
qui la
quinta parte della bio su UGO.
1967 il fischio al naso:
voto 6. del libro di
buzzati rimane l'impianto, ma
ugo, qui alla seconda regia dopo
il mantenuto, in questo film e' influenzato piu' che mai dal solito, grande
ferreri (che ha una parte divertente nel film come "il dottor salamoia"). il film e', piu' di ogni altro film esistente sul pianeta terra, da consigliare a chi credete che soffra d'
ipocondria. siccome c'e' parecchia carne al fuoco anche qui
(ugo varia non poco il brodo rispetto al libro), alla fine la visione non risulta facilitata, anzi: risulta piu' complessa del previsto, in alcune parti stanca, alla fine da commedia si trasforma
(involontariamente?) in una sorta di dramma sull'ansia che non si sa bene se stia in piedi o meno. una cosa e' certa anche qui: marco ferreri, ugo tognazzi ed i loro accoliti in quegli anni, a dispetto della censura che regnava alla grande
(chiaramente non qui),
si divertivano proprio un sacco. ed io un po' l'invidio. da notare, piu' che in molte altre pellicole, la prova di ugo: eccezionale. ah, qui e' presente anche la sua seconda moglie: gli diede quel poveraccio di
gianmarco e quell'assoluta cagna di
maria sole (il suo passato prossimo e' una vera merda: non frega nulla a nessuno dei suoi week-end in campagna, ma morisse. infine, il suo l'uomo che ama e' involontariamente comico).
1967 il padre di famiglia:
voto 7. qui UGO c'entra solo di striscio
(e purtroppo in seguito ad un dramma): come potete vedere nella foto qui di fianco
(nella scena del funerale), il ruolo de l'anarchico dirimpettaio della famiglia di
manfredi fu affidato a
toto': il principe 2 giorni dopo quella scena mori', dunque
nanni loy ripiego' su ugo. mia opinione: mai scelta di nanni fu piu' azzeccata: non oso pensare a quale immondizia sarebbe uscita fuori con toto' in un ruolo non suo
(per altro, anche se chiaramente suona "storto" dirlo da quando e' morto: toto', specie nelle sue ultime produzioni, quindi parlo almeno almeno dei suoi ultimi 10 anni di vita, prendeva parte principalmente ad immondizia: con la testa non ci stava piu', lasciava a desiderare; il talento e' effimero: vola via e ti volta le spalle quando meno te lo aspetti: un campione dovrebbe essere campione con la U maiuscola, quindi dovrebbe rendersene conto e smettere -un po' quel che dovrebbe far totti ora, per intenderci). all'inizio, pensando ad un banale voto per farvi capire l'apprezzamento del film, avevo dato "6", perche' il film e' la classica commedia all'italiana ricca di spunti importanti, seri, politici, etc, quindi dato che e' agro-dolce
(tendente all'amaro in bocca) mi lasciavo influenzare dall'agro, pero' ho ripiegato su "8" proprio perche' quello e' il segno che il film e' riuscito. suscita emozioni, il film ti prende, ti travolge: sei li' che ridi ed esclami: "
dai ugo, mettigliela in culo a quel poveraccio di manfredi!!", arrivi ad odiare nino a tal punto da RIDERE dei suoi problemi nel film, dicendo:
"ti sta bene, bastardo". se non l'avete visto: fidatevi, ed accomodatevi.
1967 barbarella:
senza voto. va be', e' una delle solite stronzate di
roger vadim (marito di brigitte bardot, catherine deneuve, etc) con una delle solite bellissime mogli. qui era sposato con
jane fonda, quindi era lei a prender parte nei suoi "film" insulsi. ugo qui fa una parte inutile. per tenere la gente lontana da quest'immondizia credo basti questo: siamo negli
anni '60 e nel film c'e'
jane fonda. col tempo io jane fonda l'ho apprezzata perche' ha avuto sempre un senso dell'ironia maggiore, prendendosi sempre poco sul serio rispetto ad una
diane keaton qualsiasi, ma negli anni '60 era davvero una bambolina senza cervello
(a piedi nudi nel parco?, tutti i mercoledi'?, devo continuare??), appunto,
barbarella.
1968 straziami ma di baci saziami:
voto 8. io questo film lo preferisco -e di gran lunga- ai vari
romanzo popolare et similia. e' leggero ma con contenuti, e' recitato bene, scivola via come un mojito, ci sono delle scene-culto con
moira orfei che,
gia' 40 anni fa, faceva la parte della "matusa" avvelenata di sesso che cercava di adescare nino
manfredi (il quale non voleva starci proprio perche' lei era "vecchia"). stavolta, a differenza di qualche aborto degli anni precedenti, il mix tra dino
risi in cabina di regia,
age e
scarpelli in scrittura ed ugo nel ruolo del sarto sordomuto e' letale: classe purissima, film riuscitissimo.
di seguito la settima parte della bio su UGO.