Visualizzazione post con etichetta a come violenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta a come violenza. Mostra tutti i post
martedì 25 giugno 2013
shooter
i film con mark wahlberg di solito mi piacciono, questo in più aveva una storia da acquolina in bocca (mark è un marine deluso dagli stati uniti d'america perché nel momento del bisogno è stato abbandonato nel merdistan, dunque si è ritirato a vita privata in montagna a sparare ai cervi e parlare col suo fedele cane; il governo ha di nuovo bisogno di lui, che è il cecchino MIGLIORE DEL MONDO, per sventare un attentato al presidente degli stati uniti d'america DEL MONDO), però è tutto troppo prevedibile. oltre a ciò, il budget non regge il ritmo della storia ed a sua volta la storia non regge il ritmo in senso stretto. traduco: o servivano più soldi, o servivano più svolte nella trama, che è troppo lineare. alcuni spunti divertenti ci sono: il cattivo è un membro del congresso degli stati uniti, stato del montana, ovvero un grasso guerrafondaio che fuma sigari, ha la risata catarrosa, va in giro con le armi e trasuda cinismo e cattiveria da ogni poro, però è molto poco sfruttato ed il film ne risente eccome. è moscio.
comunque, un aspetto positivo ce l'ha: gli scontri, gli appostamenti del cecchino mark, etc sono stati lo spunto per call of duty.
Pubblicato da
vanessa
alle
martedì, giugno 25, 2013
Etichette:
a come politica,
a come thriller,
a come violenza,
s
mercoledì 19 giugno 2013
breaking bad
non so come mai io abbia tenuto per 2 anni la bozza di breaking bad, boh, forse perché me l'ero persa a pagina 3. comunque sia: è il miglior telefilm degli ultimi anni perché combina alla perfezione nerdismi vari (chimica for dummies, adolescenti e droga) con l'intrattenimento on the road (nonostante il protagonista insegni chimica è un figo della madonna tipo fox mulder in x-files o, stesso ruolo but different location, californication) e la capacità di far ridere veramente, non con le stronzate da sit-com medio-tedio tipo big bang theory e altre cose sorpassatissime per via delle risate fittizie, il pubblico presente alle registrazioni delle puntate in "diretta", gli applausi finti durante la puntata, gli "oooohhhh!" e roba che puzza tanto di anni '80. quel genere di cose hanno detto tutto negli anni '70 (alcuni a volte li dimenticano, ma c'erano dei telefilm fantastici!) e '80; proprio a voler stringere si può arrivare agli anni '90 ed i primi anni duemila con friends, che a mio modo di vedere ha sancito la FINE delle sit-com del secondo millennio. nel terzo millennio i telefilm non sono più stupidi, così come lo poteva essere miami vice, sono cervellotici, intricatissimi, con una componente psycho anche nelle commedie rosa (il che è tutto dire, una volta sarebbe stato impossibile), in una parola: sono molto più vicini al cinema che in passato, anzi a spesso e volentieri anche migliori del cinema vero e proprio.
breaking bad quindi è uno di quei telefilm che rappresenta l'inizio del nostro millennio e forse lo è più di lost, che negli anni '60 in america sarebbe potuto tranquillamente esistere (invece questo assolutamente NO), specie se si pensa che in quegli anni, ma forse ancor di più nel decennio precedente, nel mondo c'era il boom della fantascienza e realtà parallele praticamente ovunque (al cinema, ma anche su carta: chi ha pensato a urania?).
è vero che breaking bad non potrà mai essere quello che è stato CSI per i telefilm del terzo millennio (CSI = big bang), nonostante ciò rappresenta in modo migliore questi anni: siamo tutti un po' psycho se si presenta l'occasione, ma soprattutto: l'assunto che i soldi giustificano qualsiasi cosa ed hanno completamente sdoganato concetti come dignità, integrità, rispettabilità e reputazione è ormai dato per assodato in tutte le latitudini e longitudini del globo, quindi essendo tutti asserviti al dio denaro possiamo fare qualsiasi cosa ed avere comunque, in ogni caso, una ragione per stare dalla parte dei giusti (tengo famiglia goes on).
per il resto, le etichette dicono tutto quel che c'è da sapere riguardo gli argomenti trattati nella serie, che naturalmente consiglio a mani basse a chiunque (NOTA DAL FUTURO: scrivo due anni nel futuro per dire che so benissimo che ormai tutti conoscono questa serie, ma non mi andava di cancellare qualcosa del passato perché non credo sia saggio interferire con quello che è accaduto nel passato, ritorno al futuro mi ha insegnato qualcosa).
Pubblicato da
vanessa
alle
mercoledì, giugno 19, 2013
Etichette:
a come droga,
a come famiglia,
a come psycho,
a come ridere,
a come splatter,
a come telefilm,
a come violenza,
b
martedì 18 giugno 2013
brooklyn's finest
antoine fuqua è un osservato speciale da training day in poi perché quello è un filmone che chiunque dovrebbe guardare almeno una volta nella vita. ha diretto anche un altro film passato alla storia: shooter, con mark wahlberg, e per chi non sapesse nulla a riguardo, basti questo: è stata la fonte di ispirazione per call of duty, quindi ho detto tutto. per il resto, purtroppo, sempre un mare di nulla. king arthur è soporifero, mentre da un regista bam bam bam del genere era lecito aspettarsi fuoco e fiamme, magari però non in quel contesto medievale; l'ultima alba è lolloni dimenticati da dio con bruce willis e monica bellucci. questo è il suo penultimo film ed ultimamente è stato al cinema con attacco al potere (titolo originale olympus has fallen, da non confondere con l'attacco al potere di qualche anno fa con denzel, stravolto anche quello ché il titolo originale era the siege), con gerard butler come protagonista.
come potete immaginare dal titolo e dalla locandina: antoine fuqua torna all'ovile: siamo di nuovo dalle parti di training day, solo che sono passati gli anni, quindi ethan è invecchiato, meno idealista e tende a badare al sodo. solo che non è girato come training day, ovvero intrattenimento mode: ON, bensì con il mood di cose tipo crash contatto fisico, ovvero di chi mette in scena cose insulse come attori col broncio e cose insipide come varie sfaccettature della personalità, quindi il ritmo manca e ci si annoia. poteva essere un bellissimo film di sparatorie e droga con personaggi monodimensionali intenti a sparare gridando, invece commette l'errore imperdonabile di darsi arie, quindi se persino un regista del genere inizia ad atteggiarsi è la fine. è un peccato, perché il cast c'era.
Pubblicato da
vanessa
alle
martedì, giugno 18, 2013
Etichette:
a come droga,
a come negri,
a come violenza,
b
lunedì 17 giugno 2013
django unchained
da molto, molto tempo non chiedo più nulla a tarantino dato che dopo il sincero, riuscitissimo jackie brown (migliore rispetto al libro di leonard), film di un regista che prova seriamente a fare l'autore infischiandosene di quello che il volgo gli chiede, è diventato una foca ammaestrata: quelle stronzata di kill bill è l'opera di chi palleggia con il muso mentre la gente gli urla: "ancora!", "ed ora fai questo!", "bis! bis!!". jackie brown variava la minestra, proponeva spunti diversi dal solito, riusciva nell'impresa di STUPIRE lo spettatore con scene non troppo prevedibili (mi piacciono gli eufemismi) e per quintino la cosa è quasi un miracolo; kill bill è esattamente la stronzata che un qualsiasi tarantino_wannabe avrebbe tirato fuori dopo un duro lavoro, ed annoia a morte. da lì in poi, l'abisso: stronzate pettinate dalla parte degli ebrei (cosa c'è di peggio al mondo che fare cinema che titilla gli ebrei?), reiterazione dei soliti, prevedibili stilemi oltre il senso del ridicolo, per giunta raschiando il fondo del barile.
ormai so benissimo che davanti a me c'è un regista qualunque, che a grandi livelli ha deluso e che davanti a sé ne ha, non so, qualcosa come due o tre centinaia. dunque, con queste premesse, ad un ritardato con problemi gravi a cui non ho più nulla da chiedere mi approccio in cotal modo: imposto il cervello su OFF e mi riposo. e tarantino è ancora un buon regista per digerire la cena, anche perché da tempo ormai tomas milian non lavora più e carlo vanzina è sceso di livello.
ah. ultima cosa. ho visto più volte tutta la filmografia di spike lee, regista che adoro anche quando gira film che non sembrano affatto girati da lui (inside man) (ahahahah!), però con quella tirata contro tarantino, che sarebbe "razzista" perché, come al solito, riduce la schiavitù dei negri ad un banale "spaghetti movie", dice un'emerita stronzata; evidentemente non riesce ad andare al di là del fatto che nel film pronunciano "negro" e non "afroamericano" (un negro colombiano o jamaicano è afroamericano?). sbaglia in pieno, perché l'aspetto più interessante del film, diciamo l'unico, vi è proprio quando viene sottolineato quanto i negri abbiano sofferto e siano stati torturati ed esposti al pubblico ludibrio per divertimento/noia, nondimeno inscenando un ku klux klan in odore dei nazisti dell'illinois. spike ha toppato in pieno.
Pubblicato da
vanessa
alle
lunedì, giugno 17, 2013
Etichette:
a come negri,
a come ridere,
a come romanticismo,
a come vendetta,
a come violenza,
a come western,
d,
di caprio,
spike lee,
tarantino
colombiana
luc besson in veste di produttore e grand visir affida la regia ad un senza nome e confeziona colombiana, in odore di nikita. le uniche differenze sono: alla regia non c'è lui ed il film vale poco meno dello sporco che si accumula sotto un'unghia dopo una giornata di lavoro nell'orto, la protagonista ruba/uccide per vendetta. per i fans del genere (presente) la visione è affordabile, ma solo se veramente affezionati (presente), perché non offre spunti di sorta, la storia del resto è quello che è, anche se a livello di azione, ritmo (serrato) e fotografia non ci si può proprio lamentare.
Pubblicato da
vanessa
alle
lunedì, giugno 17, 2013
Etichette:
a come droga,
a come testosterone,
a come vendetta,
a come violenza,
c
giovedì 13 giugno 2013
la leggenda del cacciatore di vampiri
il regista è quello de i guardiani del giorno e wanted. la storia è stupidissima: tutti conosciamo lincoln perché è stato presidente degli stati uniti (e poi la metà di quelli che lo conoscono sanno che lo è stato) durante la guerra tra nord e sud ed (infine una minima parte sanno anche che) ha contribuito profondamente ad abolire la schiavitù, ma nessuno sa che dava la caccia ai vampiri, che nel film sono i texani sudisti e razzisti. fantastica, letteralmente fantastica. una trama del genere, anche solo per il coraggio di proporla seriamente al cinema, è da standing ovation. purtroppo però il film non mantiene le aspettative: se il punto di partenza è così stupido, era lecito attendersi più divertimento, più battute, più stronzate. invece ogni tanto perdono tempo a parlare della schiavitù, della guerra, del destino degli stati uniti. oltre a ciò, le scene di lotta sono derivative: ai tempi di matrix ci spellavamo le mani a forza d'applausi, invece oggi sbadigliamo perché chiediamo qualcosa in più. valeva la pena solo al cinema, poi è trascurabile.
Pubblicato da
vanessa
alle
giovedì, giugno 13, 2013
Etichette:
a come negri,
a come storia,
a come vampiri,
a come violenza,
c,
l
mercoledì 5 giugno 2013
veronica guerin
avere a disposizione come protagonista cate blanchett ed imbruttirla facendole indossare abiti maschili, fa la giornalista d'inchiesta, e mostrandola con un taglio di capelli orribile è una scelta pessima: non sfruttare la potenza della sua bellezza è un delitto. la trama in teoria non è male: in irlanda una giornalista determinata nella ricerca della verità non si piega davanti i criminali né davanti i potenti, solo che veronica guerin è diventata famosa col senno del poi (...) ed il film è dedicato alla sua memoria. dicevo "in teoria" perché in pratica la resa del film è pessima e fa passare una svolta come la sua morte come bere un bicchiere d'acqua panna: scivola via senza farsi notare. registicamente questo è il nulla, è l'anti-cinema. le inchieste giornalistiche tout court vanno bene sulla carta e poi ci si incarta il pesce, di certo non al cinema, che fino a prova contraria è altra cosa.
oltre a ciò, tenderei a far notare una cosa che altrove non viene raccontata: mettendo da parte le opinioni sul film, se mi addentro seriamente nella questione (giornalismo d'inchiesta contro il consumo di droga in irlanda) per quale motivo bisogna andare contro la droga? che senso ha fare giornalismo denunciando chi spaccia droga? chi spaccia droga, lo fa perché si guadagna tanto. e con quei soldi manda i figli a scuola, compra loro i giocattoli, dà un futuro migliore che altrimenti non avrebbero. non tutti hanno la fortuna di avere genitori facoltosi. oltre a ciò, l'acqua calda: la gente vuole la droga, è un vizio inviolabile come il fumare le sigarette, bere il vino a tavola o guardare le partite di calcio in tv. dunque il mondo non farà mai passi in avanti se si guarderà con spregio chi foraggia quel mercato. al limite che si vada a chiedere a chi ne fa uso per quale ragione lo fa e se, eventualmente, può farne a meno. a quel punto noi diremmo: perché dovrei farne a meno? tu puoi fare a meno di un tuo hobby? perché non la smetti di rompere i coglioni e te ne vai a fanculo? ecco, seriamente parlando credo che chi si batte contro i vizi della razza umana sia un demente, dunque non mi spiace affatto che una "giornalista" come veronica guerin sia sparita dalla faccia della terra.
Pubblicato da
vanessa
alle
mercoledì, giugno 05, 2013
Etichette:
a come droga,
a come mafia,
a come politica,
a come violenza,
blanchett cate,
v
sabato 1 giugno 2013
una vita tranquilla
toni servillo interpreta un cuoco terrone in germania dal passato violento: infatti, questa è la versione pasta & fasuli di a history of violence. claudio cupellini, il regista, su cui diciamo subito che non è cronenberg, annovera nel suo passato pellicole del calibro di 442 e lezioni di cioccolato, ed ho detto tutto. non è pessimo, ma al termine della visione non lascia nulla.
Pubblicato da
vanessa
alle
sabato, giugno 01, 2013
Etichette:
a come famiglia,
a come il cinema italiano,
a come mafia,
a come tette e culi,
a come violenza,
v
venerdì 31 maggio 2013
skyfall
javier bardem nel ruolo di villain psicopatico con la morte nel cuore è qualcosa, ed a suo modo è anche divertente. è migliore di casino royale per due ragioni: lo spottone accorato verso londra bendispone e, soprattutto, l'andare a scavare nell'infanzia di james bond e sulla sua famiglia. laddove casino royale apriva il cerchio, questo lo chiude, ed anche solo per questa ragione si fa apprezzare di più. il migliore degli 007 con daniel craig è quantum of solace, che difficilmente verrà superato in futuro.
Pubblicato da
vanessa
alle
venerdì, maggio 31, 2013
Etichette:
a come effetti speciali,
a come thriller,
a come vendetta,
a come violenza,
bardem,
s
giovedì 30 maggio 2013
paura
i fratelli manetti sono nella regia da non so quanti anni, forse qualcuno ricorderà zora la vampira o piano 17, e girano film propriamente detti da almeno 15 anni. pensare che dopo tutto questo tempo stiano ancora perdendo tempo con queste stronzate volte a scopiazzare le americanate con gente che rapisce e tortura persone in cantina è avvilente. sicuramente se fossero stati americani avrebbero beneficiato di più visibilità, di altri attori, eccetera, ma le responsabilità di questa stasi artistica, se così si può dire, è solo ed esclusivamente loro: inventati qualcosa per cercare di emergere, se non ci riesci dopo 20 anni forse è perché hai dei limiti. limiti che col tempo per altro diventano sempre più evidenti. siamo sempre dalle parti dell'amatoriale e non è più tollerabile nemmeno per gli appassionati di splatter perché manca totalmente la sceneggiatura, i dialoghi, una storia credibile, una fotografia propriamente detta. l'unico motivo per vedere questa robaccia è questo: avete una serata a casa vostra con i vostri amici e l'intenzione è di rimanere in terrazza a mangiare carne alla brace, dunque in sottofondo passate in loop questa stupidaggine ridendo dei manetti e di tutti gli scalzacani ivi coinvolti.
per la cronaca, c'è anche il fratello di toni servillo, il cantante degli avion travel, nel ruolo del serial killer.
Pubblicato da
vanessa
alle
giovedì, maggio 30, 2013
Etichette:
a come 2 ore buttate,
a come il cinema italiano,
a come roma,
a come splatter,
a come violenza,
p
total recall
non ha nulla a che vedere con l'atto di forza con arnold, ma per quasi tutto il tempo la cosa non è un problema perché l'umorismo è stato sostituito da una bella serie di scene d'azione sceneggiate benissimo con tanto di effetti speciali pazzeschi, specie durante gli inseguimenti. tuttavia, verso il finale, mentre l'originale di verhoeven lasciava a bocca aperta con il susseguirsi di scene potenti una dietro l'altra, questo fa cadere le braccia, addirittura fin quasi a pentirsi della visione. se non l'avete visto al cinema lasciatelo perdere: ha senso solo in sala.
Pubblicato da
vanessa
alle
giovedì, maggio 30, 2013
Etichette:
a come effetti speciali,
a come fantascienza,
a come violenza,
farrell colin,
t
mercoledì 29 maggio 2013
hostage
thrillerone su rapimenti e riscatti prevedibile e noioso. è dura amare bruce willis perché poi finisci per sciropparti tutta la sua merda e per lo più le pellicole a cui prende parte sono, appunto, sterco.
Pubblicato da
vanessa
alle
mercoledì, maggio 29, 2013
Etichette:
a come ronf ronf,
a come violenza,
h,
willis bruce
martedì 28 maggio 2013
fire with fire
stupisce la presenza di bruce willis; è vero che così come morgan freeman accetta qualsiasi scrittura purché paghino, però di solito bruce sceglie progetti importanti, dal grosso budget, invece questa volta fa da comprimario ad una stronzata thriller coi nazisti che poteva andare bene al limite negli anni '90, ma non oggi. il budget è basso, gli effetti speciali quando crollano le palazzine per gli incendi, il protagonista è un vigile del fuoco, suscitano il riso involontario. la trama è impostata di default su wikipedia alla sezione "thriller americano standard", per cui non credo sia necessario apporre ulteriori commenti.
Pubblicato da
vanessa
alle
martedì, maggio 28, 2013
Etichette:
a come droga,
a come negri,
a come psycho,
a come ronf ronf,
a come violenza,
f,
freeman morgan,
willis bruce
domenica 26 maggio 2013
looper - in fuga dal passato
è piaciuto praticamente a tutti quelli che l'hanno visto, però l'hanno visto in pochi ed il passaparola non c'è stato. gli ingredienti per funzionare ci sono tutti: fantascienza, viaggi nel tempo, i criminali nel futuro distopico sono troppi e vengono mandati indietro nel tempo e condannati lì a morte (wow), sulla terra la gente inizia ad avere i poteri esp, l'inter vince uno scudetto non di cartone (l'ho già detto che è fantascienza?), varie ed eventuali; eppure, nonostante tutta questa carne al fuoco, il film non funziona perché l'umore di questo western fantascientifico è un po' noir, ma noir del tipo bolso, fiacco, col mood impostato sullo scazzato andante. non so perché bruce willis abbia bisogno di mostrarsi perennemente scazzato per sembrare credibile (è alla frutta?), probabilmente è stanco di fare la macchietta con la parlantina che spara a tutti in canottiera (non lo biasimo), però pare la versione action dell'ultimo bill murray, e chi ha visto i film con l'ultimo bill murray sa che non è qualcosa di positivo. ho fatto male ad andare al cinema perché 9 € non li vale, ma una visione in dvd una sera in cui piove sì, a patto che venga noleggiato e non comprato, perché è uno di quelli che vedrete una volta, anche con discreta soddisfazione, e mai più (credo sia difficile affezionarsi a qualcosa del genere).
Pubblicato da
vanessa
alle
domenica, maggio 26, 2013
Etichette:
a come fantascienza,
a come thriller,
a come violenza,
a come western,
l,
willis bruce
the last stand - l'ultima sfida
so bene che questa era solo una scoreggina, perché smetteva di fare politica quindi serviva qualcosa di veloce per tornare a farsi vedere, ma è deludente. è esattamente come lo immaginate, grazie anche al trailer che non mente: bolso, fuori tempo massimo, stanco, a basso budget, eccetera. però a scrivere qualche dialogo fico e qualche scena interessante, o ad usare qualche espediente fuori dall'ordinario non ci vuole nulla, non serve mica il budget di michael bay: basta un po' di inventiva. non so, mi vengono in mente i film di quella coppia comica inglese, tipo hot fuzz, shaun of the dead, oppure doomsday: i budget non sono chissà che cosa insormontabile (per hollywood), anzi basti sapere questo dato: il budget di questa pellicola è identico a quello del già citato doomsday e del primo resident evil, quindi niente male. i mezzi per creare del sano intrattenimento ce li avevano eccome, eppure solo 10 minuti sono realmente divertenti, con tutta la sala intenta a ridere di e con arnie. per il resto del tempo ci si pente di guardarlo. poi, sì, so che nei prossimi 5 anni probabilmente farà parte di qualche altro capolavoro, perché il suo nome è ancora spendibile e la sua stella non morirà mai.
Pubblicato da
vanessa
alle
domenica, maggio 26, 2013
Etichette:
a come ridere,
a come ronf ronf,
a come violenza,
a come western,
l,
s
sabato 25 maggio 2013
i banchieri di dio
Pubblicato da
vanessa
alle
sabato, maggio 25, 2013
Etichette:
a come mafia,
a come politica,
a come storia,
a come violenza,
b,
roberts julia
cogan - killing them softly
questo capolavoro è stato censurato ed oscurato da obama così come gli ebrei oscurato, censurano e controllano il cinema affinché ogni 3 mesi sia possibile dire: "per non dimenticare", "noi ebrei siamo vittime" e facendo attenzione a che nessuno distribuisca film in cui vengano anche solo criticati (puoi criticare i cattolici, puoi criticare gli islamici, non puoi criticare gli ebrei al cinema). obama è un figlio di puttana, perché a lui rode che mentre nella pellicola passava lui in un televisore con i suoi discorsi speranzosi alla: "yes we can" c'era BRAD PITT pronto a smerdarlo.
che fai, ora te la prendi anche con thomas jefferson?
amico mio, jefferson è un santo americano, perché ha scritto le parole: "tutti gli uomini sono creati uguali", cose in cui evidentemente non credeva visto che fece vivere i suoi figli in schiavitù. era un ricco enologo stufo di pagare agli inglesi troppe tasse, così scrisse quelle belle parole e aizzò la plebaglia che andò a morire per quelle parole mentre lui rimaneva a casa a scolarsi il suo vino e scoparsi la sua schiava. e QUELLO (indica obama che parla in tv) viene a dirmi che viviamo in una comunità?? ma non farmi ridere! io vivo in america, e in america tu sei solo. l'america non è una nazione: è soltanto affari. e adesso pagami!
Pubblicato da
vanessa
alle
sabato, maggio 25, 2013
Etichette:
a come CINEMAAA,
a come droga,
a come giustizieri commissari tanzi e ughi piazza,
a come mafia,
a come politica,
a come violenza,
c,
pitt brad
mercoledì 22 maggio 2013
alyce
filmetto straight-to-video, il livello è amatoriale, la regia non esiste, la fotografia ahahah, gli attori sono impiegati con la passione per il cine giardinaggio. alyce inavvertitamente vede la morte, poi ci prende gusto ad ammazzare, ma il motivo non c'è: siamo dalle parti della noia, non dei mostri che ci portiamo dentro, non nella disperazione, non nella maschera alla amerycan psycho, niente, niente di tutto questo. e non siamo nemmeno dalle parti della violenza gratuita, niente, zero: una ad un certo punto inizia ad ammazzare sino a quando la fermano, lei però è stralunata e cade dalle nuvole quando la vogliono arrestare. madonna sanda.
Pubblicato da
vanessa
alle
mercoledì, maggio 22, 2013
Etichette:
a,
a come psycho,
a come splatter,
a come tette e culi,
a come violenza
martedì 21 maggio 2013
world of the dead - the zombie diaries
pattume per la tv inglese che ricalca la moda (ab)usata anche da romero nei diari degli zombie. non c'è trama, non c'è thrilling, la camera a mano fa girare la testa, non si vede nulla, eccetera. capisco che la "trovata" della camera a mano e girare in infrarosso in notturna permetta di avere un film con 5 euro e due mezze birre, però un film con gli zombie, dico un film con gli ZOMBIE ha bisogno di tanto sangue, e qui non solo non è tanto, ma non c'è proprio. a suo modo questo cancro è un capolavoro: riuscire ad ANNOIARE in un film con gli zombie che dura 80 minuti è impresa titanica: ci vuole talento. non so in quale campo (chiaramente non questo), ma sicuramente ci vuole talento.
Pubblicato da
vanessa
alle
martedì, maggio 21, 2013
Etichette:
a come splatter,
a come violenza,
a come zombie,
romero,
w,
z
venerdì 17 maggio 2013
act of valor
non mi crea problemi il fatto che sia uno spottone JOIN THE ARMY col petto gonfio e con la bandiera americana sventolante in giardino: riesco a non prendere sul serio questo genere di cose. nei titoli di coda questo videogioco viene dedicato a "tutti i patrioti sparsi per il mondo che combattono per la libertà e contro i terroristi", quindi viene dedicato anche ai talebani che combattono con onore contro gli americani invasori, ma, di nuovo: riesco a non prendere sul serio queste robe, quindi al massimo ci rido su.
proprio perché non prendo questo genere di cose sul serio evito di fare paragoni improbi: three kings, black hawk down, salvate il soldato ryan et similia NON sono titoli affini a questo per il semplice motivo che quello è cinema, questo è un videogioco di 15 anni fa. quelli sono prodotti seri, diretti impeccabilmente (ecco: diretti. questo una regia non ce l'ha) e con una fotogragia pazzesca, questo al loro cospetto è solo un prodotto amatoriale.
infatti, il problema maggiore di questo giochino è semplice: anziché dalle parti dei film di guerra, siamo dalle parti di call of duty, però il suddetto videogioco è molto più bello, più realistico, con molta più azione e soprattutto, apparentemente potrà sembrare un paradosso, è scritto molto meglio; senza contare che ci sono prodotti seriali che passano in tv che denotano una qualità migliore sotto tutti i punti di vista. FORZA e ONORE.
Pubblicato da
vanessa
alle
venerdì, maggio 17, 2013
Etichette:
a,
a come guerra,
a come testosterone,
a come violenza
Iscriviti a:
Post (Atom)