venerdì 28 ottobre 2011

pusher 3 l'angelo della morte


la caratteristica piu' gradevole della trilogia pusher e' questa: il senso di continuita' dei personaggi nei vari seguiti. continuita' che finisce per far empatizzare con essi anche se sono spacciatori, ladri, assassini, o banalmente idioti fatti e finiti. nel primo, il protagonista e' frank, uno spacciatore che "fa male i conti" (mi piacciono, gli eufemismi) e si ritrova accerchiato dalla polizia e minacciato di morte dai malavitosi per debiti; nel secondo il protagonista e' tonny, che sta a frank come manolo "manny" ribera stava a tony montana in scarface, ed il secondo pusher e' incentrato su di lui e sui problemi col padre, con la "moglie" e le frustrazioni che ne derivano (ma il film fa ridere, non bisogna pensare ad introspezione da "prodotto autoriale medio"); questo e' incentrato su milo, lo slavo capo-zona che nel primo film cercava frank per ucciderlo, e questa volta sara' lui ad avere problemi.
se primo e secondo sono film cazzoni e pregni di umorismo (a volte anche involontario), in questo l'atmosfera e' tutta diversa e probabilmente dipende dal fatto che prima frank e poi tonny erano ragazzi, quindi coglioni, mentre milo e' un vecchio spacciatore che si avvicina alla "pensione", quindi perde colpi, per lo piu' vive di ricordi e/o rimpianti, etc.
molti definiscono 'sta roba una ciofeca, specificando che man mano in questa trilogia sono andati sempre peggio, io invece preferisco questo agli altri due proprio per la sua atmosfera diversa (cupa) e soprattutto per il finale mesto.

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