questo e' il trecentesimo film postato nel 2009!!!
(e' un bel traguardo e si vincera' sicuramente qualcosa)
(e' un bel traguardo e si vincera' sicuramente qualcosa)
il regista e' stefano incerti (quello di i vesuviani, la vita come viene, complici del silenzio e, di prossima uscita, gorbaciov con toni servillo). l'attore principale e' david coco, un siciliano spesso comprimario nei ruoli del mafioso; l'uomo di vetro e' il suo personaggio, leonardo vitale, famoso per essere il primo pentito di mafia in italia, ma non lo conosce nessuno perche' non creduto come tale. il film ruota attorno a questo fatto ed il protagonista, dato che non viene creduto, impazzisce a tal punto da venire internato in manicomio e a quel punto la mafia se ne fotte di quel che dice, tanto i pazzi non sono attendibili. ogni tanto qualche novello giovanni falcone (il duccio di boris) gli crede, allora la mafia (sperandeo nell'unico ruolo della sua intera carriera) stringe le chiappe. 'sto leo vitale in pratica s'e' fatto una ventina d'anni tra carcere e manicomio, ha detto una marea di cose ma non gli han MAI creduto, poi non appena rilasciato e finalmente libero, la mafia ha regolato i conti. a quel punto, la polizia italiana (notoriamente famosa per la scaltrezza) ha avuto un lampo di genio: forse leo vitale aveva ragione. e poi ha messo in carcere una caterva di persone.
ora. la vicenda personale di leonardo vitale potra' essere toccante, pover'uomo e tutto quel che volete, ma di mestiere ha fatto questo: uccidere le persone per bene, per cui pieta' zero per certe "persone", anche se poi vengono turturate/vessate per 20 anni (ma anche 200, per dire). a me frega cazzi che questo sia morto, anzi e' un bene. ed infatti il regista commette questo errore da comunistino buonista delle mie ovaie: piu' che fare il solito film di mafia (ormai van bene solo su canale 5 per i rincoglioniti..!), magari era il caso di lordare la polizia italiana come si merita, dato che di materiale in questa storia ce n'era parecchio. e invece niente. la frasina volta ad attaccare la polizia c'e' solo nei titoli di coda, con le solite frasine "epilogo" sopra lo sfondo della faccia del vero protagonista. questo film mi ha fatto venire in mente il suo contrario: il dolce e l'amaro (con lo cascio, la finocchiaro e gifuni), perche' fa davvero quel che questi film vogliono fare, il tutto con un bel po' d'ironia, quindi il film riesce ad aggiungere e dare nuova linfa ad un genere MORTO e ci riesce semplicemente sottolineando questo: l'onore e il rispetto non esistono, sono tutte cazzate dette da analfabeti terroni di merda. e infatti in quel film lo cascio non fa altro che ridere e dire alla moglie (la finocchiaro): "e questi terroni analfabeti parlano pure di onore... e rispetto..! gente che prima va in chiesa e poi ammazza donne e bambini a colpi di bomboni al tritolo! e' pazzesco!". e giu' a ridere. e quindi quello e' bel film, perche' deride la mafia ed il "pentito" sembra fiorello in forma, non questa roba che puzza di gia' visto tanto da essere da sbadigli anche se ben fatta. in italia la gente che fa cinema per lo piu' non lo sa fare ne' capire.
poscritto letterario:
il film m'ha fatto tornare in mente il libro "nessuno mi crede", che consiglio.
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