par vostro, come regista non vale nulla: attorucoli perennemente col broncio in favor di camera, pietismo a go-go, finti problemi spacciati per problemi, nulla da raccontare raccontato come fosse qualcosa di importante, stronzate new-age e da teletubbies, etc.
questa vicenda e' la macchinazione di una truffa (lo scrittore gere non riesce a farsi pubblicare quindi inventa d'essere autorizzato da howard hughes a curare la sua biografia), ma siccome in cabina di regia non c'e' mario monicelli l'argomento non punge come dovrebbe e non fa affatto ridere come (in teoria) il trailer lascia intendere, per lo piu' ci si noia.


the hoax

lunedì 4 aprile 2011

io non ho paura


salvatores e' uno che filma quasi sempre film scadenti, a tratti davvero offensivi, spesso proprio di merda. raramente se ne esce col filmone, ogni tanto pero' non abortisce, anzi partorisce dei film carini: e' questo un caso. lo vidi, con soddisfazione, al cinema in dolce compagnia. anni dopo e' tornata, con soddisfazione, sia la dolce compagnia che la visione. pero' passato qualche mese devo dire che onestamente la compagnia non e' piu' dolce (infatti ciao ciao), mentre la visione rimane piacevole. naturalmente ignoro il libro perche' quello per me non e' uno scrittore: e' un plagiaro, un mezzo cialtrone, scrive per adolescenti. sia chiaro: per adolescenti di razza umana, non per mongoli che a 17 anni (non 11 eh) buttano i soldi con moccia, pero' sempre di roba costruita appositamente per adolescenti si tratta.



io non ho paura

martedì 22 marzo 2011

io non sono qui


dietro porcate del genere non poteva non esserci steven soderbergh, pochi cazzi. la cosa "buffa" di steven e' che c'e' persino gente che lo difende, dico anche oggi. per fortuna che lassu' qualcuno mi ama e m'hanno ascoltato. allora, il film non e' un film e questi infelici ricconi che non san dove stian di casa la musica, la vita, etc, ce la mettono proprio tutta per infastidire, annoiare e dare al tutto il tipico taglio dell'arte nell'era delle installazioni (ovvero bufale di merda e banalita' stucchevoli spacciate per arte): in quel senso riescono benissimo, in quel senso la missione e' compiuta perfettamente. gli unici motivi per andare avanti nella visione sono christian bale e cate blanchett, ma per fortuna -specie christian- mostrano un briciolo di dignita' recitando meno del solito (per le loro reali prove attoriali vi rimando alle loro etichette a fine post). e cosi', arrivati ad inizio secondo tempo, non se ne puo' proprio piu' e si passa ad altro, nella fattispecie a della musica suonata col cuore:



e comunque la coscienza e la vera essenza di bob dylan si posson riassumere in poche parole: a 30 anni cavalcando l'onda della protesta (ahahah!) per fare soldi blaterava cazzate anticlericali, arrivati gli -anta per continuare a farli bacia l'anello del papa, chino. e gli "esperti" (...) musicali modello scribacchini di audiodrome che nel 3000 ancora gli vanno dietro completano l'opera. poveracci.


poscritto musicale:
se v'interessa davvero la musica ed i film musicali allora provate a cliccare l'etichetta: qualcosa di buono li' c'e'. li'.



io non sono qui

domenica 13 marzo 2011

immaturi


spesso viene sottovalutata l'aspra critica a prodotti del genere perche' gli intellettualmente pigri e gli snob tendono a pensare: "e grazie al piffero che fa schifo questa roba, c'e' bisogno di guardarla?". queste persone, pero', prima di poter parlare di un film dovrebbero averlo visto, altrimenti se ci si basa sui trailer -molto spesso- si farebbe meglio a tacere dato che per come son fatti (ogni tanto) sono una trappola quando non (spesso e volentieri) degli specchi per le allodole. prendete quelle riuscitissime commedie stereotipate come oggi sposi, diverso da chi?, figli delle stelle (questo riuscito meno) e amore bugie e calcetto a mo' d'esempio.
l'occasione era ghiotta e gli attori caratteristi (almeno 3) capitavano a fagiolo in un film del genere, pero' una scrittura risibile ha rovinato il tutto: vien voglia di prendere lo sceneggiatore per spaccargli la testa. cito solo un esempio: la coppietta pranza al ristorante, la tipa di raoul bova gli comunica sorridendo che e' incinta, lui, come accade sempre nei film, ci rimane male e balbetta stronzate, pone una domanda: "ma non prendevi la pillola?" e lei: "si', ma che c'entra? non sei contento??" e poi mette il broncio. ecco, occasione mancata. nelle altre pellicole, anche quelle linkate, un'occasione del genere era il pretesto perfetto per far uscire la vena in fronte all'attore protagonista e farlo gridare come un ossesso, che' lo scambio "ma non prendevi la pillola???"/"si', ma che c'entra?" era l'ideale per uno sbroccamento ("troia! l'hai fatto apposta! sei edie britt al rovescio!!"), ed invece niente: lei mette il broncio, raoul si scusa e vanno avanti cosi' per tutto il film.
con una "sceneggiatura" cosi' lacunosa e' naturale mandarli a fanculo, perche' nello stesso genere in italia negli ultimi anni stanno uscendo pellicole notevoli.

domenica 6 marzo 2011

shelter - identita' paranormali


per un po' sembra extreme measures con hugh grant e gene hackman, di michael apted (nell, 007 il mondo non basta, enigma ed il secondo narnia), ma una volta terminato il (lungo) prologo diventa il piu' classico dei thriller-horror (sembra uscito nel '95!), con tanto di svolta finale in odor di slasher (non scherzo!). prodotti del genere ovviamente sono "preconfezionati", voglio dire: questi sono i film che si scrivono da soli, in cui accade sempre quel che ti aspetti quando te lo aspetti, per cui la differenza tra uno ben riuscito e uno mal riuscito e' da rintracciare nei particolari, nella cura dei dettagli: la scenografia, la fotografia, le battute, la recitazione, eccetera.
ah, i due registi svedesi, qui esordienti, chiariscono ben presto da quale cinema provengono: inquadrano piu' volte un posterone gigante de la notte dei morti viventi di romero. infatti, il film e' girato "all'antica", come gli old school thriller-horror, non ha scene videoclippare ne' cazzate moderne attira adolescenti -e infatti non ha successo proprio perche' non fa marchette verso i ragazzini. questa e' una qualita' che innegabilmente il film ha ed e' molto importante, che' evitare di seguire i filoni cavalcando l'onda (ricordate la pioggia di film orientali tutti uguali attorno al 2003? bingo) denota credibilita' e integrita'; nondimeno serve anche a lasciar correre sui difetti, qui comunque evidenti (il film dura 2 ore e per il genere e' davvero troppo).

shelter