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giovedì 13 giugno 2013

romanzo di una strage

marco tullio ostilio giordana quando si allontana dall'inchiesta e dai fatti di cronaca ben precisi, come in quando sei nato non puoi più nasconderti, fa tonfi nell'acqua destinati a cadere nel dimenticatoio; è un regista d'inchiesta, pertanto ha senso solo ed esclusivamente in quell'ambito. tralasciando sangue pazzo che all'interno della sua produzione possiamo definire come scorreggina fuori contesto, pasolini delitto italiano mi ha annoiato, i cento passi mi ha fatto ridere per il comico involontario e l'ipocrisia di fondo di quei terroni cialtroni che ancora ciarlano riguardo l'utopia di "combattere" la mafia (quando invece è da ringraziare e tenersela stretta), con la meglio gioventù invece mi ha piacevolmente stupito, lo ho apprezzato davvero, e questo perché quel film per la televisione, fiction rai, era ammantato da forti connotati familiari, sembrava quasi di vedere un lungo spot della barilla della durata di 10 ore, diciamo. ah, l'accezione in questo caso è positiva.
quando, invece, come in questo caso, giordana si dedica al cinema d'inchiesta tout-court, finisce per annoiarmi per varie ragioni: la prima è che è una zecca di merda ed i suoi film, così come tutte le zecche, sono di parte, lontani dal rispetto per la democrazia, lontano dalla verità, ammantati da cazzate moraliste d'accatto del "volemose bene" e "coccoliamo i negri", come sono soliti fare quegli sporchi parassiti che ammorbano il nostro paese; la seconda ragione è che questo particolare settore del cinema italiano, settore che reputo nobile e che seguo assiduamente, ha dato il meglio 40 o 50 anni fa, di certo non oggi. se 40 anni fa, mentre accadevano fatti deprecabili, dei registi coraggiosi sfidavano il potere (le virgolette qui e altrove aggiungetele voi) raccontando quel che accadeva a loro in quel preciso momento storico, servendosi per altro di autentici mostri come gian maria volonté, il risultato era questo: ammirare dei film potentissimi, che mietevano premi in lungo e in largo in europa e nel mondo (non le cazzatelle come i david donatello che vince giordana, per capirci), e tantissime persone finirono per ammirare e ricordare certi prodotti per decadi intere.
giordana, invece, siccome non ha attributi ed è il solito comunista che guarda al passato col broncio mentre indossa una giacca a quadri con le toppe sui gomiti (sospetto abbia anche la forfora), non racconta ciò che accade di brutto oggi, bensì quello che accadeva in quegli anni, di fatto "scontrandosi" con nessuno, perché a nessuno fotte sega di vedere un documentario su piazza fontana quando qualsiasi italiano che non sia ritardato o under-15 sa già benissimo tutto riguardo l'accaduto. potrebbe girare un film d'inchiesta sull'ilva a taranto, magari una cosa tipo erin brockovich per capirci, con tanto di attoroni internazionali, ed il mondo guarderebbe a noi e lui otterrebbe premi e chi di dovere lì a taranto magari (forse) stringerebbe le chiappette (spero che tutto il marcio che stan perpetrando a taranto ricada su di loro, non sulla loro stirpe: su di loro). questo perché lottare contro il potere presente vuol dire avere attributi ed acquisire valore storico, oltre che meramente cinematografico (se si hanno le capacità, chiaro); al contrario, "lottare" contro il potere di 40 o 50 anni fa non vuol dire nulla, perché la verità è che oggi a nessuno frega un cazzo di quel che è accaduto al povero pinelli. a qualcuno ancora ancora interessa qualcosa dell'ilva, dunque avrebbe più senso parlar di quello.
tutto questo è un vero peccato, perché il cast comprende mastandrea, colangeli, gifuni, tirabassi, zingaretti, favino, michela cescon e lo cascio, ovvero più o meno tutto il meglio che l'italia può offrire.

la leggenda del cacciatore di vampiri


il regista è quello de i guardiani del giorno e wanted. la storia è stupidissima: tutti conosciamo lincoln perché è stato presidente degli stati uniti (e poi la metà di quelli che lo conoscono sanno che lo è stato) durante la guerra tra nord e sud  ed (infine una minima parte sanno anche che) ha contribuito profondamente ad abolire la schiavitù, ma nessuno sa che dava la caccia ai vampiri, che nel film sono i texani sudisti e razzisti. fantastica, letteralmente fantastica. una trama del genere, anche solo per il coraggio di proporla seriamente al cinema, è da standing ovation. purtroppo però il film non mantiene le aspettative: se il punto di partenza è così stupido, era lecito attendersi più divertimento, più battute, più stronzate. invece ogni tanto perdono tempo a parlare della schiavitù, della guerra, del destino degli stati uniti. oltre a ciò, le scene di lotta sono derivative: ai tempi di matrix ci spellavamo le mani a forza d'applausi, invece oggi sbadigliamo perché chiediamo qualcosa in più. valeva la pena solo al cinema, poi è trascurabile. 

sabato 1 giugno 2013

lincoln


chi frequenta queste pagine sa benissimo che spilbe è uno dei miei autori preferiti e consiglierei lincoln perché è un film da vedere, un film che da ogni inquadratura trasuda la sua importanza, ecco: si ha sempre la netta sensazione di rimirare qualcosa di importante, di alto livello, dal talento innato, eccetera. però ci sono dei difetti, anche banali, che non sono trascurabili: a tratti è soporifero, i dialoghi sono brillanti e notevoli solo in pochi casi perché per lo più c'è accademia e sfoggio di bravura da parte di mostri (comunque sia, ad avercene eh), il film è troppo lungo e soprattutto quando si narra qualcosa di conosciuto come un film su LINCOLN e l'abolizione della schiavitù in america si sta sui carboni ardenti: lo spettatore sa già tutto, conosce tutto nei minimi dettagli (a meno che non abbia frequentato le scuole dell'obbligo, ma questo è altro discorso), dunque è naturale annoiarsi. ma questo accade con quasi tutti i film storici, a meno che non abbiano, di tanto in tanto, quelle scene magari furbe, ma utili ad evitare di perdere l'attenzione; altrimenti, è come guardare una partita di calcio conoscendo già il risultato finale ed a meno di essere stefano mauri la qual cosa non è che faccia poi tanto piacere.

sabato 25 maggio 2013

i banchieri di dio

solito film di denuncia asciutto e ben fatto, all'italiana. di quelli che già solo a guardarli ti senti una persona migliore, avverti la vivida sensazione di non stare a buttare il tempo come quando ti dedico alle commediucole con julia roberts e robaccia simile. eh, peccato però che la vita è già dura e che il mondo è già difficile, quindi di film che raccontano giornalisticamente cose che tu già conosci attraverso i mass media si rivelano, a conti fatti, poco utili. mentre julia roberts alleggerisce le giornate, permette di digerire la cena e aumenta il bene verso il prossimo, normalmente prossimo allo zero.

venerdì 30 marzo 2012

king arthur


un film su RE ARTU' sembra l'ultima cosa necessaria al mondo, ma siccome c'era clive owen c'ho provato. oddio, onestamente c'ho provato un paio di volte, ma il risultato e' sempre lo stesso: si dorme alla grande. forse volevano dare "atmosfera" con le inquadrature dilatate alternate ai primissimi piani sofferenti sullo sfondo piovosissimo e grigio, ma l'effetto su di me e' sempre stato questo: noia, sonnecchiare, noia, sonnecchiare, togli l'audio e dormi. forse, semplicemente, andava fatta in altro modo e con tutt'altro spirito (...e senza scimmiottare parenti ricchi venuti poco prima).

sabato 8 ottobre 2011

i due presidenti - the special relationship


richard loncraine e' un incapace che passa tranquillamente di palo in frasca: dirige un thrilleraccio inguardabile, poi passa a riccardo III, subito dopo si da' al tennis con wimbledon, poi se riesce a lavorare torna in tv con quello che passa il convento, poi lo raccattano per una regia a basso costo in quella stronzatina di firewall con harrison ford ed infine questo qui, che e' una delle sue ultime 'creazioni', originariamente nato per la tv anglo-americana ed in seguito uscito al cinema qui da noi ed altrove. la "relazione speciale" e' quella tra tony blair e bill clinton, dunque il film per lo piu' annoia e non scava a fondo come dovrebbe sulla scabrosa vita (politica e/o non) di questi due pagliacci. in qualche frangente fa ridere dato che mettono in scena blair che attacca in faccia il telefono a jaques chirac per parlare, tutto scodinzolante, col suo padrone clinton, ma, appunto, siamo dinanzi le scorreggine da parte di figli di buona donna che hanno paura di raccontare le cose come si conviene, perche' devono pagare le bollette e/o manca proprio alla base la spina dorsale. credo che per raccontare la "verita' storica" (perche' questo prodotto ha velleita' in questo senso) tu devi essere innanzitutto indipendente, non devi aver bisogno dei soldi (elemosina) di chi ti governa; nessun potente, nessun politico, dovrebbe poter mettere bocca sul tuo operato, quindi a quel punto, completamente libero da legacci di sorta, potresti andare a bastonare come si deve chi se lo merita, andando a "scavare", andando dritto al nocciolo, cosi' almeno si raccontano le cose come stanno e non le scoreggine da fiction tv. questo prodotto infatti e' innocuo, e' insulso, e ricorda ancora una volta quanto sia ridicola la fiction all'estero (molto spesso alcuni ignoranti in italia tendono a parlar male della fiction nostrana, ignorando sia quella italiana sia quella estera). poveracci come loncraine o frears "dimenticano" sempre che i politici sono i nostri rappresentanti, dunque sono sempre loro a dover fare quel che vogliamo noi, mai il contrario. al posto loro, andrei al mercato a vendere i broccoli, almeno potrei camminare a testa alta sapendo che nessuno si puo' permettere di sputarmi in faccia (cosa che farei se li incontrassi).

i due presidenti DVD-RIP

lunedì 26 settembre 2011

the eagle


il regista e' l'insulso kevin macdonald (un sacco di documentari premiatissimi, poi l'ultimo re di scozia e state of play) ed il film parla di questo: marcus aquila ci ha il padre comandante della IX legione che in una gita fuoriporta oltre le mura romane al confine con la scozia si perde (lui e tutta la legione), allora per tutta roma diventa un famoso disonore. la gente vede il figlio e bisbiglia e ride, il figlio se ne accorge e fa spesso la faccia emo (e' contrito, lui e' sensibile), pero' in battaglia si rende valoroso allora lo salutano tutti ronamanete, compreso suo zio donald sutherland, che per pecunia "reciterebbe" pure negli spot dei detersivi. purtroppo sfortuna volle che marcus emo aquila si fracasso' il crociato peggio di ronaldo, quindi inizia la riabilitazione e fa fisioterapia. e' insoddisfatto dell'onore e delle medaglie acquisite: la fisioterapia e' dura, lui vuole combattere! incontra un efebico schiavo, se ne immamora e quando il legionario nella fossa lo sta per ammazzare lui dice "VITA!' e inverte il pollice verso (diversamente da me), cosi' lo salva. chiaramente sono due gay e il povero schiavo se ne accorge (infatti nonostante gli venga risparmiata la vita... lui ha un'espressione molto, molto funesta).
passa il tempo, passa la riabilitazione e marcus emo ormai ha la pancia piena: e' invalido e l'i.n.p.s. lo ricopre d'oro. donald sutherland e' contento e gli dice: "rimani a casa! c'e' pesce in abbondanza!" (cosa avra' voluto dire??), ma marco emo ormai e' convinto: "devo ristabilire l'onore della famiglia! stando qui a poltrire come i ricchi non concludero' niente!!!" (ne sei proprio sicuro? meglio farsi ammazzare, ah?). allora prende il suo prode amico e schiavo retrosessuale (si' si' e' quello della locandina) e se ne vanno alla volta della scozia per riprendere il vessillo che il padre s'era dimenticato li', non prima di affrontare gli ultimi punkers mohicani. quelli sono si' barbari e "selvaggi" (glielo dice
spesso marco emo, forse perche' loro sono villosi e mettono paura -eccoli in una foto durante una festa- mentre lui e' sempre depilato e sbarbato, mio bel ballerino di step up)
, pero' in quanto tali ci hanno piu' olfatto, corrono di piu' e nella mischia sono piu' forti. marco emo ci prende tante mazzate e diventa schiavo. si', proprio lui. ironia della sorte. t'aspetti che il film finisca come a voler dire: C'AVEVA RAGIONE DONALD!! POTEVI RIMANERE IN VILLA IN TOSCANA CON GLI SCHIAVI AL SEGUITO, SCEMO! E INVECE NO! TU LEGGI IL FATTO QUOTIDIANO E I RICCHI NON TI PIACCIONO! NIENTE OLGETTINE! NIENTE ORGETTINE! vai, vai, vai che t'aspetta la vita da schiavo. ma purtroppo non va cosi' perche' all'ultimo, senza motivo, della gente che stava li' in scozia (era libera, aveva una famiglia, dei figli, etc) decide di sacrificare la propria vita per far trionfare il bello di step up (marco emo, il ragazzo che non ha alcun pelo sul corpo ed e' sempre sbarbato e col sorriso bianchissimo), che tra l'altro schiva i fendenti a passi di danza, del resto lui in step up ballava anche in 3D, oh, mica cazzi.

the eagle DVD-RIP

sabato 9 luglio 2011

paradise road


il film di 'bello' ha veramente pochissimo: noioso, prolisso, con dialoghi banali e "sbagliati" (quando vorrebbero essere ricchi di pathos sembrano scorregge in una sala d'aspetto; quando vorrebbero far ridere fanno pensare a dei ritardati alle prese con battute a cui nessuno ride) e quel poco risponde ai nomi di cate blanchett, glenn close e la moglie di uno dei fratelli cohen: frances macdormand. la storia narrata e' vera: la schiavitu' di migliaia di donne durante la seconda guerra mondiale da parte dei giapponesi. il problema? lo scontro titanico con i predecessori, con quelle montagne impossibili da scalare e che rispondono ai nomi di (citando a caso tra quelli che mi son soggiunti in mente): brubaker, le ali della liberta', fuga di mezzanotte, l'isola dell'ingiustizia, nick mano fredda e papillon tra quelli strettamente legati a questo film, poi ci sono quelli che hanno alcuni rimandi ma che alla fine da questo tipo di pellicole vi si discostano parecchio, ovvero fuga da alcatraz e sorvegliato speciale, per via dell'adrenalina. ah, per me non sono affatto dei filmoni, ma nel genere son meglio di questo: cella 211 ed il profeta. be', dopo pochi minuti hai immediatamente negli occhi quei film e, mi comprenderete, questo qui ne esce davvero con le ossa rotte. (solo a pensare allo sguardo di steve mcqueen ed all'incazzo di paul newman mi veniva voglia di spegnere). presentato come fiction a meta' luglio su raiuno sarebbe stato diverso.

martedì 28 giugno 2011

l'uomo che verra'

film sulla strage di marzabotto. dal punto di vista registico diritti e' pazzesco perche' di solito i film partigiani in italia sono delle stronzate amatoriali girate alla bell'e meglio, mentre in questo caso sembra di stare davvero nelle colline bolognesi nel 1944 (grande fotografia). tuttavia, io davvero non so che farmene di roba del genere perche' mi fa sbadigliare continuare a vedere i tedeschi che ammazzano gli italiani ed i partigiani che gridano e mitragliano alle spalle e/o all'improvviso, mi fan venire in mente l'anti-cinema dei film contro i tedeschi con la reiterazione imbecille di scene strazianti e lo sguardo contrito di massimo ranieri (che poi cade trafitto dai colpi). sapete, siamo nel terzo millennio, mi sembrerebbe il caso di passare ad altro. non nego che diritti, in quanto bolognese e soprattutto in quanto autore di un CAPOLAVORO ASSOLUTO che non e' stato cacato, il vento fa il suo giro, possa sentirsi in diritto non una bensi' due volte (diritti, appunto) di strizzare l'occhio alla solita egemonia culturale di sinistra (film del genere sono costruiti per farsi puntare addosso i riflettori e farsi dire: "bravo! sei molto sensibile!" dai critici), ai propri concittadini, al grande pubblico (in teoria): primo perche' il suo capolavoro, al debutto, non e' stato considerato e secondo perche', a prescinder dalla furbizia, sta narrando fatti della sua terra.
preferisco pensare che questo per lui sia un "rito di passaggio", un obbligo che non poteva non espletare; preferisco pensare, piu' che all'operazione furbetta in se', al fatto che prima o poi un regista di sinistra di bologna debba passare per certe pellicole, per poi dedicarsi ad altro. certo, la delusione e' forte perche' guardi il debutto e pensi: "abbiamo un nuovo grandissimo autore cinematografico, degno dei migliori 3/4 registi della nostra storia"; poi vedi questo e pensi: "ecco un altro guido chiesa". sono ottimista, preferisco pensare che al prossimo film questo grande regista vada a far concorrenza ad orson welles.
l'uomo che verra'

sabato 25 giugno 2011

l'ultimo dei templari - season of the witch


a far da spalla a nicolas cage ci sono ron pearlman (protagonista di hellboy, alien la clonazione, il nome della rosa e il nemico alle porte, outlander), il ragazzino protagonista di misfits e stephen graham (protagonista del capolavoro this is england, poi snatch, gangs of new york, the good night, sacro e profano). season of the witch non e' malaccio e c'e' una sufficiente-discreta azione, tuttavia i pochi difetti si fanno sentire parecchio: il film si e' -letteralmente- scritto da solo, dunque dato che si tratta di copia-incolla di scene e cliche' da tanti altri film, alla fine fa un po' annoiare. mancano i sussulti dati dall'inventiva (varieta' di espedienti, battute fulminanti, scene inaspettate). vederlo al cinema e' un errore, voi fareste meglio a risparmiare i soldi per ripescarlo a 1 euro ad ottobre in dvd sul divano di un lunedi' sera in cui piovera' a dirotto, non avrete sonno, internet non funzionera' e quindi non avrete proprio altre alternative.




l'ultimo dei templariInserisci link

mercoledì 22 giugno 2011

uomini senza legge - hors la loi


2 ore e 30 minuti sono un po' troppe, ma e' pieno di azione, pallottole, sommosse popolari, fughe dalla polizia che insegue, etc. e soprattutto e' ben fatto: fotografia, scenografia, etc. stra-consigliato.




uomini senza legge

venerdì 18 marzo 2011

marie antoinette


la colpa non e' di kirsten dunst, lei non c'entra niente, in elizabethtown ad esempio e' sublime, quanto di sofia mariangela carmela antonia coppola: ha decisamente sbagliato mestiere. si sforza in tutti i modi di DISTURBARE lo spettatore mediante scene STUPIDE e soprattutto NOIOSE. ripeto, la colpa non e' di chi lavora a questa roba, della dunst o degli attori coinvolti: il problema e' che certe persone dovrebbero rimanere nel cottolengo, non fuori. per fortuna almeno e' stato un flop.



marie antoinette DVD-RIP ITA

sabato 19 febbraio 2011

donne senza uomini


il film e' uno sfrangiamento pazzesco di ovaie, pero' il pollice non e' verso perche' ho rispetto per shahrnush parsipur (cambiarsi almeno il nome no, eh?) e del romanzo pubblicato 20 anni fa e scritto ad inizio '70. ho rispetto perche' quella scrittrice tracagnotta, col nome che pare preso da un generale a caso dei libri di tolkien, s'e' fatta il carcere solo per aver pubblicato libri; purtroppo la colpa non e' sua ne' tantomeno dei libri (anche se a dire il vero faletti e littizzetto io in galera ce li metterei...) bensi' del terzomondo dal quale lei proviene: liberate il mondo dalle religioni e libererete il mondo dalla merda. e quindi il rispetto per questa gente ce l'ho, pero' il film e' davvero anti-cinema allo stato puro, al limite serve solo a far appassionare alla vicenda delle donne e delle rivoluzioni in iran in generale, non ad altro, perche' la registucola (con l'eyeliner fino alle orecchie) non sa cosa sia il cinema: interminabili scene "oniriche" (si', va be') ovattate, dolly a profusione come manco fossero semini nell'orto, nebbia a non finire (in iran?? e a milano che fai, nemmeno giri il film?), eccetera. l'unica cosa "suggestiva", ma proprio ad essere buoni, sono alcuni scenari naturali inquadrati di tanto in tanto, ma li' non c'entra nulla il film: se un posto e' "evocativo" o meramente bello c'e' poco da fare, anche perche' tu puoi andare anche a ipanema o copacabana ma se poi il film fa addormentare... la gente s'addormenta punto e basta.
ripescate il libro, lasciate stare il film, fate caso alle attrici bellissime (qui bruttissime) coinvolte:



orsi toth



pegah ferydoni, quella della locandina e di kebab for breakfast.



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martedì 15 febbraio 2011

il discorso del re


AHAHAHAHAHAHAH AHAHAHAHAHAHA AHAHAHAHAHAHA UHUHUHUHUH AHAHAHAHA HUH UH UH U HU HUHAHAHAHAH UAH UHHUHUHHU HA UHAU HUHAHAHAUHUHAUHAUHAUHA UHAUHAUHA UHA UHAUH UHHA!!!!

trama: giorgio VI e' un balbuziente dunque necessita del logopedista. un'ora e trequarti di esercizi, gorgheggi, canti e ovviamente scazzi, ma alla fine diventa una persona normale. quale mirabile discorso dovevamo sentire, quello che inizia "I have a dream... " oppure quello con "io sono un berlinese." ? no, niente di tutto questo. due ore per assistere a: "la seconda guerra mondiale -mi sa tanto che- non sara' bella, pero' voi andate ugualmente a combatterla, dunque armiamoci e partite.".

appero'. complimenti, oh. 11 candidature all'oscar (...) meritatissime. se almeno almeno cambiassero il nome in PREMIO OSCUR non direi niente, che' te lo dice il nome: il premio e' oscuro, quindi ti metti l'anima in pace. e invece NO! oh madonna del carmine...

il discorso del re

martedì 8 febbraio 2011

il nastro bianco


sul film e soprattutto sul regista haneke c'e' veramente poco da dire (credo sia alquanto sopravvalutato, il suo funny games -dico il primo- poteva essere 'carino' se visto in ottica del ragazzino laureando in sociologia e super-fan di kubrick, altrimenti c'e' poco o nulla; per non parlare del resto: la pianista, il tempo dei lupi e niente da nascondere: tutta roba tranquillamente evitabile), poi tutto quello che c'era da dire (come detto: poco) l'avevo scritto circa un anno fa su O.R., ma dato che ormai chi ha voglia di qualche consiglio sui film viene qui e non li', replico la cosa:



questa scena ovviamente e' esilarante ed e' l'unica parte interessante del film. per il resto la mirabolante (...) teoria da filosofo de noantri: "la gente aveva paura. la paura ha dato forza al nazismo. se hai paura abbracci il nazismo" la lascio a capre sinistrorse che buttano la loro vita appresso a travaglio e manifestazioni in piazza ad ogni pie' sospinto pure per le povere begonie (ormai manifestano a prescindere).


il nastro bianco DVD-RIP

lunedì 31 gennaio 2011

buongiorno, notte


marco bellocchio ha sognato un epilogo diverso del sequestro moro: aldo, fresco fresco, viene rilasciato tranquillamente e cosi' lui truccia truccia mentre a roma albeggia, sorridendo. fine del film.
'a come ridere' perche' fa sorridere la BONTA' del cuore di bellocchio: lui e' BUONO e di notte sogna la liberazione di aldo moro, che' la realta' ha contribuito alla morte del comunismo ed a lui dispiace (a me, no).
by the way se si vuol vedere un film su moro a livello "storico" continua ad essere migliore nonostante gli anni (e nonostante faccia addormentare) il caso moro, ma se si vuole un film piacevole, BUONO, allegro e spensierato in stile teletubbies allora e' meglio questo qui.

buongiorno, notte

il caso moro

martedì 14 dicembre 2010

the time machine


piu' che un film e' uno dei contributi di racconti storici di quark, solo che a differenza loro in questo film manca la voce narrante. e' carino, magari piu' per persone attorno ai 10 anni (del resto e' tratto da robetta per ragazzini come h. g. wells), comunque ' e' carino. ovviamente -e non ci sarebbe neanche da starlo a scrivere- e' anni luce (hehheh) piu' bello dell'originale sci-fi merdoso (l'uomo che visse nel futuro) e non potrebbe essere altrimenti: e' cosi' per tutti i film di fantascienza fino al termine degli anni '70, quando tali film hanno iniziato ad essere davvero di fantascienza e non (come prima) di fantascemenza.
se al posto dello sprecatissimo fenomeno guy pearce ci fosse stato un ragazzino sarebbe stato un buon successo da giffoni.

poscritto delle curiosita' curiose:
il regista non e' un regista (e si vede), bensi' il pronipote di wells, tale john logan.

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