martedì 30 aprile 2013
viva l'italia
massimiliano bruno è l'intellettuale brillante e sagace che c'è dietro pellicole del calibro di: notte prima degli esami, capace di rievocare un gus van sant più plumbeo; notte prima degli esami oggi, capace di rievocare un gus van sant più attuale; questa notte è ancora nostra, degno successore dell'impegno civile di robert redford; ex, in cui chiaramente riecheggia il lavoro di umberto eco; tutto l'amore del mondo, forse il capolavoro, in grado di ovattare l'opera di peter greenaway riuscendo nell'impresa di renderla sempre presente ma quasi mai percettibile, facendo palpitare come dinanzi un sonetto di walt whitman; maschi contro femmine e femmine contro maschi, in cui ken loach ruggisce e rivive grazie alla messa a fuoco del sessismo e della lotta di classe; infine, ultimo ma non ultimo, nessuno mi può giudicare, sul quale ho già dato, ma mi sento di aggiungere che riconosco i debiti verso il nume tutelare rosi, altro autore, oltre a martellone (pseudonimo di bruno per gli amici), di cinema autoriale.
credo che pellicole come questa siano più dannose di tutti i cinepanettoni della storia dell'umanità, perché oltre a non far ridere hanno l'aggravante non da poco d'essere un coacervo d'ipocrisia fino al midollo: si ergono a cinema impegnato ed autoriale (fate caso alle interviste di questa gente, sono esilaranti!), invece di limitarsi a far vedere scalzacani che dicono parolacce intervallandole con questa o quella tetta, salgono senza alcun briciolo di pudore su di un piedistallo ed iniziano a puntare il dito contro il (presunto) marcio del belpaese, come se loro avessero la coscienza a posto per poterlo fare, come se loro fossero diversi, come se loro fossero senza macchia, e soprattutto come se loro fossero in grado di farlo. massimiliano bruno ha sbagliato mestiere, ed il fatto che la gente vada a vedere le sue cose conferma nulla: gigi d'alessio vende milioni di dischi, eppure artisticamente parlando non vale più di burial (che non conosce nessuno). quando mi perdo in lodi sperticate per husker du, slayer e sonic youth pochi sanno rispondere (oddio, sugli slayer sì, ma non è questo il punto), mentre chiunque conosce biagio antonacci; il capitan ovvio conferma che non per questo biagio sia più valido o sia in qualche modo in grado di scrivere una canzone (punto), o una canzone degna non di leonard cohen ma semplicemente di tenco, o diversa dall'unica che reitera di disco in disco da quando ha iniziato la sua carriera (io e te, una volta insieme; mi ricordo quelle notti sul divano... se potesse parlare... ahhhh, aaaaah... [ennesimo giro di do] ti sento dentro perché non ho paura / ti sento dentro nella mia stanza buia / ti sento dentro perché sei pura / ti sento dentro, sì, ti sento dentro),
si tende a considerare queste pellicole "migliori" dei cinepanettoni di de sica perché più "impegnate", ma in realtà è il contrario perché sono insultanti e soprattutto non fanno ridere né intrattengono.
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