lunedì 4 luglio 2011

the tree of life


terrence malick avrebbe bisogno di un aiuto terapeutico, che' l'isolamento non gli fa affatto bene. non so cosa farmene dei buoni propositi del film (indiscutibili) ed in parte della resa, dato che di buone intenzioni e' lastricata una via che non porta in luoghi ameni. non mi comporto da purista e non mi scandalizza questo: tutte le immagini sulla natura, tutti i paesaggi, tutto l'evolversi della vita in realta' risale a decine d'anni fa; terrence l'aveva girato per un altro progetto, ma poi ha pensato bene di far copia + incolla alla storia di brad pitt e famiglia. alcuni, a sentir robe del genere, mandano a fanculo a prescindere: io no, mi comporto come san tommaso e devo vedere, dopo -sempre e solo dopo- posso esprimermi. e' per questo che non sopporto i puristi; in questo caso sia quelli delle stroncature, sia quelli dell'amore incondizionato per via della fotografia del film (si', veramente pazzesca, si rimane a bocca aperta).
i biglietti costano cari e son sempre in aumento; non si possono tollerare piu' di 2 ore e 30 di film riassumibili in 1 ora e 20 senza colpo ferire; non si possono tollerare le mattate di un eremita misantropo con i suoi 30 buoni minuti di silenzio e dinosauri, ruscelli, primi piani di raggi di sole, eccetera. cazzo, ho detto buoni 30 minuti, eh. vai a fanculo.

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