Visualizzazione post con etichetta a come thriller. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta a come thriller. Mostra tutti i post

martedì 25 giugno 2013

shooter


i film con mark wahlberg di solito mi piacciono, questo in più aveva una storia da acquolina in bocca (mark è un marine deluso dagli stati uniti d'america perché nel momento del bisogno è stato abbandonato nel merdistan, dunque si è ritirato a vita privata in montagna a sparare ai cervi e parlare col suo fedele cane; il governo ha di nuovo bisogno di lui, che è il cecchino MIGLIORE DEL MONDO, per sventare un attentato al presidente degli stati uniti d'america DEL MONDO), però è tutto troppo prevedibile. oltre a ciò, il budget non regge il ritmo della storia ed a sua volta la storia non regge il ritmo in senso stretto. traduco: o servivano più soldi, o servivano più svolte nella trama, che è troppo lineare. alcuni spunti divertenti ci sono: il cattivo è un membro del congresso degli stati uniti, stato del montana, ovvero un grasso guerrafondaio che fuma sigari, ha la risata catarrosa, va in giro con le armi e trasuda cinismo e cattiveria da ogni poro, però è molto poco sfruttato ed il film ne risente eccome. è moscio.
comunque, un aspetto positivo ce l'ha: gli scontri, gli appostamenti del cecchino mark, etc sono stati lo spunto per call of duty.

venerdì 31 maggio 2013

skyfall


javier bardem nel ruolo di villain psicopatico con la morte nel cuore è qualcosa, ed a suo modo è anche divertente. è migliore di casino royale per due ragioni: lo spottone accorato verso londra bendispone e, soprattutto, l'andare a scavare nell'infanzia di james bond e sulla sua famiglia. laddove casino royale apriva il cerchio, questo lo chiude, ed anche solo per questa ragione si fa apprezzare di più. il migliore degli 007 con daniel craig è quantum of solace, che difficilmente verrà superato in futuro.

domenica 26 maggio 2013

looper - in fuga dal passato


è piaciuto praticamente a tutti quelli che l'hanno visto, però l'hanno visto in pochi ed il passaparola non c'è stato. gli ingredienti per funzionare ci sono tutti: fantascienza, viaggi nel tempo, i criminali nel futuro distopico sono troppi e vengono mandati indietro nel tempo e condannati lì a morte (wow), sulla terra la gente inizia ad avere i poteri esp, l'inter vince uno scudetto non di cartone (l'ho già detto che è fantascienza?), varie ed eventuali; eppure, nonostante tutta questa carne al fuoco, il film non funziona perché l'umore di questo western fantascientifico è un po' noir, ma noir del tipo bolso, fiacco, col mood impostato sullo scazzato andante. non so perché bruce willis abbia bisogno di mostrarsi perennemente scazzato per sembrare credibile (è alla frutta?), probabilmente è stanco di fare la macchietta con la parlantina che spara a tutti in canottiera (non lo biasimo), però pare la versione action dell'ultimo bill murray, e chi ha visto i film con l'ultimo bill murray sa che non è qualcosa di positivo. ho fatto male ad andare al cinema perché 9 € non li vale, ma una visione in dvd una sera in cui piove sì, a patto che venga noleggiato e non comprato, perché è uno di quelli che vedrete una volta, anche con discreta soddisfazione, e mai più (credo sia difficile affezionarsi a qualcosa del genere).

venerdì 24 maggio 2013

effetti collaterali


steven soderbergh è bravo e astuto: sa che channing tatum non vale molto più di nulla ed in un film del genere (thriller, lui agente di borsa del lato oscuro) risulta credibile così come uno scilipoti in politica, quindi lo fa morire dopo una ventina di minuti, contribuendo a rendere più credibile il film. jude law può tenere in piedi un film del genere, il ballerino no.
il soggetto è tumultuoso, la storia ha parecchie svolte narrative e colpi di scena e ci si scopre sinceramente ammirati durante la visione, però alcune delle caratteristiche precipue di steven sono dei veri e propri difetti: a volte, nonostante la regia rigida, si concede scelte da chi vuole darsi un tono piuttosto che mettersi al servizio dello spettatore; lui ci tiene sempre a fare bella figura, ci tiene ad essere protagonista, non si fa da parte. per come vedo io il cinema, questo è un difetto perché si sconfina dalle parti della maniera, dell'accademia. ad esempio, per rimanre nel film d'autore e per darsi arie, evita di sconfinare nel thriller seriale anni '90 dando più ritmo al film ed usando la musica come supporto al film: certo, avrebbe creato un prodotto di genere, più "umile", mica no, ma almeno non avrebbe annoiato. l'incedere del film, nonostante il soggetto potente, è fiacco, lento, ed in sala gli spettatori tendono a prender sonno (a me è capitato prima della metà del film, alle prime avvisaglie dei volatili per diabetici di jude law): certi han proprio dormito, ronfavano. è vero che la storia era potente ed i colpi di scena non mancavano, ma steven ha scelto con cognizione di causa di evitare un crescendo per la suspence, evitando d'arrivare al climax, evitando il TA-DAAN!, evitando il rullo di tamburi, e questo trovo sia davvero un difetto, perché lui era sempre lì a sbattere in faccia: sì, sono io che ho deciso di non far montare la panna come si deve né di farla smontare. oltre a ciò, il difetto più grande e credo sinceramente poco opinabile è il finale: definirlo sbrigativo è dire poco, nel giro di pochissimi minuti si sistema tutto e amen. ed arrivare ad un finale di quel genere, sveltissimo, dopo ben DUE ore di film a tratti soporifero e senza aver fatto montare la suspence a dovere, anche con "trucchetti" del thriller di mestiere, contribuisce a rimanere insoddisfatti, quindi ci si rompe i coglioni (per chi li ha). ed è davvero un peccato, perché il soggetto era davvero portentoso, si toccavano tanti e tanti argomenti e si potevano sviscerare discussioni su discussioni. in sostanza, steven soderbergh è un vero coglione, e se dice di voler smettere col cinema limitarsi a farlo, perché il fatto che si sia "stancato di fare film" (come dicono i suoi amici) è qualcosa che si vede.
per ultima cosa, banalmente infastidisce perché davvero non tollerabile (non è plausibile, non è credibile) vedere i personaggi accogliere su di loro tutte le brutte cose che gli accadono col trasporto emotivo di una puttana negra con un cliente: il mondo gli cade addosso, e loro sembra stiano sorseggiando il tè, se son proprio adirati al massimo si concedono uno sguardo torvo, ma di più non fanno: poche minacce, assenza di parolacce, assenza di grida. questo accade perché il regista ha detto loro di non caricare troppo i ruoli, di rimanere più distaccati, asettici, così il prodotto risulta autoriale, di classe, eccetera. ma per un prodotto autoriale, di classe, che sia teso a sfoggiare maestria, be', bisognava chiamare roman polanski

sabato 18 maggio 2013

the bourne legacy


non ci avevo fatto caso prima d'ora, ma non ho mai scritto nulla riguardo la bella trilogia su jason bourne (identity, supremacy, ultimatum) ed inizio a parlarne ora che hanno rilanciato la serie con jeremy brennan, qui aaron cross, come nuovo fuggitivo che tenta di sopravvivere alla CIA che vuole ucciderlo. a livello temporale siamo poche settimane dopo che jason bourne l'ha messo nel didietro senza vaselina (aveva optato per la ghiaia) alla CIA ed era diventato un uomo libero, bello, ricco e potente (trilogia terminata), dunque cercano di sterminare tutti gli altri (??) per evitare altri possibili bourne-problem ma stranamente cross si ribella e siccome lo hanno reso una macchina da guerra grazie alla genetica, sterminarlo è tanticchia arduo.
se conoscete il marchio e lo apprezzate, questo lo vedrete sicuramente; altrimenti, di certo non inizierete da qui. comunque, quello che si apprezza è la presenza della donna del guerriero, rachel weisz, e dato che è una brava attrice prestata ad un ludofilm e non il solito manichino tette-culo le scene che la coinvolgono risultano più credibili e meno pacchiane del solito. di contro, edward norton (clicca l'etichetta) appare invecchiato, imbolsito, con due roncato1 posizionate sotto gli occhi ed una voglia di recitare prossima allo zero assoluto. jeremy brennan invece se la sente calda, però a livello atletico poteva fare molto di più: se interpreti una sorta di james bond del terzo millennio, quindi modificato geneticamente a livello cerebrale/cognitivo ma anche a livello muscolare, si presuppone che quando mostri il corpo nudo la gente possa ammirare qualcosa dalle parti di thor, mazzinga, mike tyson, gesu cristo. insomma: muscoli della madonna oa oa, unto a go-go ed il solito genere di cose. invece è banalmente asciutto (1 mese di training) e pompato a livello mediocre (2 settimane di palestra); poteva e doveva fare molto di più per rendere credibile il personaggio.
chiaramente, la scoperta dell'acqua calda, ci sarà un seguito e stavolta sarà alex cross a cacciare i cacciatori.

martedì 30 aprile 2013

the expatriate


non è nemmeno riuscito ad uscire al cinema in italia, tanto era brutto. molto spesso, infatti, sono dell'opinione che i distributori facciano bene a fare uscire quasi solamente stronzate: le produzioni "alte" fanno 7 spettatori a serata nella prima settimana, quindi ha poco senso; nondimeno un altro fatto è che la maggior parte dei film "alti" si possono tranquillamente vedere sul divano, data l'assenza di effetti speciali.
in questo caso, però, non si è dalle parti del cinema autoriale, bensì siamo dalle parti di harrison ford negli anni '90, ovvero negli anni in cui era un capo, una sorta di ibrido tra mcgyver e l'uomo che fuma di x files, però bello e carismatico. aaron è tutto questo, solo il film è stato generato random dal generatore di film thriller presente nel sito ashlyjuddisrunning.com. ad aggravare la situazione la presenza della figlia: aaron eckhart non la lascia mai sola per paura che le possa accadere qualcosa, quindi se la porta con se nella guerriglia urbana a caccia/cacciato di/da agenti segreti, trafficanti, sailcaso. giusto, mi pare logico.
così come sia altrettanto logico vedere la figlia che, dopo che il padre le ha salvato la vita tipo quaranta volte, gli sbraita contro: "ma quindi tu eri un agente segreto e non mi hai detto nulla? basta me ne vado non ti parlo più". se lui l'avesse presa, immersa fino alla testa nel cemento e poi se ne fosse andato a sterminare il mondo: tanto di cappello, il film sarebbe stato un capolavoro poiché avrebbe empatizzato con l'attore (la figlia nel cemento), invece così si faceva il tifo per i cattivi, sperando che anche sbagliando e non colpendo con degli spari a lui, si potesse colpire lei. e invece niente, tarallucci.

mercoledì 24 aprile 2013

broken city

torna allen hughes, un negro che di solito lavora insieme al fratello gemello, dopo il precedente codice genesi. il passo indietro è notevolissimo: broken city è il classico thrillerone politico che andava di moda negli anni '90; di solito le tipologie erano due: in una ashly judd era perseguitata dal mondo ad una certa smadonnava e spaccava tutto, nell'altra tipologia c'era harrison ford che spiava o veniva spiato dalla cia ed in giacca a cravatta si destreggiava nell'azione. a volte, quando harrison ford era occupato in un film del genere, veniva sostituito in un film del genere da michael douglas, tanto alla trama bastava aggiungere il tentativo di uccidere la moglie per non pagarle gli alimenti. dopo quasi 20, però, queste pellicole lasciano il passo e arrancano. nel ruolo del cattivo c'è russell crow, che magari nelle intenzioni dovrebbe sembrare spietato e cattivissimo, ma impallidisce dinanzi i politici che ci sono (ovunque eh, non è una crociata da zecche del tipo: "solo in italia succedono queste cose!!") nella realtà, senza contare che pochi anni fa abbiamo avuto persone che mettevano nel forno altre persone per lavarle col gas, quindi il gladiatore forse è "cattivo" rispetto ad una bambina che gioca in giardino e senza volerlo calpesta un'aiuola, ma avendo uno sguardo tanticchia più ampio sull'umanità di cattiveria se ne rintraccia poca, quindi morde poco.
a completare l'opera di sfrangiamento delle gonadi ci ha pensato la sottotrama: mark wahlberg tollera i froci ma a distanza da lui, però ad una certa uno di loro piange, quindi si intenerisce, cambia idea ed in fondo i gay vanno bene e meritano rispetto, mentre invece i colletti bianchi di wall street ed i palazzinari aumma aumma con le banche sono il male, w i gay. a questo punto viva edison city.

venerdì 12 aprile 2013

the double

quando in un film thriller manca completamente la componente thrilling il suddetto film è riuscito o meno? o meno in questo senso: pondero se sia il caso di menare. si dorme alla grande per tutto il tempo, perché dopo, non esagero, 25 minuti si è capito già dove andranno a parare, quindi tu sei lì che dici al giovane agente segreto: "coglione, se ci arrivo io che ho i piedi gonfi e son qui in preda alla stanchezza sul divano, possibile che non ci arrivi tu, che sei un giovane agente super segreto e grande mega orgoglio lì a langley?? eh, idiota?". la cosa peggiore di questi filmacci è la presa per il culo: disseminano con la nonchalance di un elefante in una cristalleria dei particolari che all'apparenza sembrano insignificanti, ma in realtà sono tesi a svelare le sorti del film. e proprio perché sembrano insignificanti, o messi lì per caso, risultano goffi e pacchiani: li noti al volo e ti chiedi come mai abbiano perso tempo con certi particolari, se non c'entrano niente (e infatti poi c'entrano e come). e niente, alla fine per lo meno risparmi sui sonniferi, o sullo yager utile a dormire. un pregio quest'immondizia ce l'ha.  richard gere è morto. 


 the double

martedì 25 dicembre 2012

missing

lo segui e vai avanti per inerzia data la prevedibilità di ogni puntata, però ogni tanto PAMPAMPAM! ogni tanto CORRISCAPPA! ogni tanto BOOOOM! e allora alla fine dell'episodio ci arrivi. poi, ZAC!, la serie viene troncata circa a tre quarti di stagione (?) senza apparente motivo. comunque, a tutti quelli a cui piacciono gli intrighi della CIA, il terrorismo e soprattutto i rapimenti & riscatti & fuggitivi, nelle serate invernali in cui non si esce lo consiglio.



missing secondo episodio

missing terzo episodio

missing quarto e quinto episodio

giovedì 1 marzo 2012

40 carati

questo entra di diritto nella top five dei peggiori film del 2012. neanche faccio l'elenco delle stronzate cosmiche messe in scena per non rovinarvi la visione. a parte il fatto che il cast di comprimari e' risibile per prodotti del genere (ladri, veri o presunti tali, che devono rubare diamanti), dato che siamo talmente tanto inflazionati dai film sul tema da vedere attori premi oscar relegati a ruoli minori, ma la cosa piu' imbarazzante e naturalmente comica involontaria (la ragione per cui ho continuato la visione anziche' andare in piscina) e' la "sceneggiatura". un ragazzino di 11 anni, handicappato, down e autistico peso non avrebbe scritto questa roba peggio di cosi'. 1 ora e cazzo 40 di espedien stronzate e per lo piu', quando la stronzata in atto non e' proprio enorme, sei li' a sperare che sam worthington caschi giu' dal cornicione per sfracellarsi e sperare che la poliziotta (quella mongola di elizabeth banks mai cosi' fuori ruolo. si', la mongola di zack e miri -cliccate pure, cosi' vedrete la locandina e che razza di faccia da mongola ha) che segue il caso segua anche lui nel volo. sperando poi che qualche anima santa prenda a bruciare i resti smembrati con un lanciafiamme prima di raccogliere tutte le polveri e gettarle in un tombino mandandoli a fare in culo.


40 carati

mercoledì 29 febbraio 2012

millennium uomini che odiano le donne


certo che i nostri distributori sono proprio delle FAINE: la trilogia millennium (uomini che odiano le donne, la ragazza che giocava con il fuoco, la regina dei castelli di carta) da poco e' uscita al cinema, i libri sono stravenduti e da poco sono anche passati nella tv pubblica, fincher torna di nuovo al cinema con un remake americano di questa roba, come detto, a pochissimo dall'uscita... e quelle FAINE dei nostri distributori nemmeno cambiano il titolo. in america e' uscito col titolo la ragazza col dragone tatuato. usare quel titolo no, eh? magari continui a scrivere "millennium" da qualche parte, ma cristo: cambia il titolo. poi e' ovvio che nonostante sia migliore della versione svedese faccia fiasco.

domenica 12 febbraio 2012

buried - sepolto


buried e' un thriller atipico e ad altissimo rischio sfrangiamento di ovaie: interamente girato dentro una bara, narra la vicenda di uno che lavora per gli stati uniti in iraq (guida camion); viene rapito dagli insorti e seppellito (poco profondo) con un telefonino, cosi' puo' chiamare gli stati uniti per chiedere il riscatto (5 milioni di dollari). capirete che le telefonate in attesa, i "rimanga in linea", gli "attendere prego" e la gente che, pur rispondendo, non capisce e rimane incredula (con il malcapitato che sclera di continuo) si prestano ad una cosa soltanto: RISATE. in teoria vorrebbe essere thriller, ma in pratica si ride spesso perche' la situazione suscita il comico-involontario, e davvero non potrebbe essere altrimenti. anzi, onestamente penso che sia meglio se la gente si mette a ridere, perche' se si rimane seri allora ci si annoia e basta: tu puoi raccontare quello che ti pare, puoi avere tutte le alte premesse che vuoi, puoi essere un fiero pacificista, buono e quello che vuoi, ma se il tutto si riduce a far recitare uno scalzacane come ryan reynolds dentro una bara per un'ora e mezza in cui lui parla da solo o parla al telefono con qualcuno... la gente si annoia. questo perche' si tratta di CINEMA, non di un racconto in un libro. su carta ha senso una dissertazione sui massimi sistemi da parte dei due filosofi piu' intelligenti del mondo, ma se poi la vai a mettere su pellicola e la fai durare due ore, allora la gente si annoia a morte: giustamente, vedrebbe solamemente due vecchi barbosi che perdono tempo parlando di cose astratte. mi sento di promuovere e consigliare questo film, perche' per come lo intendo io (ridere e basta) allora la visione e' sensata e non si butta il tempo.

buried sepolto

in the cut


jane campion e' la miracolata "regista" de lezioni di piano e ritratto di signora: stronzatine in costume atte a far incetta di premi ai festival ma destinate all'anonimato (tenendo conto del contesto e dei premi vinti) perche' si rivolgono a nessuno e soprattutto incapaci di far breccia nel pubblico, dato che di aria fritta trattasi. con queste premesse era impossibile partorire un film decente, infatti questo e' un aborto. ricordo un film di jane campion, l'unico che per lo meno valga la pena d'esser visto: holy smoke!, con kate winslet e harvey keitel. si', ho notato il vostro stupore: questi due attoroni insieme sono qualcosa di notevole, infatti quella roba (raffazzonata, non sta in piedi se non per miracolo, etc) va vista solo per l'interpretazione dei due mostri, davvero notevole. e su questa roba, invece? c'e' poco da dire. ve la riassumo.

meg ryan e' un'insegnante di inglese in una high school di new york: prevedibilmente annoiata e senza alcuno stimolo da parte degli studenti, si diverte ammiccando al prossimo e lasciando intendere a chiunque di esser pronta ad accogliere il manfro (qualcunque esso sia). un po' fantastica sulla cosa, un po' vede qualche reato, meg intreccia la storia con un "detective" (mark ruffalo) che deve indagare su questo o quel reato, ma per lo piu' scopano e dicono stronzate quando aprono bocca. alla fine il cattivo muore, meg e ruffalo si abbracciano. il thriller e la suspance nel film non sono mai esistiti, l'unica cosa degna di nota (se "degna" si puo' dire dato che si tratta di un'insulsa come meg ryan) e', appunto, il sesso tra meg ryan e mark ruffalo (...). tonfo al botteghino.

capisco benissimo la vostra voglia di stare alla larga da cotanto terrore. vi capisco, vi capisco.

giovedì 27 ottobre 2011

panic room


madonna che stronzata. david fincher veniva da fight club... e se ne e' uscito con questa roba. madonna, oh. non e' per la bruttezza in se', eh, perche' a volte ci son film molto brutti che vale comunque la pena vedere per qualche ragione, ma questo e' come l'acqua panna: berla o non berla e' la stessa cosa.


panic room DVD-RIP

mercoledì 5 ottobre 2011

the constant gardener


costato 25 milioni di dollari, ne ha incassati piu' di 80: la cosa fa piacere. e' un prodotto contro le case farmaceutiche che speculano sul popolo, quindi se siete delle zecche questo e' il film che fa per voi: presumo vi fara' lacrimanre, presumo vi venderete la storia/il libro/il film la sera per sembrare intelligenti e con gli occhi aperti sui complotti del mondo quando parlate di politica e fate discorsi seri con la gente. a me al cinema interessa il cinema (maddai?), perche' altrimenti se mi devi dare informazioni "contro", se devi parlare delle case farmaceutiche tout court, be', magari un documentario o degli articoli di giornale sono tanticchia piu' esaustivi. un film, innanzitutto, dev'essere cinematografico, deve avere una storia raccontata in modo decente/credibile, che' altrimenti il mondo e' pieno di tonfi nell'acqua (film serissimi ed importantissimi nelle premesse, ma estremamente pallosi perche' dimenticano, appunto, di essere film nati per intrattenere e non documentari e/o articoli di giornale), e questo lo e'.
anche se a me delle case farmaceutiche quotate in borsa che, pappa-e-ciccia con le banche ed i politici, si mettono a testare medicinali sui negri poveri dell'africa non importa un fico secco (tornatevene in russia, stronzi): la parte piu' interessante del film e' la storia d'amore.

the constant gardener DVD-RIP

lunedì 3 ottobre 2011

la pelle che abito


chi conosce bene pedro sa che da un bel po' di tempo ormai non ha nulla da dire, dunque giustamente cerca di divertirsi con la passione piu' bella del mondo continuando a raccontare le stesse storie (sotto un'ottica del tutto diversa), oppure variando un po' il brodo, come in questo caso. fondamentalmente, da
straricco imbolsito e annoiato qual e', pedro almodovar non ha un cazzo da fare: lui non e' come voi, che state sulla spiaggia a leggere i libretti di grisham e patricia cornwell solo per 7 giorni all'anno mentre permettete ai vostri piccoli nei di ingrandirsi ed in futuro evolversi in futuri tumori al pancreas o chissa' dove, no: lui e' a non fare un cazzo su un lettino per tutto l'anno, dunque dopo un'abbuffata di libretti di patricia s'e' dato al medical-thriller; la qual cosa di per se' fara' ridere piu' di qualcuno anche senza aver visto il film, me ne rendo conto.
vado dritto al nocciolo (io CONOSCO HARDCORE): ricordate il senso di sgradevolezza e insensatezza trasmessi durante la visione de la mala educacion? qui piu' o meno siamo da quelle parti, solo che siamo nel terreno dello pseudo-thriller. 'pseudo' perche' in realta' il thrilling non esiste per nulla: pedro ha avuto bisogno dei piani temporali, andando spesso avanti e indietro nel tempo con piu' di qualche flashback per giustificare una storia che difficilmente stava in piedi da sola e che soprattutto latita completamente di thriller (con i flashback lui per lo meno riesce a mantenere in piedi una sorta di accrocco, diciamo cosi').
sia chiaro, pedro non sa piu' cosa fare, ma anche se cambia genere (non e' una battuta sottile, eh!) rimane comunque se' stesso: quel che oggi alla visione ci sembra cosi' diverso, cosi' sgradevole e malsano, e' niente di diverso da quello che c'ha fatto vedere 30 o 20 anni fa, solo che allora lui era GIOVANE, pieno di VITA, con una VERVE pazzesca, dunque sconfinava sempre nel grottesco e, porca miseria, ci faceva morire dal ridere, ci divertiva un casino. soprattutto, uno dei meriti piu' grandi che gli si riconosceva era questo: pur se apparentemente le sue storie erano ai "confini" (come le persone emarginate, che in quanto tali non sono al centro di nulla, neanche -e soprattutto- di loro stesse), pur se apparentemente i personaggi erano cosi' strampalati e molto poco plausibili/credibili, tu alla fine finivi per "crederci", tu alla fine del film non pensavi piu' a dei 'personaggi', bensi' a delle 'persone'; persone che ti sembravano vere, persone che ti sembrava vivessero, non avevi la sensazione di stare a sentire qualcuno che mandava a memoria un copione, qualcuno che 'leggeva' le battute. oggi, siccome pedro non e' piu' ne' giovane ne' pieno di vita ne' tantomeno con verve, quelle stesse "storie ai confini" che continua a mostrarci sembrano troppo poco credibili, artefatte, verbose, parecchio forzate e soprattutto sgradevoli.
non sono una talebana: non e' che il 'nuovo' almodovar (quello "arrivato") non mi piace per niente, non e' che mi fa schifo a priori e preferisco (solo) quello delle ragazze del mucchio, perche' se mi facesse ribrezzo a priori non lo guarderei e ci metterei una pietra sopra; mi sembra radicalmente agli sgoccioli, senza piu' alcun briciolo di talento (che e' fuggevole come la giovinezza, non ci si puo' far nulla), ma cio' nonostante grazie al mestiere di un grande artigiano (questo e': un grandissimo artigiano, non altro) riesce comunque a reggersi in piedi -ogni tanto- creando cose pregevoli anche ultimamente (eventualmente clicca la sua etichetta per maggiori approfondimenti).

poscritto step e spinning:
pedro mio, sei un bel porcellino eh? che ne dici di smetterla di mangiare come un maiale e perdere almeno 15 chili, eh?

la pelle che abito

venerdì 30 settembre 2011

il debito


da un "regista" come john madden (shakespeare in love, il "mandolino' del capitano corelli, proof la prova) di certo non e' lecito aspettarsi nulla, ma questo film (remake di un aborto sionista del 2007) sul debito scolastico se lo poteva risparmiare. com'e' possibile prendere un debito in religione? solo lui ci riesce. per altro le religioni organizzate ed i relativi fedeli sono il piu' insulso coacervo di imbecilli: bisognerebbe estinguerli tutti, a meno che non smettano con la loro insopportabile opera di proselitismo, non trovate?
al cinema non c'e' materia piu' stupida e sfrangia ovaie della faccina triste degli ebrei, infatti anche questo "film" (la storia non esiste, di sceneggiatura neanche a parlarne, il filo logico, etc) non fa eccezione. tuttavia, 'dal letame nascono i fiori' trova riscontro tra questa melma: sam worthington (terminator: salvation, avatar, scontro tra titani). lo ritenevo un insulso canide come mille altri (naturalmente non per la banalita': attore d'azione = canide, perche' il mondo del cinema e' pieno di gerard butler e vin diesel; o di bellissime e bravissime pronte a smentire certi luoghi comuni puerili), invece qui e' egregio. la parte del film relativa alla caccia a mengele e' scialba, letteralmente da sbadigli (tranne per la migliore e nondimeno condivisibile frase di tutto il film, pronunciata dal medico nazista: "sai perche' bastavano 4 soldati per tenere d'occhio 1000 di voi? perche' siete i piu' vili e paurosi abitanti della terra. non volete correre il rischio di salvare i vostri figli, preferite avete paura e rimanere vivi, preferite sopravvivere voi, pensando a voi stessi e basta. vili vermi del genere non meritano di stare al mondo"), ma la parte romantica e' caruccia, tanto che a questo punto mi e' venuta voglia di vedere last night, commedia romantica diretta dalla regista iraniana di the jacket.


il debito a scuola

lunedì 26 settembre 2011

la vera storia di jack lo squartatore


registicamente e' poverissimo, si regge su banalita' a meta' tra il thriller ed il gotico, poi si dorme parecchio durante tutta la visione del film. come soleva dire una cara persona che non sento piu' da anni: "questo e' un film sul CORPO... johnny depp". se non fosse per depp, infatti, mai nessuno avrebbe guardato questa scorreggina.

poscritto registico:
i due fratelli registi son quelli che 10 anni dopo (non han lavorato per 10 anni dopo questo film: qualcosa vorra' pur dire...) han girato il bellissimo book of eli, da noi codice: genesi.


la vera storia di jack lo squartatore