mercoledì 27 luglio 2011
la solitudine dei numeri primi
il libro e' una caduta libera verso la noia, la superficialita' e banalita'. non che sia scritto malissimo (anche se presenta piu' di qualche imperdonabile errore ortografico: su carta, per giunta per un premio strega che ha addosso riflettori, io non li accetto, oh non e' mica un blog), anzi lo "scrittore" le scuole dell'obbligo le ha terminate e si vede, poi il tutto e' adolescenziale e per un pubblico di massa, quindi scorre parecchio. i problemi? parecchi: di partenza una storia, come detto, che a definirla banale s'abusa di eufemismi, poi la catarsi ( = stringi stringi vuoi dire che..?) lasciamola proprio stare; i personaggi hanno lo spessore di una patatina fritta (non e' che elencare i complessi, reiterandoli continuamente, dia un qualche spessore ai personaggi: se sono monodimensionali, tali restano); le scene e le "situazioni" sono prevedibili, per dire: una sera cazzeggiando con gli amici, complici vari bicchieri di bianchetto, chiunque di noi farebbe un affresco del 1984 esattamente in quel modo, ma nessuno ci darebbe il premio strega dato che trattasi di cazzeggio, per giunta da ubriachi (l'autore per scrivere dell'italia del 1984 ha preso spunto dal tempo delle mele e dai film con gerry cala': essendo un ragazzino, non ha altra memoria); reitera ancora e ancora e ancora le figure retoriche fino a sfrangiarti le ovaie (ma che era, un esame di scrittura? voleva esser sicuro di aver mandato a memoria la lezione sulle figure retoriche?).
il film invece migliora un pochino la situazione. chiarisco subito: se il punto di partenza e' cosi' basso, probabilmente solo mostri come cronenberg sarebbero in grado di uscire da quello stato, dunque di certo non il figlio di maurizio costanzo (conosco lui e i suoi film: sfrangia le ovaie). dal torpore generale dei personaggi DSM stereotipati e da una storia banalissima non s'esce quasi mai perche' saverio costanzo non sa fare cinema, ma due scene (2) decenti riesce a piazzarle: 1.quando lui lascia la sorella handicappata per strada per andarsene alla festa e l'altra si devasta la gamba sciando e 2.quando alba rottweiler si veste in fretta sotto un'abusatissima quanto efficace colonna sonora ottantiana: in quei pochi secondi, c'e' tutto il romanticismo e la frenesia degli innamorati.
infine, alcuni fegatelli: alba rottweiler siccome e' brutta si sta prendendo un fracco di elogi, questo perche' gli italiani sono razzisti, sessisti e parecchio ignoranti: sei bella, quindi stupida e antipatica; sei brutta, quindi sei intelligente e simpatica. in realta' alba e' molto brutta e quando recita non sprigiona alcun magnetismo (fondamentale per gli attori) ne' carisma; non so ancora se col tempo lo guadagnera', perche' siam pieni di esempi in tal senso, certo e' che al momento ne e' sprovvista. faccio un esempio per far capire. anna magnani era una cozza della madonna, non solo: nel pre e post guerra veniva parodiata da un famosO imitatore romano, che la faceva molto maschia, con la voce bassa, spalle larghe, modi da scaricatore di porto, etc.; anna magnani non e' che era brutta: era un cesso inverecondo, infatti oggi la imiterebbero alla "trans brasiliana", eppure? eppure era in possesso di un magnetismo animale pazzesco, per questo fa venire la pelle d'oca e si resta a bocca aperta ancora oggi, e pure nelle stronzate (la maggioranza delle cose a cui ha preso parte) risulta efficace: puro magnetismo, pura classe, puro talento, non altro (battute, importanza del testo, regista, sceneggiatura, etc). alba e' un cesso, ma non ha nemmeno una briciola di anna: ho visto tutti i film a cui ha preso parte, e per il momento e' cosi'.
ultimo fegatello sul premio strega: carlo verdone, qualcosa come 35 anni fa (ho scritto 35), dovendo andare in diretta con uno sketch al volo e non programmato, si mise a sedere con aria sufficiente, si mise un giornale "rosso" sotto l'ascella e prese a dire, parlando con l'evve moscia: "sai, ho vinto questo pvemio stvega, si pavla di alienazione, di incomunicabilita', di condizione umana; son concetti intellettuali, molto alti, pev nulla compvensibili al populino...". e niente, carlo era davvero un fenomeno: 40 anni dopo il premio strega continua ad essere assegnato a chi affronta (male) certi temi, sempre gli stessi... e continua pure ad avere quella comicissima evve moscia. in effetti, sarebbe bastato solamente questo capoverso per tagliare la testa al toro, lo so, lo so.
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Pubblicato da
vanessa
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mercoledì, luglio 27, 2011
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